Ue verso il 17° pacchetto di sanzioni contro la Russia, energia e finanza nel mirino
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Bruxelles si prepara a varare il diciassettesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, con un’attenzione rinnovata ai settori chiave dell’energia e della finanza. Secondo quanto riportato da Energia Oltre e confermato da fonti del Corriere della Sera, il via libera formale è atteso il 20 maggio in occasione del Consiglio Affari Esteri, dopo il pre-accordo degli ambasciatori Ue atteso per oggi. Si tratta di un passaggio strategico che arriva in un momento di stagnazione diplomatica sulla tregua in Ucraina, e che punta a colpire direttamente la cosiddetta flotta ombra del Cremlino e i canali paralleli utilizzati da Mosca per aggirare le restrizioni.
Ue verso il 17° pacchetto di sanzioni contro la Russia, energia e finanza nel mirino
Il nuovo pacchetto prevede misure più dure contro il sistema navale russo utilizzato per trasportare petrolio in violazione delle sanzioni internazionali. Verranno inseriti nuovi individui nella lista nera e sanzionate anche società con sede fuori dall’Ue, accusate di facilitare l’elusione dei divieti imposti da Bruxelles. La stretta, spiegano le fonti, mira a rendere sempre più difficile il commercio energetico parallelo, agganciando l’Europa agli sforzi già compiuti dagli Stati Uniti, dove il senatore Lindsey Graham ha proposto un pacchetto restrittivo analogo. Un'idea che diversi Paesi membri vorrebbero replicare anche in sede europea, sebbene, si sottolinea, “non siamo ancora a quel punto”.
Macron e Merz rilanciano la linea dura
A rafforzare il fronte sanzionatorio è arrivata la presa di posizione del presidente francese Emmanuel Macron che, in un’intervista a TF1, ha ribadito l’urgenza di mantenere alta la pressione economica su Mosca. Dello stesso avviso il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha esplicitato come il nuovo pacchetto sarà adottato in mancanza di progressi reali sul fronte della tregua. Il messaggio politico è chiaro: o il Cremlino accetta l’accordo di cessate il fuoco proposto dagli alleati di Kiev, o scatteranno nuove misure punitive.
Timori per il veto di Budapest e le divisioni interne
Restano tuttavia le incognite sul fronte dell’unanimità. Il rinnovo delle sanzioni, come sempre, richiede il consenso di tutti gli Stati membri e in passato Budapest ha minacciato il veto. Il timore è che anche questa volta l’Ungheria possa porre ostacoli, soprattutto se le misure dovessero toccare direttamente i flussi energetici o i rapporti bilaterali con Mosca. Una frattura che potrebbe compromettere la coesione interna dell’Ue su un tema strategico come quello della sicurezza energetica.
Fondi congelati, un nodo ancora irrisolto
Mentre l’Unione Europea lavora sul nuovo pacchetto, si infittisce anche il dibattito sull’utilizzo degli asset russi congelati. Secondo Politico, il Regno Unito sta facendo pressione per spostare i quasi 200 miliardi di euro di fondi bloccati in un veicolo finanziario separato, destinato a sostenere la ricostruzione dell’Ucraina. Ma l’ipotesi è accolta con freddezza dalle grandi capitali europee. Roma e Berlino, in particolare, temono ripercussioni legali e ritorsioni finanziarie.
Sanzioni e strategia geopolitica
Il quadro che emerge è quello di un’Unione europea in trincea, che cerca di mantenere compattezza e incisività in un contesto globale sempre più frammentato. L’energia, ancora una volta, si rivela crocevia di interessi economici, diplomatici e strategici. Le nuove sanzioni non solo hanno l’obiettivo di logorare le capacità belliche di Mosca, ma rappresentano anche un banco di prova per la tenuta dell’architettura europea, alla vigilia di un’estate che si preannuncia incandescente anche sul fronte interno.
Nel nuovo equilibrio multipolare che va delineandosi, Bruxelles è chiamata a dimostrare che le sue scelte non sono solo reattive, ma parte di una visione strutturata e lungimirante. Perché la guerra in Ucraina si combatte anche con i codici doganali, le clausole finanziarie e le rotte del greggio. E nella partita geopolitica del presente, ogni sanzione è anche una dichiarazione di principio.