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Italia in caduta libera nella percezione della corruzione, è allarme

- di: Matteo Borrelli
 
Italia in caduta libera nella percezione della corruzione, è allarme

Secondo il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), Giuseppe Busia (foto), il peggioramento dell’Italia è legato ad alcune recenti decisioni normative. Tra queste, in particolare, l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti fino a 140mila euro e il mancato impegno su interventi normativi richiesti a livello internazionale.

L’Italia sta perdendo terreno nella lotta alla corruzione. Secondo l’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2024, pubblicato da Transparency International, il Paese è passato dal 42esimo al 52esimo posto nella classifica globale, registrando il peggior risultato degli ultimi tredici anni. All’interno dell’Unione Europea, l’Italia si posiziona al 19esimo posto su 27 Stati membri, evidenziando un preoccupante arretramento.

Un’inversione di tendenza dopo tredici anni
Il punteggio italiano è sceso a 54 punti su una scala da 0 a 100, con un calo di due punti rispetto all’anno precedente. Questo rappresenta la prima inversione di tendenza dal 2012, dopo una costante crescita che aveva portato a un miglioramento di 14 punti in tredici anni. Transparency International sottolinea che "le più recenti riforme ed alcune questioni irrisolte stanno indebolendo i progressi nel contrasto alla corruzione".

Le cause del peggioramento
Secondo il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), Giuseppe Busia, il peggioramento dell’Italia è legato ad alcune recenti decisioni normative. Tra queste, in particolare, l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti fino a 140mila euro e il mancato impegno su interventi normativi richiesti a livello internazionale. "Queste scelte incidono negativamente sulla fiducia dei cittadini, quanto mai preziosa in questo delicato momento storico, oltre a ridurre l’attrattività del nostro Paese agli occhi degli investitori esteri, con conseguente perdita di occasioni di crescita e sviluppo", ha dichiarato Busia.

L’Europa rallenta, ma resta avanti
La classifica di Transparency International mostra un’Europa occidentale in cui gli sforzi anticorruzione sono fermi o in declino, nonostante rimanga la regione con il punteggio medio più alto (64 punti). La Danimarca si conferma il Paese con il livello di corruzione percepito più basso al mondo, con un punteggio di 90, mentre il Sud Sudan chiude la classifica con appena 8 punti.
Michele Calleri, presidente di Transparency International Italia, ha commentato: "Prevenzione, regolamentazione e cooperazione sono le parole chiave per un’Europa e un’Italia che mettono al primo posto la lotta alla corruzione a tutti i livelli, a partire da quello culturale". Calleri ha inoltre sottolineato che la direttiva anticorruzione europea rappresenta "un’opportunità che non dobbiamo lasciarci sfuggire per migliorare gli standard anticorruzione dell’intera regione, delle Istituzioni europee e di ogni Stato membro".

Prospettive future e sfide aperte
L’arretramento italiano riaccende il dibattito sull’efficacia delle riforme adottate e sulla necessità di nuove misure per rafforzare la trasparenza e la legalità. L’attenzione è ora rivolta al governo e alle istituzioni, chiamati a rispondere con azioni concrete per invertire la tendenza negativa e riconquistare la fiducia di cittadini e investitori. Il prossimo anno sarà cruciale per comprendere se l’Italia riuscirà a recuperare terreno o se il declino proseguirà, con conseguenze sempre più pesanti sul piano economico e sociale.


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