Stato di emergenza: è un coro di no all'ipotesi di prorogarlo

- di: Diego Minuti
 
L'ipotesi che il governo decida di prorogare lo stato di emergenza - che scade alla fine di luglio - fino a tutto il 2021 - sta raccogliendo molte e qualificate voci contrarie che sottolineano, sia pure con argomentazioni diverse, come una misura del genere sarebbe difficilmente giustificabile, e non solo dal punto di vista politico o, come qualcuno ha detto, di ferita alla nostra democrazia.
Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, in una intervista ha detto con chiarezza di ''non trovare una spiegazione all’eventuale dichiarazione governativa dello stato di emergenza".

Per Cassese, "lo stato di emergenza può essere dichiarato molto rapidamente, con una decisione del Consiglio dei ministri. Per convocare il Consiglio dei ministri, basta qualche ora. Non vedo quindi quale necessità ci sia di 'tenersi pronti'". Secondo Cassese le democrazie "devono avere abbastanza anticorpi per sopravvivere alle malattie. Debbono poter reagire alle condizioni di necessità con strumenti ordinari, eventualmente con procedure accelerate, ma senza ricorrere né a emergenze, né ad eccezioni''. "Le istituzioni e le procedure normali" - ha sostenuto ancora Cassese - "devono consentire anche un passo più spedito, senza dover ricorrere ad aggiramenti. Se non lo consentono, vanno modificate, senza cercare scorciatoie".
Contro il prolungamento dello stato di emergenza si è schierato anche Lettera 150, think tank, nato all’inizio della pandemia, che raggruppa circa 300 esperti di diverse aree accademiche. Secondo Lettera 150 "non esiste più una situazione di emergenza in senso giuridico né sussistono condizioni di pericolo sanitario grave e imminente che giustifichino la proroga dello stato di emergenza. Una ulteriore sospensione della Costituzione rappresenterebbe un atto gratuito e spropositato".

"La dichiarazione di stato di emergenza" - si legge in un comunicato di Lettera 150 - "è lo strumento giuridico necessario dinanzi a una calamità improvvisa, imprevista, eccezionale. Proprio per tali motivi l’emergenza non può che essere temporanea, come più volte ricordato dalla Corte Costituzionale e personalmente dalla sua ex Presidente Marta Cartabia, oggi Ministro della Giustizia. In questo momento non esiste una situazione di emergenza in senso giuridico, né sussistono condizioni di pericolo sanitario grave e imminente. Dunque la proroga corrisponderebbe ad una sospensione, compiuta con atto amministrativo, della Costituzione: un atto gratuito, sproporzionato e immotivato che potrebbe rappresentare un grave precedente, idoneo a legittimare future, ulteriori derive anche di tipo autoritario".

Per Giuseppe Valditara, giurista dell'Università di Torino e coordinatore del think tank, se il rischio della pandemia dovesse ripresentarsi, "ben si potrà intervenire con decreti legge approvati dal Parlamento, piuttosto che con ordinanze della presidenza del consiglio dei ministri come avvenuto nel perdurare dello stato di emergenza".
Il comunicato di Lettera150 si chiude con un "appello alle istituzioni e alle forze politiche affinché la pandemia non sia strumentalizzata e non diventi il pretesto per una ulteriore sospensione della Costituzione che sempre più ci spingerebbe verso una democrazia di tipo autoritario".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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