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Successore di Francesco, occhi puntati su maggio. Chi guiderà la Chiesa dopo Bergoglio

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Successore di Francesco, occhi puntati su maggio. Chi guiderà la Chiesa dopo Bergoglio
Con la morte di Papa Francesco e i funerali in programma per sabato 26 aprile, si apre ufficialmente il tempo del discernimento per la Chiesa cattolica. La domanda è inevitabile: chi sarà il prossimo Papa? Il Conclave, secondo quanto trapela da ambienti vaticani, dovrebbe aprirsi nella seconda settimana di maggio. I cardinali elettori, circa 120 con diritto di voto, si riuniranno nella Cappella Sistina, chiamati a scegliere il successore di Jorge Mario Bergoglio in un clima carico di attese e interrogativi. Mai come oggi il pontificato appare centrale per affrontare le crisi globali: guerre, migrazioni, crisi ambientale e sfide della secolarizzazione impongono alla Chiesa una guida solida, spirituale ma anche profondamente politica.

Successore di Francesco, occhi puntati su maggio. Chi guiderà la Chiesa dopo Bergoglio

Tra i nomi più discussi figura quello di Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano e braccio destro di Francesco negli ultimi dieci anni. Originario del Veneto, Parolin è un uomo di Curia con lunga esperienza diplomatica, avendo rappresentato la Santa Sede in contesti delicati come il Venezuela e il Vietnam. È considerato un uomo di sintesi: attento alla dottrina, ma capace di compromessi pragmatici; vicino alla linea di Francesco, ma con uno stile sobrio e meno esposto mediaticamente. Per molti potrebbe essere la figura ideale per garantire una transizione serena, senza strappi né bruschi cambi di rotta. Il suo limite, secondo alcuni, risiederebbe proprio in questo: un profilo troppo simile a quello del predecessore, in un momento in cui alcuni settori della Chiesa chiedono una svolta più incisiva.

Tagle, il carisma dell’Asia e la sfida del Sud del mondo

Accanto a Parolin, guadagna sempre più terreno la candidatura del cardinale Luis Antonio Tagle. Originario delle Filippine, già arcivescovo di Manila e ora alla guida del Dicastero per l’Evangelizzazione dei Popoli, Tagle rappresenta il volto asiatico della Chiesa. Giovane rispetto ad altri papabili, carismatico, sorridente, è considerato molto vicino alla spiritualità di Francesco, soprattutto per la sua attenzione ai poveri e agli esclusi. La sua elezione rappresenterebbe un cambiamento storico: il primo Papa asiatico, espressione di un continente dove il cattolicesimo cresce a ritmi sostenuti. Inoltre, rafforzerebbe la dimensione universale della Chiesa, superando la percezione eurocentrica ancora dominante. Non mancano però le perplessità sulla sua esperienza di governo e sulla capacità di affrontare le resistenze interne alla Curia.

Un Conclave complesso tra sensibilità e geopolitica


Oltre a Parolin e Tagle, altri nomi circolano con insistenza. In Italia si fa strada la figura di Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, già presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Zuppi ha acquisito visibilità internazionale per la sua attività diplomatica come mediatore in scenari di guerra, e per la guida di una Chiesa vicina ai poveri, ma capace di dialogare anche con l’intellettualità laica. Nella rosa figurano anche Jean-Claude Hollerich, gesuita lussemburghese vicino alla linea sinodale di Francesco, e Wilton Gregory, cardinale di Washington, primo afroamericano a ricevere la porpora, che potrebbe raccogliere consensi soprattutto nel collegio americano. Il Conclave, come spesso accade, potrebbe però riservare sorprese. Le dinamiche sono complesse, influenzate da equilibri regionali, correnti teologiche, e dalla capacità di generare convergenze tra i cardinali più influenti.

La Chiesa tra eredità e visione futura


In questo delicato passaggio, la Chiesa non cerca soltanto un leader spirituale, ma un punto di riferimento per un mondo in cambiamento. Dopo Francesco, il Pontefice dei poveri e della periferia, che ha messo al centro temi come l’ambiente, l’accoglienza e la misericordia, l’elezione del successore avverrà sotto i riflettori globali. Il nuovo Papa sarà chiamato a proseguire o reinterpretare un’eredità forte, in un tempo in cui il cristianesimo è sfidato dalla secolarizzazione in Occidente e dalla persecuzione in altre aree del mondo. I cardinali avranno il compito di scegliere non solo un nome, ma una direzione. E il mese di maggio si preannuncia decisivo per la storia della Chiesa.
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