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Il femminicidio di Messina scuote l’Italia: uccisa Sara Campanella, il killer è un collega universitario

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Il femminicidio di Messina scuote l’Italia: uccisa Sara Campanella, il killer è un collega universitario
Un nuovo caso di femminicidio sconvolge l’opinione pubblica italiana. A Messina, la giovane studentessa universitaria Sara Campanella, di appena 22 anni, è stata uccisa brutalmente da Stefano Argentino, un suo collega di corso che da tempo la perseguitava con attenzioni insistenti e non corrisposte. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’omicidio si è consumato nel parcheggio dell’università, dove la ragazza si era recata per una lezione. Argentino, venticinquenne, avrebbe atteso che Sara uscisse dall’aula per affrontarla e colpirla con violenza, al culmine di un’ossessione che aveva già destato preoccupazione tra amici e conoscenti.

Messina: Sara Campanella, il killer è un collega universitario

L’omicidio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle donne nei luoghi di studio e lavoro. Molti amici della vittima hanno raccontato che Sara si sentiva oppressa dall’insistenza di Argentino, che negli ultimi mesi era diventato sempre più invadente e possessivo. La giovane avrebbe confidato ai genitori e ad alcune amiche di non sentirsi al sicuro, ma non aveva mai sporto denuncia, temendo di essere accusata di esagerare o di compromettere il clima universitario. Un silenzio che oggi pesa come un macigno, mentre la comunità accademica di Messina si interroga su come sia stato possibile non cogliere i segnali di allarme.

La reazione delle istituzioni e dell’opinione pubblica

La notizia dell’omicidio ha suscitato un’ondata di indignazione e dolore in tutta Italia. Numerosi esponenti politici hanno espresso il proprio cordoglio, chiedendo che venga fatta piena luce sulla vicenda e che vengano rafforzate le misure di prevenzione contro la violenza di genere. La ministra dell’Università ha annunciato l’intenzione di promuovere un protocollo nazionale contro le molestie nei contesti accademici, mentre a Messina è già stata indetta per domani una fiaccolata in memoria di Sara. Le associazioni femministe hanno rilanciato la necessità di un cambio culturale profondo, che renda inaccettabile ogni forma di sopraffazione e controllo maschile sulle donne.

Il passato del killer e il profilo psicologico

Stefano Argentino era conosciuto nell’ambiente universitario come un ragazzo introverso e solitario, con un rendimento scolastico discontinuo e difficoltà relazionali. Gli inquirenti stanno scavando nel suo passato per capire se avesse già manifestato comportamenti violenti o ossessivi nei confronti di altre ragazze. Dai primi accertamenti emerge un quadro inquietante: il giovane avrebbe trascorso le ultime settimane consultando siti e forum dedicati a tematiche misogine e radicalizzando progressivamente la propria visione del rapporto con l’altro sesso. Un campanello d’allarme che, ancora una volta, non è stato ascoltato.

Il peso sociale di un delitto che si ripete

L’omicidio di Sara Campanella si inserisce in una lunga e tragica scia di femminicidi che continuano a insanguinare il nostro Paese. Dall’inizio dell’anno, sono già oltre venti le donne uccise per mano di uomini che non accettavano la fine di una relazione o un rifiuto. Una violenza che non conosce confini geografici o sociali e che interroga la società italiana nella sua interezza. La storia di Sara è l’ennesima dimostrazione che la cultura del possesso, dell’ossessione e della sopraffazione maschile sulle donne resta un cancro difficile da estirpare.
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