Euro-scandalo: è partita la slavina. A quando gli altri nomi?

- di: Redazione
 
Alla fine, gira e rigira, nelle spy stories, pure quando riguardano un Parlamento e non un gioco agenti segreti in missione segreta, con licenza d'uccidere o meno, alla fine si torna a parlare di denaro. Di 'vil denaro', che è quasi sempre alla base di tutto, una volta che, caduta la Cortina di ferro, le ideologie hanno lasciato il passo ad argomenti economici, di guerre tra Paesi per vendere più degli altri.
Anche lo scandalo che sta investendo il Parlamento europeo non si sottrae a questo pensiero perché quello che resta non sono motivazioni politiche o altre amenità del genere, ma banconote che, a parziale scusante di chi è rimasto impaniato in questa vicenda, sono tante, persino troppe per le cose che venivano richieste dai Paesi - il Qatar e il Marocco, sempre che quel che trapela dall'inchiesta sia sempre vero - che ne facevano arrivare a pacchi interi.

Euro-scandalo: è partita la slavina. A quando gli altri nomi?

A noi italiani casi del genere sconvolgono sino ad un certo punto perché, purtroppo, cominciamo a farci l'abitudine. Ma altrove no, perché, giustamente, chi viene eletto a rappresentare dei cittadini (e quindi anche un Paese, come nel caso dell'Europarlamento) deve essere al di sopra di sospetti e tentazioni.
Ma qui la moglie di Cesare c'entra poco, perché sospettare, in attesa di un giudizio finale da parte della magistratura, è quasi una forma di difesa, di autotutela. Trova quindi conferma il pensiero che, da queste pagine, formuliamo da quando il caso è esploso, e cioè che appare inverosimile che il fiume di denaro arrivato tra Bruxelles, Strasburgo, Milano e Atene abbiamo avuto gli indagati, quelli noti, come soli destinatari.
Perché ragionevolezza impone di pensare che almeno uno tra Antonio Panzeri, Eva Kaili, Francesco Giorgi e Niccolò Figà-Talamanca non sia stato solo - per come sostengono i magistrati belgi - destinatario, ma anche collettore, magari distributore, fiume da cui si sono dipanati rivoli e torrenti di fruscianti banconote.

Una forzatura? Nemmeno tanto perché operazioni del genere presuppongono che la base dei ''corruttibili'' o soltanto disponibili sia in grado di condizionare un'intera assemblea (in questo caso l'Europarlamento, che ha dinamiche politiche ed etiche tutte sue, come sembra di capire), ma anche che, direttamente o per contiguità, possa ottenere l'attenzione benevola della potentissima casta dei funzionari, veri e propri boiardi, avvinghiati alle loro poltrone alcuni da tempo immemorabile.

Quello che vogliamo dire che le colpe devono essere state ragionevolmente ''spalmate'' su molte più persone delle relativamente poche i cui nomi sono emersi in questi giorni. E sarebbe anche utile sapere se, quando qualcuno dei ''soliti noti'', parlando davanti ai colleghi eurodeputati per magnificare il paradiso in Terra creato in Qatar per i lavoratori immigrati, abbia provocato reazioni contrarie. Perché sarebbe ben strano che, udendo che il Qatar doveva essere preso come esempio per il modo in cui ha trattato chi costruiva stadi e infrastrutture, nessuno abbia protestato. A meno che gli europarlamentari siamo molto più intelligenti di quel che pensiamo e quindi sapevano benissimo che lodi e peana in favore dell'Emirato del Golfo (o di altri Stati) non fossero molto spontanei, non fossero, insomma, a costo zero.
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli