Petrolio: i timori per tensioni in Medio Oriente non incidono molto sui prezzi

- di: Redazione
 
I prezzi del petrolio sono rimasti sostanzialmente stabili, nonostante crescano i timori per la situazione della navigazione nel Mar Rosso, dove i ribelli yemeniti Houti minacciano nuovi attacchi contro le navi in transito.
Il greggio americano è salito di 28 centesimi, cioè dello 0,38%, attestandosi a 74,22 dollari al barile, mentre il Brent, riferimento internazionale del commercio del petrolio, ha guadagnato 47 centesimi, pari allo 0,59%, per attestarsi a 79,70 dollari al barile.

Petrolio: i timori per tensioni in Medio Oriente non incidono molto sui prezzi

I prezzi del petrolio sono aumentati di oltre l′1% all’inizio della giornata poiché i trader temevano che le minacce dei fondamentalisti sciiti dello Yemen potessero interrompere l’offerta di greggio. Significativa, in questo senso, la decisione della BP che, questa settimana, ha sospeso le spedizioni attraverso il Canale di Suez per motivi di sicurezza.

Ma l'attenzione degli operatori del settore si è spostata sui timori che il mercato possa essere in eccesso di offerta dopo che gli Stati Uniti hanno prodotto circa 13,3 milioni di barili al giorno di greggio la scorsa settimana, un nuovo record.
I mercati petroliferi sono diventati ribassisti poiché la produzione vertiginosa al di fuori dell’OPEC si scontra con un indebolimento dell’economia in Cina, con i prezzi del greggio in calo significativo rispetto ai massimi di settembre.

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