Open Fiber: obiettivi e certezze del piano industriale 2022-2031

- di: Redazione
 
Appena il tempo di essere nominato e sedersi al tavolo per adottare le prime decisioni e il nuovo consiglio d'amministrazione di Open Fiber ha messo, nero su bianco, il percorso che intende seguire con il nuovo piano industriale che impegnerà i prossimi dieci anni dell'azienda. Si tratta del primo piano industriale dopo l'uscita di Enel e la ridefinizione degli equilibri societari, che vedono CDP Equity al 60% e Macquarie Asset Management al 40%. Un piano anche ambizioso e che anche sorprendere, se non si considerasse come Open Fiber abbia bruciato, dall'inizio della sua attività, molti e prestigiosi traguardi.

Open Fiber: presentato il piano industriale 2022-2031

Come, d'altra parte, dice Mario Rossetti, Amministratore Delegato di Open Fiber (nella foto): ''In pochi anni OF è passata dalla fase di start-up a un ruolo di leader in Italia ed Europa nello sviluppo di reti interamente in fibra ottica. Con il forte sostegno degli azionisti e solide partnership con i principali operatori, siamo pronti a completare la copertura di città, piccoli comuni e aree industriali, offrendo un contributo decisivo agli obiettivi del Piano Italia 1 Giga per la riduzione del divario digitale del nostro Paese”.
Il nuovo piano di Open Fiber, rispetto al precedente, si caratterizza essenzialmente nella flessibilità. E lo si comprende appieno leggendo che, dice un comunicato, ''l’ampiezza di risorse finanziarie disponibili sulla base dell’accordo con le banche consente di accelerare e raggiungere tutti gli obiettivi del vecchio piano, quindi di partecipare a tutte le gare previste nell’ambito del PNRR per le aree grigie, e di poter pianificare le ulteriori coperture da realizzare nelle aree grigie di mercato''.

Non un cambio di marcia rispetto al passato, quindi, ma un adattamento ai nuovi scenari sui quali Open Fiber vuole continuare a svolgere un ruolo da protagonista.
Nel particolare, il piano 2022-2031 prevede circa 11 miliardi di euro di investimenti per la copertura di circa 24 milioni di unità immobiliari (UI) dagli oltre 13 milioni attuali e a supporto della crescita della base clienti, ''in coerenza si legge ancora nel comunicato - con il target di piano che prevede il raggiungimento dell’obiettivo di take up al 50%. Tali investimenti saranno coperti dall’estensione del financing a 7,2 miliardi di euro, dall’equity e dalla generazione di cassa''.

Andando ai dettagli del Business Plan e all’estensione del relativo Project Financing, il nuovo piano, se messo a confronto con il precedente, si caratterizza con la scelta precisa di estendere la copertura VHCN (Very High Capacity Network) anche alle cosiddette aree grigie (come vengono definite le zone in cui è presente un unico operatore di rete e dove nessun altro ha in progetto di sviluppare una rete Next Generation Access), a partire da quelle che saranno interessate nei prossimi mesi dai bandi di gara lanciati dal Ministero per la Transizione Tecnologica e Digitale (MITD) nell’ambito del Piano Italia 1 Giga.
Per quanto riguarda gli obiettivi di copertura sulle aree 'nere' e 'bianche' (si tratta di oltre settemila Comuni, dei cluster C e D, in cui agisce come concessionario pubblico), nel nuovo business plan l'obiettivo è quello di completare entro il 2023 tutti gli interventi nei Comuni delle aree bianche; in particolare quelli interessati dai fondi europei Fesr e Feasr.

Open Fiber
, poi, intende partecipare a tutti i bandi di gara indetti dal Ministero dell'Innovazione tecnologica e della Transizione digitale. Quando l'esito dei bandi sarà ufficializzato (è previsto per giugno 2022), Open Fiber definirà nel dettaglio il piano di copertura della ulteriore porzione di aree grigie in cui si opererà in regime di concorrenza e, dunque, il corrispondente numero incrementale di unità immobiliari.
Per raggiungere questi obiettivi, OF potrà ricorrere ad una ulteriore linea di credito da 2,8 miliardi di euro.
Open Fiber, come è noto da qualche giorno, ha raggiunto un accordo di finanziamento con importanti istituzioni finanziarie, italiane ed internazionali (Banco BPM, Banco Santander, BNP Paribas, Crédit Agricole, ING Bank, Intesa, Société Générale, Unicredit), che agiranno in qualità di Global Coordinators Bookrunners, Mandate Lead Arrangers. L’operazione ha un duplice scolpo: supportare gli ulteriori investimenti del Piano Industriale e rifinanziare il Project Financing precedente di 4,1 miliardi di euro, migliorandone le condizioni applicate ed estendendone la durata al 2028. Il piano prevede una marginalità superiore al 75%, con oltre 2 miliardi di euro di ricavi. Il break even (Ebitda al netto degli investimenti) è previsto al 2026.

Peraltro, il nuovo piano industriale si basa sulle fondamenta su cui si è sviluppata Open Fiber fin dalla sua origine, quel modello wholesale only, con cui OF mette a disposizione di tutti gli operatori interessati una rete tecnologicamente avanzata a parità di condizioni, e la sostenibilità nelle sue declinazioni ambientale, economica e sociale. Un progetto fondamentale per la competitività del Paese che, dalla nascita di Open Fiber, metterà in campo risorse per oltre 15 miliardi di euro.
La commercializzazione dei servizi di connettività sulla rete realizzata da Open Fiber è attiva in 190 città di grandi e medie dimensioni e in oltre 3.000 piccoli comuni. Sono più di 200 gli operatori, nazionali e internazionali, che hanno stretto accordi commerciali con Open Fiber per l’utilizzo della sua rete.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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