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Shein riduce la valutazione in vista dell’IPO a Londra: investitori in fuga sul mercato secondario

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Shein riduce la valutazione in vista dell’IPO a Londra: investitori in fuga sul mercato secondario

Shein si avvicina alla quotazione in Borsa con una valutazione significativamente ridotta rispetto alle aspettative iniziali. Dopo aver cercato senza successo di approdare a Wall Street, l’azienda ha spostato il proprio focus sulla Borsa di Londra, ma il valore stimato è passato dai 100 miliardi di dollari ipotizzati a un range compreso tra 25 e 30 miliardi.

Shein riduce la valutazione in vista dell’IPO a Londra: investitori in fuga sul mercato secondario

La revisione al ribasso è accompagnata da una crescente pressione normativa e da una riduzione della fiducia da parte degli investitori. Questi ultimi, infatti, stanno cercando di dismettere le proprie quote sul mercato secondario, accettando sconti rilevanti pur di monetizzare prima della quotazione ufficiale.

Un'IPO difficile tra regolamentazioni più stringenti e nuove barriere commerciali

Shein ha costruito il proprio modello di business su una supply chain altamente efficiente e sulla possibilità di vendere direttamente ai consumatori a prezzi estremamente competitivi. Tuttavia, questo assetto si scontra con un contesto normativo in evoluzione che pone nuovi limiti operativi.

Il primo ostacolo significativo è stato il fallimento del tentativo di quotazione a Wall Street, frenato da preoccupazioni legate alla tracciabilità della supply chain e alle normative ESG. La Financial Conduct Authority (FCA) del Regno Unito ha a sua volta posto requisiti più stringenti in termini di trasparenza, chiedendo chiarimenti sulla provenienza del cotone utilizzato nelle filiere produttive, con particolare attenzione alla regione cinese dello Xinjiang.

A pesare sul business model del gruppo si aggiunge la recente decisione dell’ex presidente Donald Trump di eliminare l’esenzione dai dazi sulle importazioni di basso valore. Fino a oggi, Shein ha beneficiato del regime "de minimis", che permetteva di importare prodotti sotto gli 800 dollari senza pagare tariffe doganali. La rimozione di questa esenzione potrebbe tradursi in un incremento significativo dei costi operativi, incidendo sulla marginalità e rendendo meno competitivo il prezzo dei prodotti per il mercato statunitense.

Il mercato secondario segnala il calo di fiducia degli investitori

L’incertezza sull’IPO e il nuovo contesto normativo hanno portato a un deciso riposizionamento degli investitori. Molti azionisti di Shein stanno cercando di disimpegnarsi dal capitale della società prima della quotazione, cedendo le proprie quote sul mercato secondario con sconti fino al 40% rispetto alle valutazioni iniziali.

Questo trend riflette il timore che la quotazione a Londra possa non garantire le performance attese, soprattutto alla luce della crescente competizione nel settore e della pressione normativa sempre più stringente sui modelli di fast fashion.

Prospettive: sostenibilità del modello sotto esame

Nonostante le difficoltà, Shein resta un attore dominante nel comparto del fast fashion, con un fatturato annuale in crescita e un solido posizionamento nel mercato globale. Tuttavia, la sfida principale per il gruppo sarà dimostrare la sostenibilità del proprio modello di business di fronte a un cambiamento strutturale del contesto regolatorio e competitivo.

Se l’IPO a Londra non dovesse attrarre investitori sufficienti, Shein potrebbe trovarsi in difficoltà nel finanziare la propria crescita futura e nel mantenere il proprio vantaggio competitivo. La reazione del mercato nelle prossime settimane sarà determinante per valutare il futuro della società nel segmento della moda digitale.

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