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Salvini tra Trump e Bruxelles: il doppio binario della Lega su Ucraina e UE

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Salvini tra Trump e Bruxelles: il doppio binario della Lega su Ucraina e UE

Matteo Salvini torna a far sentire la sua voce sullo scenario internazionale, muovendosi su un doppio binario: da un lato il sostegno incondizionato a Donald Trump e alle critiche repubblicane verso l’Unione Europea, dall’altro la conferma della linea di governo sul supporto militare all’Ucraina.

Salvini tra Trump e Bruxelles: il doppio binario della Lega su Ucraina e UE

"Abbiamo sempre votato tutti gli aiuti militari all'Ucraina e finché ci sarà la guerra in corso lo faremo", dichiara il vicepremier e leader della Lega, tracciando una linea chiara: il Carroccio resta fedele agli impegni presi in ambito NATO, senza concessioni a quelle frange della destra sovranista più scettiche sul sostegno a Kyiv. Un modo per rassicurare gli alleati europei e interni, in particolare Giorgia Meloni, con cui i rapporti non sono sempre idilliaci.

Ma è sulla dimensione geopolitica che Salvini spinge l’acceleratore, sposando senza riserve la visione trumpiana: "Se da oltreoceano dicono il problema siete voi e non noi, hanno ragione", attacca il ministro delle Infrastrutture, riferendosi alle parole di Trump e del senatore J.D. Vance sulla NATO e sulla sicurezza europea. Un'affermazione che suona come un campanello d’allarme per Bruxelles e che ricalca le recenti uscite della destra americana, decisa a ridimensionare il ruolo degli Stati Uniti nel conflitto ucraino.

Salvini, come spesso accade, accompagna le critiche con un’immagine evocativa: "Le parole di Trump o di Vance sono sveglie molto salutari per l'Europa, la sveglia si può anche spegnere e continuare a dormire". Un monito che punta il dito contro quella che definisce l’inerzia europea, in particolare sulle politiche green e sulla competitività economica. "Se von der Leyen va avanti come niente fosse sul Green deal è masochismo e non è colpa di Trump o di Pechino", accusa il leader leghista, ribadendo la sua opposizione al piano ambientale della Commissione europea.

Uno schema ormai consolidato, quello di Salvini, che alterna pragmatismo governativo e battaglie identitarie. Se sull’Ucraina la Lega si mantiene sulla linea atlantista, sull’Europa e sulla leadership di Bruxelles il vicepremier non perde occasione per smarcarsi, in una strategia che mira a rafforzare il suo ruolo di ponte tra la destra italiana e quella trumpiana. Un equilibrio precario, in attesa di capire se la "sveglia" suonerà davvero per l’Europa o se resterà solo un’arma retorica da campagna elettorale.

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