Un team di ricercatori dell’Università di Trieste ha messo a punto un metodo diagnostico innovativo e a basso costo per monitorare in modo rapido la salute dei polmoni, basato sulla risonanza magnetica nucleare a basso campo (LF-NMR). Si tratta di uno strumento in grado di analizzare le proprietà dell’espettorato e di fornire, in pochi minuti, un indicatore affidabile della funzionalità polmonare e dell’eventuale presenza di processi infiammatori.
Università di Trieste, sviluppato un test rapido che “legge” lo stato dei polmoni dal muco
Il nuovo test può avere un impatto concreto soprattutto per i pazienti affetti da patologie respiratorie croniche produttive, come la fibrosi cistica e la broncopatia cronico-ostruttiva (BPCO), in cui la produzione di muco denso e viscoso compromette la qualità della vita e la capacità respiratoria. Secondo i ricercatori potrà essere utile anche nella gestione dell’asma, dove il monitoraggio frequente della condizione del muco può orientare meglio le decisioni terapeutiche.
Come funziona il test
Il campione di espettorato viene analizzato attraverso la tecnologia LF-NMR, che valuta il comportamento degli atomi di idrogeno dell’acqua presenti nel muco. Da questo segnale fisico è possibile tradurre i dati in parametri clinicamente rilevanti: viscosità, elasticità, contenuto di solidi e struttura del reticolo polimerico. Questi valori sono strettamente correlati allo stato clinico del paziente e consentono al medico di comprendere in tempo reale se la malattia è in fase stabile o se sta progredendo verso una condizione più critica.
Velocità, economicità e possibilità di uso in ambulatorio
Uno dei punti di forza del metodo, spiegano i ricercatori, è la rapidità. L’esame restituisce un risultato in tempi brevi, senza richiedere laboratori complessi o operatori altamente specializzati. È inoltre non invasivo, ripetibile e adatto anche a controlli frequenti, caratteristica che lo rende adatto al monitoraggio clinico continuo nei pazienti cronici.
La genesi dell’intuizione
“L’idea di applicare la risonanza magnetica nucleare a basso campo allo studio dell’espettorato nasce da una riflessione interdisciplinare”, spiegano Mario Grassi, professore ordinario di Principi di ingegneria chimica, e Michela Abrami, ricercatrice dello stesso Dipartimento dell’Università di Trieste. La tecnologia LF-NMR è infatti già utilizzata nel controllo della qualità in campo alimentare, dove viene impiegata per valutare la struttura interna dei materiali e la presenza di acqua. Il gruppo di Trieste ha intuito che lo stesso principio fisico poteva essere adattato allo studio del muco respiratorio per ricavarne parametri clinici utili.
Perché è considerato un test “unico nel suo genere”
Il metodo si distingue da altre soluzioni oggi disponibili perché non fotografa solo la presenza di muco, ma analizza le sue caratteristiche strutturali. Questo permette di ottenere un’informazione dinamica e funzionale, molto più vicina a ciò che realmente avviene nei polmoni. Il risultato è un indicatore affidabile dell’evoluzione della patologia e dello stato infiammatorio, utile per personalizzare terapie e adeguare i trattamenti.
Prospettive cliniche
Secondo il gruppo di ricerca, il test potrebbe affiancare i metodi diagnostici già esistenti, offrendo una risorsa in più ai clinici, soprattutto dove è necessario decidere rapidamente eventuali modifiche terapeutiche. La semplicità dell’esame ne consente l’uso anche in contesti ambulatoriali, senza strumentazione complessa, e con costi contenuti.