Ocse: "La ripresa continua, ma sale divario con Paesi emergenti"

- di: Redazione
 
La ripresa dell'economia mondiale continua, ma si allargano i divari tra Paesi sviluppati ed emergenti. Nel suo “Interim Economic Outlook”, pubblicato oggi, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) prevede una crescita globale del 5,7% nel 2021, una cifra quasi identica a quella delle sue previsioni di maggio, grazie a un rimbalzo del PIL nella zona euro.

"La ripresa resta molto disomogenea, con risultati singolarmente differenti a seconda del Paese, dei settori e delle fasce demografiche in termini di produzione e occupazione", sottolinea comunque l'istituzione. Nelle economie avanzate la copertura vaccinale, che sfiora il 70%, evita i rischi del confinamento. La forte domanda è trainata dalla ricostituzione delle scorte, dall'utilizzo dei risparmi accumulati negli ultimi mesi, dal calo della disoccupazione e dai programmi di assistenza pubblica.

Al contrario, dice l'Ocse, nelle economie in via di sviluppo, dove i tassi di immunizzazione - in particolare nell'Asia-Pacifico, sono bassi,le restrizioni sanitarie imposte dai governi hanno pesato sulla ripresa. Con un debito che è cresciuto dal 52% al 62% del PIL negli ultimi diciotto mesi, anche i Paesi emergenti hanno margini di manovra limitati per sostenere l'attività. La conclusione dell'Ocse è che "alla fine del 2022, il deficit di produzione rispetto alla traiettoria prevista prima della pandemia dovrebbe essere il doppio" nei mercati emergenti rispetto alle economie avanzate del G20.

Ocse: "La ripresa prosegue ma cresce il gap con i Paesi emergenti"

La ripresa, si legge ancora nel rapporto, sarà accompagnata nel 2021 da un aumento dell'inflazione elevata negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito, che dovrebbe essere ancora maggiore in Paesi in via di sviluppo come Turchia (+17,8%), Brasile (+7,2%) o India ( +5,5%), dove energia e cibo, i cui prezzi sono aumentati, occupano un posto importante nella spesa.

"L'aumento del costo delle materie prime e del trasporto marittimo ha ampiamente contribuito all'aumento dei prezzi all'importazione e al consumo osservato nell'ultimo anno", osserva l'Ocse. In estate, i prezzi delle materie prime sono aumentati del 55% su base annua e i prezzi alimentari mondiali hanno raggiunto il record di dieci anni. Nel 2021 i costi di spedizione sono triplicati. Le capacità di produzione e di trasporto sono ancora sottodimensionate rispetto alla domanda.

Le misure di contenimento temporaneo, soprattutto in Asia, il distanziamento fisico e l'igiene hanno rallentato il carico e lo scarico dei container, causando congestione nei principali porti. "Hanno anche rallentato l'attività nell'edilizia e nell'agricoltura, limitando la mobilità dei migranti che lavorano in questi settori", aggiunge Laurence Boone, capo economista dell'Ocse.
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