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Premio Italia Informa 2025 - Sistema Italia: costruire, proteggere, crescere

- di: Redazione
 
Premio Italia Informa 2025 - Sistema Italia: costruire, proteggere, crescere

La Sala Koch del Senato, il 27 novembre scorso, ha accolto un’edizione di Italia Informa carica di energia, contenuti e visione. Non una cerimonia di rito, ma un quadro dinamico del Paese che affronta il cambiamento con realismo, rigore e senso del limite.

Premio Italia Informa 2025 - Sistema Italia: costruire, proteggere, crescere

Sul palco sono stati premiati Antonio Tajani, Giovanni Liverani, Paolo Graziano e Marco Scioli; accanto a loro hanno ricevuto il riconoscimento altre eccellenze italiane: Stefano Antonio Donnarumma, Anna Marras, Emilia Orsini, Fabrizio Palermo, Marco Patuano, Giampaolo Rossi, Valeria Sandei, Mara Venier e Giuseppe Zafarana. Un mosaico di competenze che ha restituito l’immagine di un’Italia complessa ma determinata, capace di leggere le fratture del presente come un terreno di lavoro e non come un alibi.

Giovanni Natali, amministratore delegato di 4AIM SICAF
, ha ribadito come le PMI rappresentino oggi “un’opportunità concreta per chi investe con visione e orizzonte di lungo periodo”. Ha richiamato l’attenzione sui multipli dell’Ebitda “tornati su livelli molto interessanti” e sulla crescita di alcune società in portafoglio, che “hanno più che triplicato l’Ebitda dopo la quotazione, grazie a piani industriali credibili”. Natali ha definito l’attuale scenario “un momento favorevole per acquisire valore reale in aziende con fondamentali solidi”, sollecitando un maggiore coinvolgimento degli investitori istituzionali e ricordando che “orientare risparmio verso l’economia reale significa generare ritorni finanziari, industriali e sociali, a beneficio dell’intero sistema Paese”.

Stefano Antonio Donnarumma ha riportato il focus sulla sfida infrastrutturale. “Le opere ferroviarie non concedono scorciatoie: gallerie, ponti, viadotti richiedono rigore assoluto e una programmazione severa”, ha spiegato. Al suo arrivo il cronoprogramma del PNRR appariva distante, ma “in meno di due anni siamo tornati in linea con gli obiettivi, recuperando ritardi e rimettendo al centro qualità, sicurezza e tempi certi”. Donnarumma ha insistito sul valore della cooperazione istituzionale: “Il coordinamento è la chiave. Solo una responsabilità condivisa tra governo, enti locali e imprese può portare a compimento ciò che il Paese si aspetta, senza promettere ciò che non si può mantenere”.

Emilia Orsini ha invece riportato il tema della crescita al suo fondamento culturale. “Il nostro compito è costruire un’alleanza stabile tra imprese, mercato finanziario e istituzioni”, ha detto. Ha richiamato l’urgenza di orientare il risparmio privato verso le PMI che innovano e si aggregano, ricordando che “aggregarsi non è solo una strategia: è una condizione di sopravvivenza in un contesto competitivo globale”. Ha sottolineato anche la necessità di completare le riforme dei mercati: “Servono trasparenza, meno oneri inutili e regole chiare per chi si quota. Chi entra in Borsa deve poter contare su un quadro normativo stabile, non su continui cambi di rotta. Solo così il mercato diventa un acceleratore, non un ostacolo allo sviluppo”.

Con Marco Minniti il discorso si è allargato allo scenario globale. “Viviamo un cambiamento d’epoca: nulla tornerà com’era prima”, ha affermato. In questo contesto competizione e cooperazione “conviveranno in modo permanente”, mentre l’incertezza diventerà la nuova normalità, politica ed economica. Minniti ha sottolineato la centralità della collocazione italiana: “Siamo il punto di contatto tra Occidente e Sud del mondo”. Un ruolo cruciale anche nella costruzione di un nuovo ordine internazionale: “Un nuovo equilibrio non potrà nascere senza il contributo del Sud globale”. L’analisi ha evidenziato la necessità di coesione nazionale, capacità di mediazione e visione strategica, in un quadro internazionale segnato da conflitti che non possono essere osservati con distacco.

A chiudere gli interventi è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha offerto un quadro netto della posizione italiana: “Siamo la seconda potenza industriale europea e la quinta potenza commerciale mondiale”. Ha parlato di una forte domanda di Italia nei grandi mercati internazionali e di una stabilità istituzionale riconosciuta, richiamando anche il ruolo del Paese nei principali dossier diplomatici. Ma ha ricordato i nodi aperti: “Salari bassi, costo dell’energia, infrastrutture del Sud, politica industriale europea: sono sfide che vanno affrontate con decisione e continuità, senza oscillazioni”. Tajani ha poi richiamato l’attenzione sulla politica monetaria, auspicando una Banca centrale europea più espansiva, e sui grandi fronti di crisi, esprimendo il desiderio che “il 2025 possa finalmente aprire un percorso di pace nei conflitti oggi aperti, restituendo prospettiva a cittadini e imprese”.

La serata ha così restituito l’immagine di un Paese che non teme la complessità, ma la assume come terreno operativo. È emersa una richiesta di responsabilità stabile, continuità e coraggio nel rischio misurato, tanto nel settore finanziario quanto in quello industriale e istituzionale. Una consapevolezza finale ha attraversato la sala: il cambiamento è già nelle capacità dell’Italia; ciò che serve ora è la volontà comune di cucirle insieme, trasformando eccellenze individuali in un vero sistema Paese.

In questo senso il Premio Italia Informa ha funzionato come un laboratorio pubblico, dove linguaggi diversi si sono intrecciati: la finanza che sostiene la crescita, l’industria che investe, le istituzioni che ascoltano, la cultura che interpreta. Le storie dei premiati hanno mostrato che la competitività non nasce da un colpo di fortuna, ma da un metodo paziente, da scelte coerenti e dalla capacità di assumersi rischi calcolati. È da qui che passa la possibilità di un’Italia più forte, capace di fare squadra senza rinunciare alle proprie differenze. Un invito chiaro: nessuno può tirarsi indietro, perché ogni scelta pesa sul futuro comune per tutti.

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