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Carlo parla italiano, quasi bene

- di: Giulia Caiola
 
Carlo parla italiano, quasi bene
La cena di gala al Quirinale tra il presidente Sergio Mattarella e re Carlo III avrebbe potuto essere una noiosa formalità tra cravatte troppo strette e sorrisi diplomatici calibrati al millimetro. Invece, è diventata un piccolo evento di costume. Il sovrano britannico, noto più per il suo amore per le piante che per le lingue romanze, ha sorpreso tutti lanciandosi in un discorso in italiano. O, per essere più precisi, in un italiano affettuosamente tentato.

«I miei omaggi per la stima e l’affetto di cui gode», ha detto il re, con un accento a metà tra il Devonshire e la Trattoria da Gino. Una frase che, letta su carta, farebbe impallidire di emozione il cuore di ogni funzionario del cerimoniale. Ma ascoltata dal vivo, ha strappato più di un sorriso (educatamente trattenuto) tra i presenti.

Re Carlo ha voluto omaggiare l’Italia e la figura di Mattarella con parole gentili, mostrando quella tipica goffaggine regale che lo rende paradossalmente più umano del previsto. I social, impietosi come sempre, hanno già trasformato l’incipit del discorso in una traccia audio remixata: “I miei omaggi... omaggi... omaggi…” in versione techno.

Dietro l’impresa linguistica, però, si intravede un sincero desiderio di dialogo. E anche un pizzico di autoironia. Nessuno si aspettava l’eloquenza di Alberto Sordi, ma il solo fatto che il re abbia scelto di rivolgersi all’Italia nella sua lingua dice molto. Anche perché avrebbe potuto cavarsela con un “grazie mille” e via.

Mattarella, dal canto suo, ha ascoltato con la consueta espressione pacata da zio paziente durante la recita scolastica. Poi ha risposto, ovviamente in perfetto italiano, lasciando trapelare una stima autentica per l’ospite britannico e forse anche un po’ di tenerezza per l’impegno mostrato.

Insomma, Re Carlo ha fatto del suo meglio. E in un mondo dove anche l’autenticità è spesso tradotta da Google, questo tentativo imperfetto è suonato più vero di tanti discorsi impeccabili.
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