Pompei, città che il tempo ha sigillato e che il mondo non ha mai smesso di ammirare, si proietta nel futuro grazie a un’app. Il Parco Archeologico ha infatti sviluppato uno strumento digitale capace di rivoluzionare il modo in cui il patrimonio viene protetto e monitorato.
Pompei, il futuro della tutela passa da un’app digitale
"Conservare il patrimonio di Pompei è la responsabilità più grande che abbiamo," spiega con determinazione Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco. E non è difficile capire perché. Con oltre mille abitazioni e 13mila ambienti, di cui solo il 5% è protetto dagli agenti atmosferici, la sfida di mantenere intatta la città antica richiede strumenti innovativi, impossibili da immaginare fino a pochi anni fa.
L'innovazione di Open Pompeii
L'app, sviluppata in collaborazione con la società Visivalab e il dipartimento di Ingegneria civile dell’Università di Salerno, è parte dell'ecosistema digitale Open Pompeii. Questo strumento permette di raccogliere e organizzare tutti i dati relativi allo stato di conservazione del sito, consentendo una pianificazione più efficace degli interventi di manutenzione e restauro.
Ma l'applicazione non si limita al monitoraggio. Grazie a un’interfaccia intuitiva e accessibile da smartphone, tablet e computer, ogni dipendente del Parco può segnalare criticità in tempo reale, rendendo la tutela di Pompei un’attività collettiva e interattiva.
"Il digitale non è solo una tecnologia, ma un nuovo approccio alla gestione del patrimonio. Con questa app, connettiamo le tante 'isole del sapere' presenti nel Parco, permettendo una comunicazione fluida tra chi rileva un problema e chi deve intervenire," spiegano i tecnici del Parco.
Un approccio multidisciplinare
Dietro il funzionamento dell’app c’è il lavoro di un gruppo multidisciplinare composto da archeologi, architetti, restauratori e ingegneri. Ogni elemento del sito viene mappato: pavimenti, muri, solai, intonaci, decorazioni, arredi. L'applicazione permette inoltre di stimare i costi degli interventi necessari, garantendo una gestione più trasparente ed efficiente delle risorse.
"Questo strumento ci consente di affrontare la vastità del sito in modo sistematico e continuo. È come avere una fotografia sempre aggiornata dello stato di salute di Pompei," aggiunge Zuchtriegel.
Partecipazione e responsabilità
Un aspetto rivoluzionario dell’app è la possibilità di coinvolgere direttamente il personale del Parco. I vigilanti, che conoscono il sito come il palmo della loro mano, possono segnalare dettagli che sfuggono ai sopralluoghi ufficiali, come una cresta muraria coperta dalla vegetazione o una fenditura in un intonaco.
"Le informazioni non si disperdono più," sottolineano i tecnici. "Ogni osservazione, anche la più piccola, entra in un sistema che rende possibile un intervento tempestivo."
Pompei tra storia e futuro
Per Zuchtriegel, la conservazione di Pompei non è solo una questione tecnica, ma un impegno morale. "Ogni intervento non è solo una risposta a un problema, ma un gesto d’amore per un patrimonio che appartiene a tutti. Pompei è un simbolo della nostra civiltà e della sua resilienza."
Passeggiando per le strade acciottolate di questa città sospesa nel tempo, si avverte come ogni pietra, ogni muro, porti con sé il peso della storia. Oggi, grazie al digitale, è possibile non solo proteggerla, ma anche avvicinarla a un pubblico sempre più vasto.
Un’eredità condivisa
L’app del Parco Archeologico di Pompei rappresenta più di una soluzione tecnologica: è un simbolo di come innovazione e tradizione possano dialogare per preservare il nostro passato.
"Pompei non è solo un luogo da visitare," conclude Zuchtriegel. "È un’eredità che dobbiamo proteggere e condividere, con il dovere di consegnarla intatta alle generazioni future. Grazie al digitale, oggi possiamo farlo meglio che mai."
E così, quella che un tempo era una città viva e pulsante, poi congelata dalla furia del Vesuvio, oggi si rinnova, trovando nel futuro del digitale la chiave per preservare la sua anima antica.