Da 32 a 89 contagi in Italia, aumenta la mortalità: prevenzione subito.
La corsa dei contagi e la tragedia sottotraccia
Nel bollettino Iss il numero dei casi confermati di infezione da virus West Nile è passato da 32 a 89 in una sola settimana, con 8 decessi ufficiali e un nono caso (da Caserta) in attesa di notifica. La letalità calcolata sulle forme neuro-invasiva ha raggiunto il 20 %, allineandosi ai dati del 2018 e superiore al 14 % del 2024. I deceduti includono un 76enne di Salerno ospite in struttura sanitaria a Grazzanise, un 73enne di Maddaloni, e altri due uomini di 68 e 74 anni in provincia di Caserta.
Le aree più colpite
Parte centrale dell’epidemia è la provincia di Latina (Lazio): dei 40 casi neuro-invasivi registrati, ben 23 appartengono a questa zona; tra i sintomatici febbrili, 35 casi sono nel Lazio. La Campania registra 10 neuro‑invasivi, 4 febbrili e un caso asintomatico individuato tramite screening donatori. In totale sono 31 province coinvolte in 10 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli‑Venezia Giulia, Emilia‑Romagna, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia e Sardegna.
Un rischio “silenzioso”: i donatori e i cavalli
Tra i casi segnalati, due donatori di sangue asintomatici (uno in Veneto, uno in Campania) sono stati esclusi dalla donazione. In Puglia, un cavallo in provincia di Foggia ha sviluppato encefalite da West Nile, segnalando trasmissione anche agli equidi.
Dichiarazioni ufficiali: tra rassicurazioni e avvertimenti
La direttrice del dipartimento malattie infettive dell’Iss, Anna Teresa Palamara, ha dichiarato: “Oggi non siamo in una situazione di allarme”, ricordando che l’infezione si trasmette solo tramite la puntura di zanzare e che la circolazione è sotto sorveglianza. Ha inoltre ribadito consigli chiave: “Contattare il medico in caso di febbre superiore a 38 °C” e utilizzare protezioni individuali e ambientali (repellenti, abiti protettivi, zanzariere, bonifiche).
Gli infettivologi dell’Iss e la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMEVEP) hanno lanciato l’ipotesi che i casi attuali siano solo “la punta dell’iceberg” e insistono sulla formazione del personale sanitario per una diagnosi tempestiva. Iniziative informative sono in corso: corsi per operatori sanitari e distribuzione di infografiche a medici di famiglia.
Cifre alla prova del confronto
Le vittime da inizio anno in Italia sono nove — una in Piemonte, cinque in Campania e tre nel Lazio, inclusi casi recenti di pazienti anziani con patologie pregresse. Le stime indicano che i casi reali potrebbero essere oltre 10.000, la maggior parte asintomatici.
Un confronto con l’analogo periodo del 2024 mostra un’impennata: al 29 luglio 2024 erano stati segnalati appena 13 casi e zero decessi.
Perché suona l’allarme ora
L’impennata da 32 a 89 casi in 7 giorni e l’aumento della letalità a un quarto delle forme neuro-invasiva (20 %) sono segnali chiari che la sorveglianza deve rimanere massima. Anche se l’Iss assicura che le misure di controllo ci sono, il moltiplicarsi dei focolai, il coinvolgimento di ben 31 province e la possibile diffusione in forma silente suggeriscono che siamo ben oltre la semplice routine estiva.
La prevenzione non può essere un optional: dalle bonifiche ai controlli sul sangue e sugli animali, fino agli avvisi alla popolazione — va tutto rafforzato, subito.
Cosa fare adesso
- Chiunque abbia febbre oltre i 38 °C, specialmente se accompagnata da altri sintomi (cefalea, mialgie, rash), consulti immediatamente il medico.
- Evitare le punture di zanzara: usare repellenti, vestiti coprenti e zanzariere, eliminare ristagni d’acqua.
- Le autorità sanitarie devono estendere prioritariamente le misure di sorveglianza e controllo, soprattutto nelle aree già coinvolte e alle periferie delle province con alto contagio.
- È tempo che il Governo coordini una risposta rapida e coordinata tra Ministero, Regioni e Enti locali.
Il quadro della situazione
Il quadro della situazione al 31 luglio 2025 è preoccupante: casi triplicati in sette giorni, decessi crescenti e una diffusione ormai vasta in dieci regioni. Non basta la rassicurazione: serve una risposta solida e urgente. L’allarme non era scontato, ma ora suona forte.