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Unicredit: i numeri del 2022 giustificano altri tre milioni per la remunerazione dell'AD Orcel?

- di: Redazione
 
Unicredit: i numeri del 2022 giustificano altri tre milioni per la remunerazione dell'AD Orcel?
Non sappiamo se il Consiglio di amministrazione di Unicredit abbia agito spinto dalla riconoscenza nei confronti dell'AD Orcel, quando ha deliberato che meriti un consistente aumento della remunerazione, tra il 20 e il 40 per cento di quella attuale, sia stato spinto da considerazioni meramente contabili (tu mi hai fatto guadagnare e io ti ringrazio aumentandoti lo stipendio).Oppure, chissà, abbia ceduto umanamente alle argomentazioni di Orcel, magari un ''tengo famiglia'' che ha indotto il CdA a calarsi nelle difficoltà domestiche dell'AD, alle prese, come tutti noi, con l'aumento delle bollette della luce e del gas. Come tutti i normali cittadini.

Unicredit: i numeri del 2022 giustificano altri tre milioni per la remunerazione dell'AD Orcel?

In ogni caso la decisione, che è in via di ratifica, consentirà ad Orcel di aggiustare sensibilmente le finanze familiari. Anche perché quel range tra minimo e massimo dell'aumento si traduce in un passaggio dagli attuali 7,5 milioni all'anno ad almeno 9 milioni, che potrebbero tranquillamente essere alla fine 10 e mezzo. Il tutto motivato con gli ottimi risultati dello scorso anno di Unicredit. Condizione certo di privilegio, ma che, a dare un'occhiata ai colossi bancari europei, non è che sia un unicum. O almeno che sia una cosa talmente eccezionale da farne la motivazione di così consistente balzo nella remunerazioni.

Si dirà: visto quanto ha fatto guadagnare a Unicredit è giusto che Orcel abbia un riconoscimento. Eppure a noi, che siamo sempre stati convinti sostenitori del merito e di come esso debba essere premiato, è venuto in mente un piccolo calcolo meramente matematico. Se dividiamo tre milioni (ovvero la differenza tra attuale e futura remunerazione) per trentamila (quanto, in euro, è lo stipendio medio lordo di un bancario italiano) il numeretto che viene fuori è, tondo tondo, 100. Ovvero, a volerci divertire, potremmo dire che per gratificare l'amministratore delegato - che non ha certo uno stipendio da fame, anche se nella media dei suoi pari qualifica in giro per il mondo - il Consiglio d'Amministrazione di Unicredit si è negata la possibilità di assumere cento persone, cento giovani, cento padri o futuri padri di famiglia.

Oddio: che brutta cosa che abbiamo detto. Ma appunto perché brutta non deve essere ignorata. Certo i piani dell'istituto sono chiari e prevedono quasi un bilanciamento tra uscite (non licenziamenti) e assunzioni, ma c'è da chiedersi che effetto farà leggere i numeri di Orcel, quando diventeranno ufficiali. Ma ci sono periodi in cui le notizie sorprendenti o negative arrivano una dopo l'altra. Quindi, quella della ''gratificazione'' del CdA per il suo ad , segue la notizia delle dimissioni dell’ex presidente del comitato remunerazione di Unicredit, Jayne-Anna Gadhia, azzoppata dall'accusa di avere diffuso informazioni riservate pochi giorni prima delle decisioni in merito del board. Cosa che quanto meno mette leggermente in dubbio l'unanimità sul dossier ''Orcel'', anche guardando a quelle che potrebbero essere le reazioni di importanti player, quali fondi e azionisti di minoranza. Comunque per Gadhia si tratta di un atterraggio molto morbido, perché, appena pochi giorni fa, è stata nominata presidente di Moneyfarm.
Dopo che saranno testate le reazioni degli investitori, la pratica correrà veloce e la proposta di aumento delle competenze di Orcel potrebbe passare dall'assemblea dei soci il 31 marzo. Comunque, a dirla tutta, la proposta di fare volare la remunerazione dell'AD poggia su basi solide perché Unicredit ha chiuso il 2022 con un utile netto di 5,4 miliardi e ricavi totali a 19,1 miliardi (+10% anno su anno).
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