Reti elettriche, Italia terza nell’UE per brevetti: il futuro dell’innovazione passa da smart grids e AI
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

L'Italia si posiziona al terzo posto nell’Unione Europea per brevetti nel settore delle reti elettriche, come emerge dal report congiunto dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) e dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA). Una performance che evidenzia il potenziale del Paese in un settore cruciale per la transizione energetica globale, ma anche i margini di crescita rispetto ai leader del settore come Germania, Stati Uniti e Cina.
Reti elettriche, Italia terza nell’UE per brevetti: il futuro dell’innovazione passa da smart grids e AI
Secondo lo studio “Patents for Enhanced Electricity Grids”, i brevetti che integrano funzionalità basate sull’intelligenza artificiale nelle reti elettriche sono aumentati di sei volte negli ultimi anni. Tra il 2010 e il 2022, le innovazioni software hanno migliorato del 50% le funzionalità delle reti fisiche, aprendo nuove opportunità per l’integrazione delle energie rinnovabili e la gestione della domanda energetica.
L’innovazione che accelera la transizione energetica
La crescita delle tecnologie brevettate per le reti elettriche è stata impressionante: dal 2009 al 2013, l’innovazione in questo settore è cresciuta del 30% annuo, un ritmo sette volte superiore alla media degli altri settori tecnologici. Tra le aree di maggiore crescita, spiccano le soluzioni per la gestione della domanda energetica, la previsione dei consumi e le modalità di ricarica per i veicoli elettrici, veri pilastri delle infrastrutture future.
"La transizione verso reti intelligenti non è solo un’opportunità tecnologica, ma una necessità strategica", ha sottolineato António Campinos, presidente dell’EPO, evidenziando l'urgenza di investimenti per sviluppare infrastrutture flessibili e innovative.
Italia, margini di crescita e sfide globali
In Europa, la Germania guida la classifica con l’11% dei brevetti globali relativi alle reti elettriche, seguita da Svizzera e Francia. L’Italia, con l’1% delle famiglie di brevetti internazionali (IPFs), si colloca al quinto posto in Europa e al terzo nell’Unione Europea. Sebbene si tratti di una quota ridotta rispetto ai giganti del settore, il dato italiano è omogeneo nei tre segmenti principali: smart grids, reti fisiche e stoccaggio energetico.
“La competitività economica europea passa attraverso lo sviluppo di tecnologie pulite”, ha dichiarato Campinos. Una sfida che, secondo il rapporto, richiede un maggiore impegno da parte dell’Italia per raggiungere i livelli di innovazione della Germania o della Cina, che oggi detiene il 22% dei brevetti globali e guida il mercato.
Startup e università, i motori dell’innovazione
Lo studio mette in luce il ruolo cruciale delle startup, delle università e delle PMI nell’ecosistema innovativo. Le startup specializzate in grid-tech, in particolare, rappresentano il 37% delle domande di brevetto, un dato superiore alla media europea del 6% per le altre industrie. Questo dinamismo attira capitali di rischio e favorisce il consolidamento di tecnologie chiave per la transizione energetica.
Cina, Stati Uniti e Giappone: la sfida globale
Sul piano globale, Cina, Stati Uniti e Giappone guidano l’innovazione. La Cina, in particolare, ha visto la sua quota di brevetti passare dal 7% nel 2013 al 25% nel 2022, superando per la prima volta l’Unione Europea. Una leadership che pone nuove sfide per le economie occidentali, chiamate a recuperare terreno.
“La crescita cinese alza la posta per le altre regioni”, ha commentato Fatih Birol, direttore esecutivo della IEA. “Le reti elettriche sono infrastrutture critiche per garantire la sicurezza energetica e abilitare la diffusione delle tecnologie pulite.”
Prospettive future
Lo studio congiunto EPO-IEA non si limita a fotografare lo stato attuale, ma offre una mappa per il futuro delle reti elettriche. L’integrazione di intelligenza artificiale e software avanzati nelle infrastrutture sarà il cuore della transizione verso un sistema energetico più sostenibile e resiliente.
L’Italia, con il suo know-how tecnologico e il crescente interesse delle startup, è ben posizionata per cogliere questa opportunità. Tuttavia, per competere con i giganti del settore sarà necessario intensificare gli investimenti in ricerca e sviluppo, promuovendo un ecosistema che favorisca l’innovazione e l’attrazione di capitali.
La sfida, come sottolineato nel recente rapporto Draghi, è trasformare l’Europa in un leader globale delle tecnologie pulite. Un obiettivo ambizioso, ma fondamentale per garantire competitività e sostenibilità nel lungo termine.