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Vendite al dettaglio: "Allarme sul crollo degli acquisti alimentari"

- di: Daniele Minuti
 
Vendite al dettaglio: 'Allarme sul crollo degli acquisti alimentari'
Non si ferma il trend al ribasso dei consumi in Italia, con le vendite al dettaglio che scendono dello 0,4% in valore e dell'1,1% in volume ad agosto mentre su base annua, l'Istat stima un aumento del 4,3% in valore e un calo del 2,1% in volume per via della crescita dei prezzi.

Vendite al dettaglio: "Allarme sul crollo degli acquisti alimentari"

A preoccupare è il calo degli acquisti alimentari, in discesa sia per valore (-0,5%) che in volume (-1,4%), stesso discorso per i non alimentari che su base mensile cadono sia in valore che in volume, mentre su base annuale crescono in valore calando in volume.

Come si traducono questi dati? Con le famiglie italiane che mettono sempre meno cibo in tavola, come spiegato da Furio Truzzi, presidente Assoutenti: "È allarmante soprattutto la sensibile riduzione degli acquisti alimentari, che rispetto al 2021 diminuiscono in volume del -3,5%. I numeri dell’Istat ci dicono che gli italiani, per far fronte alla crisi in atto, non solo tagliano acquisti primari come il cibo, ma cambiano anche fortemente le proprie abitudini, puntando sempre più sul risparmio: lo dimostra la crescita delle vendite presso i discount alimentari, che ad agosto salgono del +9,5% su base annua, segnando il dato più elevato tra tutti gli esercizi commerciali. A fronte di tali dati è indispensabile che il nuovo Governo tagli subito l’Iva sia sui generi alimentari, che sui beni di prima necessità, in modo da ottenere un effetto calmierante sui listini al dettaglio".
 
Carlo Rienzi, presidente del Codacons, la vede esattamente allo stesso modo, trasmettendo le sue preoccupazioni sul futuro prossimo: "I dati Istat sulle vendite dimostrano in modo inequivocabile quanto sta accadendo sul fronte dei consumi: gli italiani spendono sempre di più per acquistare meno. Per gli alimentari, ad esempio, nonostante un aumento delle vendite in valore del 6,8%, il volume degli acquisti si riduce del 3,5%. Questo perché l’inflazione alle stelle determina un corto circuito che porta a svuotare il carrello della spesa ma a spendere sempre di più per ciò che si acquista. Di fronte a tale situazione è più mai necessario che il nuovo Governo tagli l’Iva sui beni alimentari e sui generi di prima necessità, un intervento che, contrariamente a quanto sostenuto da alcune sigle poco attente, determinerà vantaggi per le famiglie sia diretti, attraverso una riduzione immediata dei prezzi al dettaglio, sia indiretti, con una moltitudine di esercizi e attività (bar, ristoranti, strutture ricettive, ecc.), che gioveranno di una riduzione dei costi a loro carico e potranno contenere i listini al pubblico, altrimenti destinati a crescere ulteriormente nei prossimi mesi.
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