Unioncamere, imprese: “+28mila tra aprile e giugno (+0,5%), Mezzogiorno in affanno rispetto al 2022. Ma il 47% dei lavoratori è introvabile”

- di: Barbara Bizzarri
 

Anche se dal monitoraggio dei fabbisogni delle imprese a luglio erano previste 587 mila assunzioni che, per il 47%, si tratta di profili che non si trovano (e se passiamo ai profili specializzati, come quelli delle lauree Stem, l'indice sale al 67%), tanto da far dichiarare al presidente di Unioncamere nazionale, Andrea Prete (nella foto), che “c'è un disallineamento forte tra i processi formativi e le competenze che cercano le imprese e questo va colmato” durante il suo intervento a margine dell'incontro "Il mediterraneo alla sfida delle transizioni" organizzato da Confindustria Sicilia a Ustica, dall’analisi trimestrale Movimprese relativa al periodo aprile-giugno 2023, condotta da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, emerge che i servizi alle imprese e il turismo sistema delle imprese italiane continua a mostrare resilienza, insieme a qualche slancio di dinamismo.

Unioncamere, imprese: “+28mila tra aprile e giugno (+0,5%)"

I dati del secondo trimestre 2023 evidenziano un saldo positivo tra aperture e chiusure di imprese, con un aumento complessivo di 28.286 nuove aziende nel periodo aprile-giugno. Il risultato, sebbene rappresenti un segnale incoraggiante, è tra i meno brillanti nell'arco degli ultimi dieci anni. Uno dei principali elementi che ha influenzato il quadro demografico delle imprese nel secondo trimestre dell’anno è stato il basso numero di iscrizioni (79.277), il secondo peggior risultato del decennio, superato solo da quello “pandemico” del 2020. Allo stesso tempo, le cessazioni hanno sfiorato le 51mila unità (50.991), valore che pur restando al di sotto della media del periodo pre-covid rappresenta il terzo aumento consecutivo nell’arco dell’ultimo triennio. 

Nonostante il Sud registri il saldo maggiore in termini assoluti (9.006 imprese in più), è proprio il Mezzogiorno che subisce la flessione più marcata in termini di tasso di crescita, passando dal +0,55% di 12 mesi fa al +0,44% del trimestre da poco concluso. Il Nord-Ovest e il Centro sono le due aree geografiche che condividono il primato per l’incremento relativo più elevato (+0,5%). In tutte le regioni, il trimestre si è chiuso comunque con il segno positivo: dalla Lombardia (5.663 imprese in più all’appello), al Molise (+87). Tutte le circoscrizioni hanno comunque fatto registrare un tasso di crescita inferiore a quello misurato nel corrispondente trimestre dello scorso anno.

Il Bilancio Dei Settori

Se si eccettua l’industria estrattiva (settore numericamente limitato a sole 3.664 imprese), tutti i settori hanno messo a segno saldi positivi nel trimestre. Meglio degli altri, in termini assoluti, ha fatto il settore delle costruzioni, uno tra i più rilevanti per numero di realtà esistenti, con 6.025 imprese in più. A ruota, altri due comparti sugli scudi da qualche tempo, quello degli alberghi e ristoranti (+4.436 unità) e quello delle attività professionali, scientifiche e tecniche (3.753 imprese in più rispetto alla fine di marzo). Bene anche il commercio (+2.670) e i servizi alle imprese (come noleggio e agenzie di viaggio) con +2.507. In termini relativi, le performance migliori vengono dai settori legati ai servizi: +1,5% le attività professionali scientifiche e tecniche, +1,2% le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese e +1% per le attività sportive, di intrattenimento e divertimento.

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