L'appello delle sale gioco legali: "Anticipare la riapertura, rischiamo la fine"

- di: Redazione
 
Il piano delle riaperture redatto dal Governo e che segue il principio della gradualità, per evitare che il pericolo di nuovi contagi e quindi nuove vittime possa ripresentarsi con virulenza, non è un dogma e per questo forse è il caso di riflettere sulla protesta-appello che viene dalla Federazione Italiana Esercenti Gioco Legale che chiede al Governo di rivedere, anticipandola, la data prevista per la riapertura dei loro esercizi - il primo luglio - che, con sei mila imprese e circa 40 mila occupati, fanno parte anche loro, a pieno titolo, del sistema produttivo del Paese.

In un documento la Federazione punta il dito sul fatto che la chiusura delle sale durante gli Europei di calcio - che si disputano anche in Italia, aspetto affatto da trascurare - potrebbe infliggere un ennesimo e forse definitivo colpo di grazia per i punti vendita. Dall'esplodere della pandemia, in tutta la sua drammatica ampiezza, è stato deciso un complesso di provvedimenti, tra cui anche la chiusura delle sale gioco che, con le loro porte sbarrate da dieci mesi, hanno registrato, si legge ancora nel documento, ''un calo della raccolta lorda su rete fisica pari ad oltre 35 miliardi. Nonostante un aumento della raccolta lorda di circa 13 miliardi sul canale online del gioco legale, a preoccupare gli esercenti è la grande accelerazione del gioco illegale il cui volume d’affari è stato stimato in 22 miliardi di euro circa''.

Ecco il punto vero della questione. E' comprensibile che il Governo abbia chiuso tutti i luoghi fisici potenziali moltiplicatori di contagio, quindi anche i punti di vendita del gioco legale; quello che forse ci si aspettava è che, contestualmente alla misura di chiusura delle sale, lo Stato si attivasse per stroncare il gioco illegale che, invece, ha prosperato, ingrassando a spese di quello legale, e quindi anche dell'Erario, che rispetto al 2020 ha avuto un calo di 4,6 miliardi di euro, mentre gli esercizi di gioco legale, che hanno già perso 1,5 miliardi di euro lo scorso anno, in caso di mantenimento delle misure che attualmente le riguardano, nel 2021 rischiano di perderne altri 1,8 miliardi.

La Federazione Italiana Esercenti Gioco Legale di Confesercenti ha elaborato un dossier sullo stato del settore del gioco legale dopo oltre un anno di pandemia. Secondo il dossier, i punti vendita specializzati, gli unici ad aver subito una chiusura completa della propria attività per oltre 300 giorni, per il il 53%, ossia 5.921 imprese, sono potenzialmente a rischio chiusura di attività già nel 2021, con una possibile perdita di 43mila tra occupati diretti e indiretti. "Gli esercenti del settore" - dice Stefano Papalia, presidente di Fiegl confesercenti - "si sono adeguati a tutte le normative contenute nei vari DPCM, alle Linee Guida individuate dalla Conferenza Stato Regioni ed hanno addirittura adottato misure di contenimento del contagio ancora più stringenti rispetto a quelle previste a livello nazionale. Allo stato attuale, prevedere una riapertura dei punti vendita di gioco solo a partire dal 1 luglio, comporterebbe un’ulteriore perdita di fatturato per gli esercizi su rete fisica, dato l’avvio del campionato europeo di calcio l’11 giugno, avvenimento estremamente importante per il settore perché rappresenterebbe una grande occasione per la ripresa delle attività retail: mancare questa opportunità potrebbe essere il colpo di grazia per molte imprese".

Secondo Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti, "senza una riapertura anticipata agli inizi di giugno il comparto del gioco legale su rete fisica rischia seriamente di sparire. Il collasso delle imprese retail fisico non avrebbe conseguenze disastrose solo in termini di impatto occupazionale e valore aggiunto, ma porterebbe anche ad ulteriori perdite dello Stato in termini di entrate erariali e al parallelo incremento di forme di gioco illegale".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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