Verso il weekend a passi di danza tra Liberty e Art Nouveau

- di: Samantha De Martin
 

Foto: Movimento di danza I, con testa della Donna slava, 1911, Terracotta, assemblata con barbottina, Musée Rodin, Paris

Fino al 10 marzo la mostra Rodin e la danza, a cura di Aude Chevalier, Elena Cervellati, Cristiana Natali, invita a esplorare i capolavori che l’artista francese dedica a questa passione, ancora oggi testimonianza di un lavoro senza precedenti. Attorno al concetto di “liberazione del movimento”, sul quale ruota l’intero ripensamento della visione plastica del corpo umano nell’artista, nasce l’insieme di sculture sperimentali e disegni noto come Mouvements de danse, realizzato nel 1911, acme ed estrema sintesi della ricerca condotta dal maestro sulla danza.

Verso il weekend a passi di danza tra Liberty e Art Nouveau

Reso possibile grazie alla collaborazione con il Museo Rodin di Parigi che ha prestato 53 opere, il percorso è l’occasione per ammirare quindici statuine di danzatrici dedicate dall'artista francese a "Movimenti di danza”, per la prima volta in Italia. Quattordici provengono dal museo parigino, mentre una quindicesima statuetta è concessa in prestito dalla GNAM, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

I visitatori potranno confrontare le statuette con una selezione di diciassette disegni dell'artista e cinque fotografie, provenienti dalla stessa collezione.

Il fascino che Rodin nutrì per la danza sarà illustrato anche da un vero e proprio storytelling

multimediale che ripercorre i suoi incontri con i più grandi ballerini dell'epoca, come Isadora Duncan e Loïe Fuller. Il percorso non tralascia il rapporto che Rodin ebbe con la danza cambogiana e la contaminazione tra arte occidentale e sud-est asiatico attraverso una selezione di oggetti provenienti da collezioni museali etnoantropologiche italiane.

A Torino va in scena il Liberty

Dall’architettura alla società, l’affermarsi del Liberty travolse Torino cambiandone il volto.

Fino al 10 giugno a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino la mostra Liberty. Torino Capitale, a cura di Palazzo Madama e della SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino con la collaborazione di MondoMostre, racconta con un centinaio di opere il fondamentale ruolo della capitale sabauda nell’affermarsi di questo fenomeno.

Abbracciando esempi di architettura, accanto a pitture, sculture, lavori grafici o di decorazione, oggetti d’uso, testi letterari, il percorso esplora temi diversi, dal nuovo ruolo della donna che al passaggio tra Ottocento e Novecento emerge per potenza visiva, all’elemento architettonico della casa, divenuto distintivo del panorama liberty torinese.

Firenze capitale dell’Art Nouveau

Pronti per un viaggio nel cuore della Belle Époque quando Parigi, tra fine ‘800 e inizio ‘900, è al centro del mondo e Mucha l’artista più famoso?

Fino al 7 aprile il Museo degli Innocenti accoglie la prima mostra a Firenze dedicata ad Alphonse Mucha, il più importante artista ceco, padre dell’Art Nouveau e creatore di immagini iconiche.

Un percorso tematico e cronologico abbraccia oltre 170 opere, tra manifesti, libri, disegni, olii e acquarelli, oltre a fotografie, gioielli, opere decorative, che permettono al visitatore di approfondire la complessità e l’eclettismo di Alphonse Mucha accanto a un nucleo di opere italiane che raccontano il contesto dell'evoluzione dello stile Art Nouveau in Italia.

Stregati dalle “donne di Mucha”, le aziende si contendevano le immagini dell’artista per reclamizzare i propri prodotti, dando vita a intramontabili campagne pubblicitarie come quella del cioccolato Nestlé, dello champagne Moët & Chandon, e ancora delle sigarette, della birra, dei biscotti e dei profumi.

Tuttavia il nome di Mucha resta legato anche all’impegno patriottico e sociale. Nel 1910 torna a Praga dedicandosi per quasi venti anni all’Epopea slava, opera colossale composta da venti enormi tele nelle quali racconta i principali avvenimenti della storia slava, considerato il suo più grande capolavoro.

Con Mucha si fa strada una nuova forma di comunicazione: la bellezza di fanciulle in fiore voluttuose e seducenti diventate caratteristiche dell’inconfondibile "stile Mucha", ritratte in una commistione tra sacro e profano. Le sue immagini diventano celebri in tutto il mondo, il suo stile è il più imitato, la potente bellezza delle sue donne entra nell’immaginario collettivo.

Tra i pezzi più iconici della mostra il manifesto ideato per pubblicizzare le cartine per le sigarette JOB, considerato l’immagine iconica della “donna alla Mucha”.

A Roma Ferrari Shepperd

La way of life americana del terzo millennio scorre all’interno delle tele di Ferrari Sheppard.

Fino al 7 gennaio l’artista visivo contemporaneo afroamericano, classe 1983, noto per i suoi dipinti vibranti e ibridi che fondono figurativismo e arte astratta, presenta nelle sale del Casino dei Principi di Villa Torlonia “Crucible”, un percorso a cura di Ludovico Pratesi.

Diciotto opere, delle quali undici realizzate appositamente per la mostra romana, e il video Be in My Mind, allestito nella sala da pranzo dell’edificio, decorata con tempere murali che rappresentano vedute del Golfo di Napoli, scandiscono un viaggio tra atmosfere domestiche e quotidiane, realizzate con uno stile neoespressionista e cromaticamente vivace, non troppo lontano dalle iconografie dei maestri della Scuola Romana.

La presenza della foglia d’oro che collega simbolicamente l’artista con l’arte bizantina e medievale europea, culture ed espressioni che rappresentano per Sheppard una grande fonte d’ispirazione, è un elemento distintivo delle sue opere.

Il titolo della mostra, Crucible (in italiano “Crogiuolo”) indica la capacità di questa pittura di includere suggestioni provenienti da fonti differenti, dall’arte medievale al graffitismo americano.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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