• 8501 intesa GREEN 25
  • POSTE25 850 1

Lo Stretto di Hormuz al centro della crisi: perché questo passaggio marittimo può infiammare il mondo

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Lo Stretto di Hormuz al centro della crisi: perché questo passaggio marittimo può infiammare il mondo
Nel cuore della crisi tra Iran e Israele, uno dei punti più delicati e strategici del pianeta torna al centro dell’attenzione internazionale: lo Stretto di Hormuz. Questo sottile corridoio marittimo, largo appena 39 chilometri nel suo punto più stretto, separa il Golfo Persico dal Golfo dell’Oman e rappresenta una delle arterie fondamentali del commercio energetico globale. Ogni giorno, circa 17 milioni di barili di petrolio – un quinto della produzione mondiale – transitano da qui. Ogni tensione nell’area si riflette immediatamente su mercati finanziari, approvvigionamenti energetici e dinamiche diplomatiche.

Lo Stretto di Hormuz al centro della crisi: perché questo passaggio marittimo può infiammare il mondo

L’Iran, che controlla la sponda settentrionale dello Stretto, ha da tempo dichiarato che in caso di minacce alla sua sicurezza o di attacchi diretti ai suoi impianti nucleari e militari, potrebbe chiudere il passaggio. Si tratta di una minaccia reiterata più volte, che negli ultimi giorni è tornata d’attualità dopo i bombardamenti israeliani su Teheran e il ferimento di civili a Beersheba. La possibilità che Teheran ricorra a un blocco navale o a un attacco alle petroliere straniere è considerata concreta da numerosi analisti. Uno scenario simile porterebbe a un’impennata immediata del prezzo del petrolio e potrebbe innescare reazioni militari di Stati Uniti, Arabia Saudita o Regno Unito, già presenti nell’area con flotte navali.

Un precedente inquietante: le crisi del 1988 e del 2019

Non è la prima volta che lo Stretto di Hormuz è al centro delle crisi globali. Nel 1988, durante la guerra Iran-Iraq, fu teatro di un confronto diretto tra l’Iran e la marina statunitense, culminato con l’abbattimento di un aereo civile iraniano da parte degli USA. Più di recente, nel 2019, l’area ha vissuto momenti di massima tensione dopo il sequestro reciproco di petroliere britanniche e iraniane, in risposta alle sanzioni americane. Ogni volta che la tensione esplode, le assicurazioni per le navi commerciali aumentano e gli armatori iniziano a dirottare le rotte, con conseguenze su tempi, costi e disponibilità di greggio.

Le potenze mondiali temono il blocco: Mosca e Pechino osservano, Washington si prepara

In questa nuova fase di conflitto, lo spettro di una chiusura dello Stretto preoccupa non solo l’Europa ma anche le principali potenze mondiali. Mosca ha lanciato un chiaro monito contro il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti, avvertendo che ogni destabilizzazione nell’area comprometterebbe l’equilibrio del mercato energetico e accrescerebbe il rischio di uno scontro diretto tra superpotenze. Pechino, da parte sua, segue con estrema attenzione gli sviluppi: la Cina importa gran parte del suo fabbisogno petrolifero proprio attraverso Hormuz. L’ipotesi che Washington decida di schierare ulteriori unità navali o autorizzare interventi mirati per garantire la sicurezza delle rotte è attualmente sotto esame alla Casa Bianca.

Le ripercussioni sull’Europa: vulnerabilità energetica e instabilità politica


Per l’Unione Europea, la crisi dello Stretto di Hormuz rappresenta una minaccia doppia: da un lato l’approvvigionamento energetico, già messo a dura prova dalla guerra in Ucraina e dalla necessità di diversificare le fonti; dall’altro il rischio che la tensione in Medio Oriente alimenti nuove ondate migratorie e una recrudescenza del terrorismo internazionale. L’Italia, così come Francia e Germania, si trova in una posizione complessa: partner storici degli Stati Uniti ma anche attori interessati a mantenere un canale di dialogo con Teheran, soprattutto per evitare un collasso della sicurezza mediterranea.

Uno scenario fragile che può cambiare il volto del mondo

Lo Stretto di Hormuz non è solo una linea d’acqua, ma un termometro geopolitico. Ogni missile lanciato, ogni nave fermata, ogni minaccia pronunciata in quest’area ha un impatto globale. La crisi in corso tra Iran e Israele – che già coinvolge le grandi potenze – potrebbe diventare irreversibile se si dovesse concretizzare un’azione militare o commerciale su questo snodo vitale. È per questo che il vertice di Ginevra e gli appelli alla prudenza si caricano di un’urgenza estrema: mantenere aperto Hormuz significa, in definitiva, mantenere aperta una finestra di stabilità in un mondo sempre più fragile.
Notizie dello stesso argomento
Trovati 28 record
Pagina
1
15/07/2025
I cani viaggeranno gratis sui treni del Gruppo FS fino al 15 settembre
Il Gruppo Ferrovie dello Stato scende in campo al fianco dei viaggiatori padroni di cani
15/07/2025
Privacy, sanzioni record da 24 milioni nel 2024: il Garante avverte sui rischi dell’IA, soprattutto per i minori
Nel 2024 l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha riscosso sanzioni per ...
15/07/2025
Torna il caldo sull’Italia: bollino arancione a Perugia, 11 città in giallo
L’estate torna a farsi sentire sull’Italia con una nuova ondata di caldo
15/07/2025
Trump arma l’Ucraina e minaccia Putin: “50 giorni o dazi al 100%”
Via libera ai Patriot pagati dall’Europa. Trump sfida Putin con un ultimatum esplosivo: ar...
14/07/2025
L’Intervento/ Trump: a brigante, brigante e mezzo!
Trump minaccia l’Europa con dazi del 30% e toni mafiosi: “Se reagite, triplico tutto”. Per...
14/07/2025
La Balena bruciata alla Triennale: il gesto di un uomo solo e la fragilità dello spazio pubblico
L’incendio che ha distrutto la Balena di Jacopo Allegrucci davanti alla Triennale di Milan...
Trovati 28 record
Pagina
1
  • POSTE25 720
  • 720 intesa GREEN 25