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La Russa e l’appello all’astensione: bufera sul presidente del Senato

- di: Bruno Coletta
 
La Russa e l’appello all’astensione: bufera sul presidente del Senato
La seconda carica dello Stato invita a non votare ai referendum: opposizioni in rivolta, accuse di eversione e richieste di dimissioni.
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La Russa (foto): “Farò propaganda per l’astensione”
Durante l’evento “Spazio Cultura” organizzato da Fratelli d’Italia a Firenze, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha dichiarato: “Io continuo a dire che ci penso, però di una cosa sono sicuro: farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa”, riferendosi ai cinque referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza. 

Reazioni delle opposizioni

Le parole di La Russa hanno scatenato immediate reazioni da parte delle opposizioni. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha definito l’atteggiamento “indegno”, sottolineando che “le parole di Ignazio La Russa sono gravi anche perché tradiscono uno dei principi costituzionali che fissano il voto come un dovere civico”.
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha commentato: “Sembra un horror invece sono le esternazioni dei vertici delle nostre istituzioni”. 
Riccardo Magi di Più Europa ha affermato che “il presidente del Senato non sa nemmeno cosa sia la democrazia”. 
Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra ha dichiarato: “Quella di La Russa è una dichiarazione di guerra alla Costituzione e alla nostra democrazia. Si dimetta e torni nella sua casa ad ammirare i busti del suo duce”.

La posizione della maggioranza
La posizione di La Russa è in linea con quella del centrodestra, che ha invitato i propri elettori all’astensione. Fratelli d’Italia ha inviato ai parlamentari una comunicazione intitolata “Referendum, scegliamo l’astensione”, affermando che non votare è un modo per esprimere dissenso verso un’iniziativa considerata “di parte”, promossa dalla sinistra.

La consultazione si terrà l’8 e il 9 giugno 
Le dichiarazioni di Ignazio La Russa hanno acceso un acceso dibattito politico, con le opposizioni che accusano la seconda carica dello Stato di minare i principi democratici e costituzionali. La questione dell’astensione ai referendum abrogativi rimane al centro del confronto politico in vista delle consultazioni dell’8 e 9 giugno.

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