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Powell resiste a Trump: la Fed lascia fermi i tassi e guarda al 2025

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Powell resiste a Trump: la Fed lascia fermi i tassi e guarda al 2025

La Federal Reserve ha deciso di mantenere invariati i tassi d’interesse nella forchetta tra il 4,25% e il 4,50%, segnando il settimo mese consecutivo senza modifiche alla politica monetaria. Una scelta che conferma l’orientamento prudente dell’istituto guidato da Jerome Powell, nonostante le crescenti pressioni da parte del presidente Donald Trump per una riduzione dei tassi. Il numero uno della Fed ha sottolineato come l’inflazione, pur rallentando, resti al di sopra del target del 2% e che la stabilità economica richieda “pazienza e rigore”.

Powell resiste a Trump: la Fed lascia fermi i tassi e guarda al 2025

Le tensioni tra Casa Bianca e Federal Reserve si fanno sempre più esplicite. Trump ha accusato Powell di agire “per odio personale”, aggiungendo che “sta facendo un pessimo lavoro”. Il presidente americano avrebbe voluto un taglio dei tassi già in questa riunione, nel tentativo di stimolare l’economia in vista delle presidenziali. L’atteggiamento della Fed, però, appare sempre più determinato a preservare la propria indipendenza decisionale. I membri del Federal Open Market Committee (FOMC) continuano a difendere la necessità di basare le scelte sui dati e non sulle pressioni politiche.

Due tagli attesi nel 2025, ma lo scenario resta incerto
Sebbene la Fed abbia evitato ogni intervento per il momento, il quadro previsionale presentato durante la conferenza stampa lascia intendere che potrebbero esserci due tagli dei tassi nel corso del 2025, se le condizioni macroeconomiche lo consentiranno. Questo orientamento è stato interpretato come un segnale positivo dai mercati, che puntano su un allentamento della politica monetaria l’anno prossimo. Powell ha specificato che “i dati su occupazione e inflazione saranno decisivi” per qualsiasi decisione futura, rimarcando che l’attuale pausa non significa un congelamento definitivo della politica monetaria.

Eurogruppo e scenari europei: attesa e cautela
Nel frattempo, anche in Europa gli occhi sono puntati sulla riunione odierna dell’Eurogruppo, dove si discuterà della risposta europea alle turbolenze internazionali. La Banca Centrale Europea si trova in una situazione simile a quella americana: l’inflazione è in discesa, ma i timori di una ripresa instabile e gli effetti della crisi ucraina impongono cautela. Christine Lagarde ha più volte ribadito che anche la BCE valuterà ogni mossa alla luce degli indicatori economici, senza seguire il calendario politico di alcun Paese membro.

L’inchiesta milanese scuote il mondo bancario
In parallelo agli sviluppi della politica monetaria, l’attenzione si concentra anche sull’inchiesta avviata dalla Procura di Milano in merito all’operazione di acquisizione del Monte dei Paschi di Siena. I pubblici ministeri stanno analizzando documenti e ricostruzioni su come si sia articolata l’intera vicenda, e nelle ultime ore sono stati ascoltati anche due nomi di primo piano: Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, e Giuseppe Vincenzi, figura di spicco del mondo bancario. Entrambi sono stati sentiti come persone informate sui fatti. Al momento, non ci sarebbero indagati, ma la portata delle domande lascia intendere un’indagine in fase di espansione.

Le implicazioni per il sistema finanziario italiano
La vicenda del risiko bancario che coinvolge Mps potrebbe avere ricadute importanti sulla percezione di stabilità del sistema creditizio italiano. Dopo anni di difficoltà, l’istituto senese sembrava avviato verso un rilancio sostenibile, ma ora l’inchiesta getta nuove ombre sulle dinamiche che hanno accompagnato le sue recenti trasformazioni. La Banca d’Italia osserva da vicino gli sviluppi, mentre i vertici dei principali istituti mantengono un profilo basso. Le associazioni dei consumatori chiedono chiarezza, temendo che eventuali irregolarità possano ripercuotersi sulla fiducia dei correntisti.

Mercati resilienti, ma aumenta la volatilità
Nonostante le tensioni politiche e giudiziarie, i mercati finanziari hanno reagito con relativa stabilità. Wall Street ha accolto con favore la previsione dei due tagli nel 2025, mentre le Borse europee attendono con prudenza gli esiti della riunione dell’Eurogruppo. Tuttavia, gli analisti segnalano un aumento della volatilità e avvertono che lo scontro tra Casa Bianca e Fed potrebbe tradursi in una minore prevedibilità delle scelte politiche ed economiche. In questo scenario, gli investitori privilegiano i beni rifugio e riducono l’esposizione verso i settori più sensibili ai tassi d’interesse.

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