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Plastic e sugar tax verso l’ennesimo rinvio

- di: Barbara Leone
 
Plastic e sugar tax verso l’ennesimo rinvio
Ancora un rinvio, l’ennesimo visto che siamo già a quota sei, per plastic e sugar tax. La Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) arriverà nelle aule di Senato e Camera domani, ma stando a voci di corridoio all’interno della maggioranza le due tasse sarebbero già state scartate nella caccia alle risorse per far quadrare i conti. Tasse che, ricordiamolo, produrrebbero un gettito di 650 milioni di euro, senza contare che con molta probabilità agirebbero in qualche modo da deterrente. Perché per esempio con la sugar tax le aziende, per mera questione di danaro e non di certo per interesse nei confronti della salute dei cittadini, sarebbero alla fine indotte ad abbassare il contenuto di zucchero nelle bevande analcoliche edulcorate. Mentre con la plastic tax si tenderebbe, sempre per andare al risparmio, a ridurre i manufatti in plastica monouso che sarebbero tassati al costo fisso di 0,45 euro per chilo, coinvolgendo produttori, importatori e consumatori.

Plastic e sugar tax verso l’ennesimo rinvio

Mentre la sugar tax, imporrebbe un tassa di 10 euro per ettolitro per i prodotti finiti, e 0,25 euro per kg per quelli destinati a essere diluiti. Da quando sono state inserite nella legge di bilancio per il 2020 (governo Conte 2), le due imposte sono sempre state rimandate. Prima con il decreto Rilancio, poi con la legge di bilancio a fine 2020, e ancora con il decreto Sostegni del 2021 e infine nelle leggi di bilancio per il 2022 e per il 2023. E dire che in Gran Bretagna la sugar tax è in vigore dal 1° gennaio 2018 e prevede un sovrapprezzo di 0,20 euro al litro per bibite in cui la quantità di zucchero varia tra 5 e 8 grammi su 100 millilitri e di 0,27 euro al litro se lo zucchero supera gli 8 grammi per 100 millilitri. Chi impiega meno zucchero ovviamente non versa alcun tributo.

ha portato il 50% dei produttori (circa 326 aziende), a ridurre di circa 45 milioni di chili lo zucchero impiegato. Stesso discorso in Francia, dove la sugar tax è stata introdotta dal 2018 con una tassazione progressiva in base alla percentuale di zucchero, andando da 0,045 euro/litro per bevande con il 4% di zuccheri a 0,235 euro/litro per bevande con il 15% di zuccheri. Il percorso di queste imposte da noi pare invece tutto in salita, complici le resistenze delle associazioni di categoria che si sono largamente espresse contro. “L’obiettivo di riduzione della plastica – dicono Coldiretti e Filiera Italia – va perseguito nell’ottica di una visione strategica di ampio respiro, con incentivi premianti per lo sviluppo e la diffusione di prodotti alternativi di cui alcune nostre imprese sono leader al mondo, piuttosto che con misure punitive poco efficaci”. Nelle scorse settimane, a riguardo si era espresso anche Marco Bergaglio, presidente di Unionplast: “Si tratterebbe di una tassa illiberale, sproporzionata rispetto ai risultati del settore in termini di sostegno all’economia nazionale, tanto più in considerazione del clima di generale preoccupazione date le previsioni di contrazione del Pil”. E tra le filiere su cui la tassa avrebbe impattato negativamente, citava “quella agricola, quella alimentare, quella cosmetica, dove gli imballaggi in plastica sono fondamentali per la produzione e il business”.
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