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Vendite al dettaglio in calo ad agosto: continua a pesare l'inflazione

- di: Redazione
 
Vendite al dettaglio in calo ad agosto: continua a pesare l'inflazione

Le vendite ad agosto mostrano un segno melo secondo le stime preliminari dell'Istat, che mostrano un calo su base mensile (in valore -0,4%, in volume -0,5%), e un aumento del 2,4% in valore e una diminuzione in volume del  4,1% su base annua. Rispetto al mese precedente sono in diminuzione sia le vendite dei beni alimentari (-0,2% in valore e -0,7% in volume) che quelle dei beni non alimentari (rispettivamente -0,3% e -0,4%). A livello tendenziale i beni alimentari crescono invece del 5,6% in valore e diminuiscono del 4,1% in volume, mentre i non alimentari registrano una variazione negativa sia in valore (-0,3%) sia in volume (-4,2%).

Nel trimestre giugno-agosto, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio aumentano in valore (+0,4%) e diminuiscono in volume (-1%), con i beni alimentari che crescono in valore (+1,3%) e calano in volume ( -0,7%) mentre i non alimentari diminuiscono sia in valore (-0,2%) sia in volume (-1,1%). Per quanto riguarda in particolare questi ultimi, su base mensile aumentano fortemente i Prodotti di profumeria e cura della persona (+4,7%), mentre il calo più consistente riguarda Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-6,9%).

Rispetto ad agosto 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+4,8%),  le vendite al di fuori dei negozi (+1,3%) e il commercio elettronico (+1,4%), mentre è in lieve calo per le imprese operanti su piccole superfici (-0,2%).

Confcommercio: “quadro economico complicato”

L'Ufficio Studi di Confcommercio ha così commentato i dati: “Il calo delle vendite a volume rilevato ad agosto, sia congiunturale che tendenziale - superiore alle nostre stime - è l’ulteriore conferma di un quadro economico complicato, per di più in via di estensione a quasi tutto il resto dell’Europa. Alla debolezza della domanda per consumi si associa, infatti, un calo della fiducia delle famiglie e delle imprese e lo stesso rientro delle dinamiche inflazionistiche rischia di essere rallentato da qualche tensione sulle materie prime energetiche. Solo il mercato del lavoro evidenzia ancora un andamento positivo. Per l’Italia, quella di agosto è la terza riduzione consecutiva dell’indice delle vendite a volume, la sesta su otto variazioni dall’inizio dell’anno. Nell’attuale frangente, il rallentamento dei consumi o la contrazione degli stessi sono diffusi ai vari segmenti della spesa. Tra i formati di vendita, al non nuovo successo dei discount si contrappone la difficoltà delle piccole superfici. Sotto il profilo macroeconomico, si affievolisce ulteriormente la linea di demarcazione tra stagnazione e recessione, nella direzione di quest’ultima”.

Confesercenti ha rilasciato una nota ufficiale: "L’inflazione continua a pesare sui portafogli delle famiglie, che continuano a spendere di più per acquistare di meno, e a produrre effetti negativi sull’andamento delle vendite, secondo quanto emerge dai dati Istat. E il carovita incide, in particolare, sulle imprese del piccolo dettaglio, le più penalizzate: da inizio anno stimiamo un crollo delle vendite in volume di almeno 6,5 punti percentuali, un andamento che se fosse confermato per tutto il 2023, comporterebbe una perdita di 4 miliardi di vendite nei dodici mesi. Dalle rilevazioni si conferma la dinamica per cui nonostante la crescita anche rilevante della spesa in valore, le quantità acquistate si riducono. Considerando, nel complesso, l’intero periodo da gennaio ad agosto, a fronte di un incremento del 4,1% in valore si registra, infatti, una flessione del 3,8% in volume. Riduzione che diventa crollo per le imprese che operano su piccole superfici: secondo nostre valutazioni, ad un aumento dell’1,3% in valore delle vendite corrisponde una perdita di almeno 6,5 punti percentuali in volume.
Uno scenario preoccupante, in cui il rallentamento dei consumi allontana le prospettive di ripresa della nostra economia: il continuo calo di occupazione indipendente ed i saldi negativi sulle aperture e chiusure di imprese del primo semestre 2023 ne sono la prova evidente".


Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione, ha detto: "I dati confermano il perdurare di una situazione caratterizzata dalla debolezza dei consumi, con un andamento dei volumi di vendita soprattutto nel settore alimentare che rimane in terreno negativo. La conferma di questo trend desta preoccupazione anche per l’impatto che si prefigura sull’ultimo trimestre dell’anno e sulle festività, in considerazione dell’importanza di questo periodo per l’economia delle imprese del Largo Consumo e della Distribuzione Moderna. Nell’attuale congiuntura economica che rimane complessa per le famiglie a causa del persistere degli elevati livelli inflattivi, si è attivato l’impegno concreto delle aziende della Distribuzione Moderna con l’iniziativa promossa dal Governo del ‘Trimestre anti-inflazione’. Uno sforzo che incrementa le numerose attività messe in campo dal settore ormai da quasi due anni per tutelare il potere d’acquisto degli italiani. È quindi fondamentale che anche la Legge di Bilancio preveda misure volte a sostenere i redditi, per dare un aiuto alle famiglie e per ridare impulso ai consumi, dai quali dipende anche la tenuta delle filiere del Made in Italy e dell’equilibrio economico di tante imprese".

Tags: economia
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