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S&P: "l’Italia nel 2021 crescerà del 5,3% e il debito potrebbe stabilizzarsi già quest’anno"

- di: Giuseppe Castellini
 
S&P: 'l’Italia nel 2021 crescerà del 5,3% e il debito potrebbe stabilizzarsi già quest’anno'
L’Italia crescerà del 5,3% nel 2021 e il rapporto debito/Pil potrebbe già stabilizzarsi nel 2021. Lo afferma l’agenzia internazionale di rating Standard & Poor’s (S&P) nel rapporto sul nostro Paese. Ma S&P avverte che il piano di riforme - definito “ambizioso” - prospettato da Mario Draghi non ha un impatto immediato sul rating dell’Italia.
L’Agenzia di rating evidenzia che un buon utilizzo del Recovery Fund – Next Generation Eu (come noto dell’ammontare di 209 miliardi di euro, di cui 80 a ‘fondo perduto’ e il resto come debito a lunga scadenza bei confronti dell’Ue) “potrebbe dare una forte spinta agli investimenti pubblici”, che sono diventati nel corso della Grande recessione il 30% più bassi rispetto al 2007, l’ultimo anno pre-crisi.

S&P rileva come siano alte le attese che il nostro Governo, rappresentando “quasi il 90% dei seggi parlamentari, una maggioranza più grande di qualsiasi altro governo del dopoguerra, possa riformare l’economia, il quadro fiscale e la magistratura dell’Italia”. Ma, rileva l’agenzia, visto che le elezioni politiche ci saranno nel 2023 l’Esecutivo Draghi ha “solo due anni per raggiungere i suoi obiettivi”.
Tra le sfide di carattere strutturale che deve affrontare il nostro Paese il report di Standard & Poor’s cita, tra le altre, le questioni del mercato del lavoro, il divario economico e sul fronte educativo tra Nord e Sud, la bassa capacità attrattiva degli investimenti, l’invecchiamento della popolazione (nel 2020, tra l’altro l’Italia ha registrato il numero più basso in tutto in dopoguerra). E il nuovo Governo, si scrive bel report, “dovrà inoltre monitorare da vicino lo stato di salute del settore finanziario, data la sua bassa redditività e l’elevata esposizione alle piccole e medie imprese, duramente colpite dalla pandemia. Dallo scorso anno, il governo italiano ha accettato di rilasciare garanzie fino al 25% del Pil a sostegno della liquidità per famiglie e imprese. Se si richiamassero quelle garanzie, il debito pubblico aumenterebbe oltre le nostre attuali aspettative”.

In sostanza, non è – nel breve periodo – previsto un miglioramento del rating del rating dell’Italia da parte di S&P, che resta BBB, due gradini sopra il livello ‘junk’ (spazzatura), anche se l’Agenzia guarda non da oggi con un occhio diverso al nostro Paese, tanto che lo scorso 24 ottobre aveva già trasformato da “negativo” a “stabile” l’outlook sull’Italia.
Il miglioramento del rating, se avverrà, giungerà con il tempo, con la dimostrazione dell’efficacia della ‘cura Draghi’, a cominciare dal piano vaccinale anti Covid, alla presentazione di un Recovery plan convincente in termini di aumento del potenziale produttivo e sociale del Paese, oltre alle altre riforme necessarie per tornare ad essere attrattivi nei confronti degli investimenti esteri.
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