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Piano casa Meloni: case calmierate e fondi per le giovani famiglie

- di: Bruno Coletta
 
Piano casa Meloni: case calmierate e fondi per le giovani famiglie
Risorse pubbliche e private in gioco. Ma il caro affitti taglia oltre il 50 % dello stipendio in molte città. E serve subito concreto.

Un nuovo slancio per la casa in Italia

Il governo Meloni ha rilanciato il Piano Casa, con un focus chiaro: giovani coppie, ceto medio e sostegno alla natalità. L’obiettivo? Offrire soluzioni abitative a prezzi calmierati attraverso misure concrete e – si spera – operative.

Tra annunci e fondi: cosa è già previsto

La base normativa è il Piano Casa Italia, introdotto con le leggi di Bilancio 2024 e 2025 e atteso in fase attuativa tramite DPCM, inizialmente entro giugno 2025.

Il finanziamento attuale ammonta a 660 milioni di euro multiannui, una cifra giudicata “un’inezia” da Matteo Salvini.

Il piano prevede interventi come:

  • social housing;
  • finanziamenti pubblico-privati;
  • edilizia convenzionata;
  • leasing di costruzioni per l’edilizia pubblica.

Si punta all’utilizzo di garanzie di Sace, Invimit, Consap e fondi europei FESR, InvestEU, BEI.

Consap si è dichiarata pronta a offrire supporto tramite le sue competenze del fondo mutui prima casa e il sistema Gacs.

Oltre i fondi: un piano da 15 miliardi?

Fonti giornalistiche ipotizzano un Piano Casa decennale da circa 15 miliardi, finanziato attraverso revisione del PNRR, fondi di coesione e spinta alle risorse della prossima manovra.

Il caro-affitti blocca il paese

Secondo la CNA, l’affitto assorbe in media il 43,7 % dello stipendio netto di un operaio, ma a Milano sfiora il 65 %, e a Firenze, Roma e Bologna supera il 50 %.

Questo squilibrio frena la mobilità interna dei lavoratori, peggiorando il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

I canoni di locazione sono in rialzo: nel II trimestre 2025, la media nazionale è cresciuta del 4,6 %, con un +5,5 % su base annua e una media di 14,9 €/m².

Affitti ancora più costosi: il canone medio in Italia è sopra i 1 020 € mensili, mentre la superficie abitativa si è ridotta a 80 m².

A inizio 2025, solo l’11,2 % degli annunci risulta accessibile a famiglie mono-reddito e il 52 % a famiglie bi-reddito.

Criticità e snodi istituzionali

Serve il via libera della Conferenza Stato-Regioni, ancora in ritardo secondo le opposizioni.

La transizione dalle promesse agli strumenti attuativi (inclusi DPCM e fondi regionali) appare lenta, e il cronoprogramma è ancora nebuloso.

Servono concretezza e fondi veri

Il Piano Casa Meloni ha ambizione e focus giusti: giovani, coppie e ceto medio. Ma i finanziamenti attuali (660 milioni) sono insufficienti per l’entità del bisogno. La carenza abitativa, aggravata da affitti proibitivi, frena la mobilità e la vita familiare. La strada è tracciata, ma serve rapidità nella definizione delle risorse, degli accordi e degli strumenti attuativi: DPCM, regolamenti, partenariati privati ed europei.

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