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Pmi, mercato e regolazione: una settimana chiave per gli equilibri economico-politici alla Camera

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Pmi, mercato e regolazione: una settimana chiave per gli equilibri economico-politici alla Camera

La settimana parlamentare si apre con un’agenda che intreccia interessi economici sensibili, scadenze europee e priorità politiche del Governo. La Commissione Attività produttive affronta un capitolo decisivo della nuova stagione regolatoria europea: l’attuazione della direttiva (UE) 2024/825 su pratiche sleali e trasparenza nelle informazioni ambientali.

Pmi, mercato e regolazione: una settimana chiave per gli equilibri economico-politici alla Camera

Le audizioni di CNCU, Consumerismo, CIRPS, ASviS, Federdistribuzione e, successivamente, AGCM, WWF, organizzazioni agricole e associazioni dell’artigianato e del commercio, delineano un fronte comune: garantire che la transizione verde non diventi un terreno di asimmetrie competitive e che i costi regolatori non penalizzino le Pmi.

La direttiva mira a contrastare greenwashing e pratiche ingannevoli, ma il tema reale è capire se il tessuto produttivo italiano – composto in larga parte da micro e piccole imprese – sia nelle condizioni di sostenere nuovi obblighi informativi e certificazioni ambientali senza un adeguato supporto.

In parallelo, il prosieguo dell’esame della Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2025 e della Legge annuale sulle Pmi rappresenta il vero banco di prova della strategia economica dell’Esecutivo. Concorrenza e Pmi sono assi portanti del PNRR e della politica industriale del Governo, ma spesso si trovano in tensione: liberalizzazioni e apertura dei mercati possono generare pressioni sulle imprese minori, mentre le Pmi chiedono protezione, incentivi mirati e tempi adeguati di adattamento. La Commissione è chiamata a trovare un equilibrio tra queste spinte divergenti, in una fase in cui il contesto internazionale – tra crisi logistiche, rallentamento del commercio globale e concorrenza cinese – impone un rafforzamento del sistema produttivo interno.

Sul fronte energetico, l’esame del decreto di recepimento della direttiva (UE) 2024/1711 riguarda un tema politico sensibile: la ristrutturazione del mercato elettrico europeo. La battaglia sui prezzi dell’energia, sulla sicurezza degli approvvigionamenti e sul ruolo delle rinnovabili è destinata a condizionare non solo la competitività delle Pmi, ma anche la credibilità del Governo nell’attuazione del PNRR. Il decreto interviene sul design del mercato elettrico, e ogni modifica può tradursi in vantaggi o svantaggi immediati per le imprese energivore, i distributori e le utility.

Completa il quadro la proroga dell’indagine conoscitiva sul settore tessile, comparto simbolico del Made in Italy e allo stesso tempo epicentro delle sfide della transizione ecologica. La regolazione europea sulla sostenibilità dei prodotti e sulla tracciabilità delle filiere sta ridisegnando gli equilibri competitivi: le Pmi chiedono norme chiare, tempi adeguati e investimenti per ammodernare processi e certificazioni.

Lavoro e diritti sociali: la nuova geografia politica dei congedi e del welfare professionale
Sul fronte del lavoro, la Commissione affronta una serie di provvedimenti che mostrano quanto la dimensione sociale sia diventata terreno politico strategico. La riforma dei congedi di maternità e paternità – con un pacchetto di proposte trasversale alle forze politiche – è un nodo centrale del dibattito sul lavoro femminile, sull’andamento demografico e sul riequilibrio dei carichi familiari. L’audizione finale di Save the Children chiude una fase istruttoria che ha fatto emergere criticità strutturali: bassa natalità, ridotto tasso di occupazione femminile e difficoltà di conciliazione. Il Parlamento è chiamato a trasformare queste proposte in una riforma organica, e la partita politica si giocherà su costi per lo Stato, modalità di finanziamento e effetti sul mercato del lavoro.

Il capitolo dedicato al welfare dei professionisti iscritti alla Gestione separata INPS apre un’altra questione economico-politica: come sostenere una platea sempre più ampia di lavoratori autonomi, spesso senza tutele adeguate, e al centro della trasformazione del lavoro post-pandemia. L’esame delle proposte del CNEL rivela un dibattito meno visibile ma strategico, che riguarda il ruolo delle professioni e delle Pmi nella crescita economica. Allo stesso modo, il focus sulla “fraternità nei luoghi di lavoro” rilancia il tema della qualità delle relazioni industriali, con un approccio che vuole integrare competitività e inclusione.
L’esame del disegno di legge sulla Croce Rossa italiana e sui suoi Corpi ausiliari sottolinea un ulteriore elemento politico: la ridefinizione della collaborazione tra strutture civili e militari, in un contesto internazionale segnato da nuove esigenze di protezione civile e di sicurezza. Il Parlamento dovrà valutare l’impatto istituzionale e finanziario della riorganizzazione.

Emergenze sociali e sfide industriali nelle Commissioni riunite
Il lavoro delle Commissioni riunite Giustizia e Lavoro sul distretto tessile di Prato riporta al centro dell’arena politica uno dei temi più delicati degli ultimi anni: lo sfruttamento del lavoro, spesso legato a catene produttive parallele, cooperative irregolari e concorrenza dannosa nei confronti delle imprese regolari. La risoluzione Varchi chiama in causa strumenti straordinari, come la possibile nomina di un commissario, per affrontare un problema che ha ricadute economiche dirette sulla concorrenza e sulla reputazione del Made in Italy.

Le Commissioni Cultura e Lavoro aprono invece il fronte dei Neet, con l’esame della proposta di istituire una Giornata nazionale per il contrasto dell’inattività giovanile. Il tema non è simbolico: i giovani inattivi rappresentano uno dei fattori principali che frenano la crescita potenziale dell’Italia. La misura, seppure di carattere culturale, si inserisce in una strategia più ampia di politiche attive, formazione e inclusione, con impatti economici e sociali di lungo periodo.

Sempre nelle Commissioni riunite Lavoro e Affari sociali, la direttiva sull’amianto introduce un aggiornamento della normativa su uno dei rischi storici della manifattura italiana. La revisione delle soglie e delle procedure di controllo risponde a obblighi europei, ma richiede investimenti significativi per imprese e pubbliche amministrazioni, in un settore – quello delle bonifiche – che sta diventando sempre più strategico.

Filiere green, batterie e competitività industriale: il peso politico delle nuove norme
Le audizioni delle Commissioni Ambiente e Attività produttive sul decreto che adegua la normativa italiana al regolamento europeo sulle batterie rappresentano uno dei passaggi più rilevanti della settimana. Il regolamento (UE) 2023/1542 ridisegna la governance della filiera delle batterie, imponendo requisiti di sostenibilità, tracciabilità e riciclo che influenzeranno direttamente automotive, elettronica, logistica, gestione dei rifiuti e industrie energivore. L’Italia, con una filiera auto in trasformazione e una capacità di riciclo in crescita, gioca una partita industriale cruciale: essere compliance alle norme europee non basta, occorre posizionarsi nelle nuove catene del valore per non dipendere dalla capacità asiatica.
L’audizione di associazioni come ANFIA, ANVEL e Motus-E segnala il legame tra regolazione, competitività e giustizia industriale. Il regolamento impone standard elevati, ma apre anche opportunità: chi saprà adeguarsi potrà acquisire vantaggi in un mercato europeo che cerca autonomia strategica e riduzione della dipendenza dalla Cina per materiali critici e batterie.

Un’agenda che illumina le priorità politiche del Paese
Le misure sul tavolo in questi sette giorni rivelano una linea chiara: il Parlamento sta affrontando simultaneamente i nodi strutturali della competitività italiana – concorrenza, transizione verde, energia, tessile, batteria, lavoro autonomo e giovani inattivi – in un quadro internazionale che richiede scelte industriali nette e capacità di coordinamento politico. L’intreccio tra provvedimenti sociali, industriali e regolatori dimostra come la crescita economica oggi non sia più separabile da sostenibilità, qualità del lavoro e controllo delle filiere. Le Pmi, che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana, saranno al centro dell’impatto di queste norme: tra nuove opportunità, nuovi obblighi e la necessità di un sostegno operativo e finanziario adeguato per attraversare una fase di transizione complessa e determinante.

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