Trump annuncia tregua: stop a “guerra dei 12 giorni” tra Iran-Israele
- di: Jole Rosati

Tregua in tre fasi, Qatar facilitatore e mercati in festa. Ma si tratta di una parentesi fragile.
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Gli accordi sul campo: una tregua in tre atti
L’ex presidente americano Donald Trump ha annunciato tramite Truth Social un accordo per un “cessate il fuoco completo e totale” fra Iran e Israele, battezzando il conflitto come “guerra dei 12 giorni”. Secondo la sua descrizione, Iran avrebbe interrotto subito le ostilità, Israele avrebbe seguito dopo 12 ore, con la conclusione ufficiale dopo 24 ore.
Il Qatar mediatore silenzioso
Fondamentale è risultato il ruolo del Qatar. Il primo ministro Qatariota, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, avrebbe convinto i vertici iraniani a dire sì al cessate il fuoco, su richiesta di Trump. Solo più tardi un funzionario iraniano ha confermato di aver accettato, a condizione che Israele interrompesse le operazioni entro le 4 AM (ora di Teheran).
Contesto crudele: bombe e blackout
Il conflitto è esploso il 13 giugno, quando Israele ha lanciato attacchi massicci su impianti nucleari e siti militari in Iran, eliminando personalità chiave, compresi scienziati e ufficiali dell’intelligence. L’Iran ha reagito con missili su Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa, causando vittime civili.
Il 22 giugno gli USA hanno colpito con l’operazione “Midnight Hammer” tre siti nucleari iraniani (Natanz, Fordow, Isfahan). In risposta, l’Iran ha colpito la base USA di al Udeid in Qatar, lanciando sei missili intercettati. Lo stesso giorno, il parlamento iraniano ha votato la chiusura dello stretto di Hormuz, decisione vincolata all’approvazione del Consiglio di Sicurezza nazionale.
In Iran ci sono stati blackout Internet in città come Teheran, Isfahan e Shiraz, sia per attacchi, sia per restrizioni governative, con attivazione di Starlink per mantenere connettività .
Mercati sollevati
Il post di Trump ha scatenato i mercati: petrolio sceso del 7–7,2 %, scendendo a sotto 66 $/barile, mentre i future S&P500 sono saliti e il dollaro è sceso, trainati dalla riduzione del rischio geopolitico.
Diversi analisti hanno ricondotto il calo petrolifero al ruolo di Pechino, Mosca e New Delhi, i “silenti alleati” di Teheran, che non hanno spinto per dare continuità al conflitto, segnalando de-escalation. Commentatori come Suzuki (SMBC), Sycamore (IG), Attrill (NAB), Pavlik (Dakota Wealth) e Hogam (B. Riley), pur ottimisti, hanno sottolineato che restano incognite legate alla durata della tregua e al nucleare iraniano.
Parole e promesse: Trump in modalità “pastorale”
Trump ha definito l’accordo “storico per gli USA, Israele e il mondo”, ispirando fiducia e benevolenza: “Dio benedica Israele, Dio benedica l’Iran…” . Lo ha definito “un momento che poteva durare anni” senza tregua.
Le reazioni ufficiali (e tacite)
• Iran: MF Araghchi ha detto – il 23 giugno – che non c’era ancora un’intesa formale, ma l’Iran avrebbe fermato i raid se Israele smettesse entro le 4 AM.
• Israele: nessun commento ufficiale, ma l’esercito ha mantenuto intercettazioni aeree e attivato sirene nelle principali città .
• ONU e comunità internazionale: l’UE, G7, Giordania e Kuwait hanno chiesto cautela, mentre la Russia ha difeso il diritto d’Iran alla difesa. L’Onu ha tenuto riunioni urgenti .
Scenario a venire: incognite aperte
• Chiusura dello stretto di Hormuz? almeno finora non si è verificata, ma resta una minaccia: il parlamento ha approvato la misura, in attesa del via libera del Consiglio supremo.
• Nucleare iraniano: nessun organo internazionale ha ancora confermato il danneggiamento degli impianti. L’IAEA aveva segnalato, già il 12 giugno, non conformità iraniane .
• Stabilità regionale: sebbene la tregua al momento regga, sirene, blackout, tensioni e commenti ambigui indicano che il conflitto non è concluso, ma solo sospeso.
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Una parentesi fragile
Questa tregua appare come una parentesi fragile, sospesa tra alta diplomazia (con Qatar e Usa in primo piano) e pressioni militari (Israele prima, Iran e USA poi). I mercati festeggiano, ma sotto la superficie ribollono tensioni: nucleare, stretto di Hormuz, ruoli internazionali. Il grande bluff trionfalista di Trump – che ha trasformato una mediazione complessa in un annuncio virale – ora deve misurarsi con la realtà: territori scossi, infrastrutture compromesse, timori di un ritorno al conflitto.