Trump festeggia 100 giorni tra sondaggi in picchiata e nuovi fronti di guerra

- di: Marta Giannoni

28/04/2025

Trump festeggia 100 giorni tra sondaggi in picchiata e nuovi fronti di guerra

Dazi, Ucraina, Gaza: il presidente ignora il crollo di popolarità e rilancia su tutti i tavoli, sognando già il 2028.
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A Washington l’aria è tesa, e non solo per l’avvicinarsi della scadenza simbolica dei primi 100 giorni di Donald Trump al suo secondo mandato. Domani, martedì 29 aprile, il presidente celebrerà il traguardo con un comizio dal sapore elettorale a Harrisburg, Pennsylvania, ostentando sicurezza mentre i sondaggi lo inchiodano come il presidente più impopolare della storia moderna.
Secondo una rilevazione Associated Press-NORC, solo il 39% degli americani approva l’operato di Trump. Numeri confermati da Washington Post (41%) e CNN (40%), che sottolineano come mai un presidente, nemmeno Jimmy Carter o George W. Bush, avesse registrato simili livelli di disapprovazione a questo punto del mandato.
Ma Trump, come sempre, tira dritto. Secondo indiscrezioni raccolte da Reuters, starebbe già lavorando a nuovi “siluri politici” per i prossimi 100 giorni. Sul tavolo: dazi contro l’Europa e la Cina, un’azione diplomatica improvvisata sull’Ucraina e Gaza, e il rafforzamento della stretta migratoria che ha già provocato polemiche e valanghe di ricorsi legali.
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Sull’orlo della recessione, ma avanti tutta sui dazi
Il grande progetto di Trump per il secondo trimestre è il completamento della “rivoluzione tariffaria” annunciata il 2 aprile, durante quello che il tycoon ha ribattezzato il “giorno della liberazione economica”. Entro luglio scadranno infatti i 90 giorni di pausa concessi sulle tariffe reciproche con Ue e Cina: il rischio è che, in mancanza di accordi, scattino dazi massicci in grado di scuotere l’economia globale.
Wall Street ha già lanciato il suo verdetto: dall’annuncio dei dazi, l’indice S&P 500 ha perso oltre il 6%. Anche il Fondo Monetario Internazionale, tramite il capo economista Pierre-Olivier Gourinchas, ha avvertito: “Le misure protezionistiche degli Stati Uniti possono aggravare il rischio di una recessione globale”.
Malgrado tutto, i negoziati languono. Con l’Europa, i colloqui sono impantanati su agricoltura e acciaio, mentre con Pechino le discussioni devono ancora formalmente iniziare. “Trump vuole un’intesa entro l’estate, ma sta alzando la posta a ogni giro di trattativa”, ha spiegato a Politico un funzionario dell’amministrazione rimasto anonimo.
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Ucraina, Gaza e Iran: la diplomazia confusa della Casa Bianca
Sul fronte geopolitico, Trump rivendica presunti progressi nei colloqui di pace sull’Ucraina. L’incontro con Volodymyr Zelensky il 25 aprile, a margine dei funerali di Papa Francesco in Vaticano, è stato definito da Marco Rubio, segretario di Stato, “costruttivo”. Ma a porte chiuse, i diplomatici USA ammettono che “nessun passo concreto è stato compiuto”,
Il presidente continua a promettere una pace rapida – “entro sei mesi”, ha detto – ma gli esperti restano scettici. “Le condizioni sul terreno rendono un cessate il fuoco stabile altamente improbabile”, ha commentato Richard Haass, presidente emerito del Council on Foreign Relations.
Anche sul dossier Gaza-Israele, Trump si muove su un terreno scivoloso. Da un lato, la Casa Bianca spinge per un accordo umanitario. Dall’altro, il riavvicinamento con l’Iran, mirato a rilanciare l’accordo nucleare, sta irritando Benjamin Netanyahu, che ha definito l’apertura a Teheran “una minaccia esistenziale per Israele”.
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Migranti e Doge Musk: tra successi vantati e cause legali
Tra i "successi" che Trump presenterà agli elettori spicca la stretta sull’immigrazione. Gli arrivi al confine meridionale sono crollati del 45% rispetto a gennaio, secondo i dati del Department of Homeland Security. Ma, dietro i numeri, le polemiche montano: decine di azioni legali sono state avviate, dopo che anche cittadini americani minorenni sono stati erroneamente deportati.
Nel frattempo, il progetto di “snellimento del governo” affidato a Elon Musk – nominato “Doge per l’Efficienza” – è in fase di chiusura. Dopo migliaia di licenziamenti, le spese federali non sono diminuite come previsto: anzi, il costo degli indennizzi e delle cause legali ha vanificato i risparmi. “Un fallimento totale”, ha commentato su X (ex Twitter) la senatrice democratica Elizabeth Warren.
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Un futuro incerto, ma Trump sogna ancora il terzo mandato
In questo contesto di tensioni interne ed esterne, Trump guarda già al futuro. Non si accontenta di immaginare la rielezione nel 2028: sul suo sito ufficiale sono comparsi cappellini con lo slogan “Trump 2028 – Make America Even Greater”. Un chiaro segnale di sfida, sebbene la Costituzione americana vieti un terzo mandato.
“Non escludo nulla”, ha scherzato il presidente parlando con i suoi sostenitori a Mar-a-Lago.
Nel frattempo, tra dazi, guerre sospese e tribunali mobilitati, l’America dei 100 giorni di Trump appare più divisa e fragile che mai. E la strada verso i prossimi 100 giorni si annuncia ancora più accidentata.

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