Vinitaly scalda i motori ed è già edizione da record. Coldiretti: "Vino prima voce dell’export agroalimentare nazionale"

- di: Barbara Leone
 
Un Vinitaly internazionale, che parla tutte le lingue del mondo e che per questa 55esima edizione si appresta a registrare il record di top buyer selezionati e ospitati anche in collaborazione con Ice Agenzia. Ad oggi, infatti, sono oltre 1000 i “superacquirenti” esteri di vino italiano da 68 Paesi già accreditati a Veronafiere dal 2 al 5 aprile: +43% rispetto al 2022, dagli Usa all’Africa, dall’Asia - con il grande ritorno della Cina e Giappone - al Centro e Sud America fino al Vecchio Continente tutto rappresentato e alle Repubbliche eurasiatiche. Un dato, questo, che incrementerà il totale del panel internazionale del business in fiera nei quattro giorni di manifestazione e che, secondo le proiezioni, dovrebbe superare il consuntivo 2022 di Vinitaly che si chiuse con 25mila buyer stranieri da 139 Paesi, il 28% degli 88mila operatori totali arrivati a Verona, facendo registrare la più alta incidenza estera di sempre.

Vinitaly scalda i motori ed è già edizione da record. Coldiretti: "Vino prima voce dell’export agroalimentare nazionale"

“Si tratta di un risultato storico, frutto di un roadshow globale senza precedenti che ha coinvolto i principali player istituzionali della promozione del made in Italy - commenta il presidente di Veronafiere SpA, Federico Bricolo -. Un deciso cambio di passo, in termini di investimenti e organizzazione, fortemente voluto dalla nuova governance con l’obiettivo di accrescere la competitività di Vinitaly in Italia e nel mondo”. Tra i 68 Paesi rappresentati a Vinitaly 55, spiccano per numerosità le delegazioni di operatori e importatori profilati da Stati Uniti e Canada, a pari merito con un contingente che supera complessivamente i 200 top buyer, con nuovi arrivi dalla grande distribuzione del Midwest e dai vertici della Nabi (National association of beverage importers, l’associazione degli importatori di vino negli Usa) e con ben undici referenti della Société des Alcools du Quèbec (Saq) e del Liquor control Board of Ontario (Lcbo), due dei più importanti Monopoli canadesi.

“La strada per la crescita del settore è sempre di più l'export, come emergerà dal rapporto dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia che presenteremo a Roma il prossimo 22 marzo –-spiega l’amministratore delegato di Veronafiere SpA, Maurizio Danese, -. Un export che negli ultimi 10 anni vede il vino tra i comparti del made in Italy a maggior tasso di crescita e una bilancia commerciale sempre più determinante per il sistema Italia. Per questo, Vinitaly 2023 accelera il percorso di rinnovamento del format che, a tendere, sarà sempre più smart e funzionale alle esigenze delle aziende e del settore stesso. Lo scenario competitivo fortemente mutato in questi ultimi due anni ci impone di efficientare le risorse economiche ed organizzative per sostenere il posizionamento delle cantine sui mercati”.

Grande attesa per il ritorno della Cina che, dopo i lockdown e i divieti prolungati, è pronta a riprendersi il proprio status di colosso emergente. Una selezione, quella realizzata dalla sede operativa di Veronafiere a Shangai unitamente agli uffici operativi della joint venture a Shenzen, che porterà a Vinitaly 130 responsabili acquisti tra cui i primi venti importatori nazionali per volume e valore come Cws, Interpocrom e Asc, i principali gruppi di primo livello dell’horeca, da Vino Bento a Wine Universe e Gruppo Bottega fino Lady Penguin e Vinehoo, le piattaforme di e-commerce più referenziate. Con un quartiere al completo e a tutto business, Vinitaly 2023 procede anche verso il cambiamento del modello organizzativo. Vanno in questa direzione, le decisioni di una opening cerimony di Vinitaly in chiave smart (2 aprile ore 11.00) per non intralciare le agende delle oltre 4mila cantine in quartiere, ma anche quella di non inserire nel palinsesto degli appuntamenti istituzionali di Vinitaly la tradizionale cena di gala. Una scelta che segna un cambio di passo rispetto al passato e che vuole privilegiare eventi in linea con la missione business di Vinitaly. Per questo è stato ideata Vinitaly & The Night, la serata inclusiva per i buyer, espositori e le nuove generazioni di produttori presenti alla rassegna in programma martedì 4 aprile al palazzo della Gran Guardia (Verona, Piazza Bra) in modalità open dalle 20 alle 24. Prosegue, inoltre, la distinzione tra operatori in fiera e winelover. A questi ultimi è dedicato Vinitaly and the City, il percorso di wine talk, tasting, mostre ed eventi del fuori salone nei luoghi più rappresentativi della città Patrimonio Unesco: Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale. In programma dal 31 marzo al 3 aprile, Vinitaly and the City è organizzato da Veronafiere con la collaborazione di Comune di Verona, Provincia di Verona e Fondazione Cariverona.

E di un’edizione da record parla anche la Coldiretti, che sottolinea come con un valore delle esportazioni salito del +10% (pari a 7,9 miliardi di euro) il vino made in Italy abbia raggiunto uno dei migliori risultati possibili. Un’eccellenza del nostro Paese, insomma, che rappresenta la prima voce dell’export agroalimentare nazionale nel 2022, oltre ad essere uno straordinario ambasciatore dello stile di vita slow e sano rappresentato dalla dieta mediterranea inserita dall’Unesco nel patrimonio immateriale dell’umanità. In occasione dell’apertura del Vinitaly, in programma domenica 2 aprile, l’associazione inaugurerà Casa Coldiretti che mette in mostra per la prima volta la storia millenaria del vino, dall’Arca di Noè allo spazio, passando per popoli, artisti, scrittori, scienziati e condottieri che nel tempo hanno raccontato il nettare di Bacco e che ora scelte e politiche insensate cercano di cancellare. Una minaccia che – afferma la Coldiretti – pesa sul balzo in valore delle bottiglie Made in Italy sulle tavole di tutto il mondo per un totale di oltre 22 milioni di ettolitri, pari al 43% dei 50,3 milioni di ettolitri ottenuti grazie alla vendemmia 2022 che sulle quantità ha confermato la leadership italiana a livello internazionale, davanti a francesi, i nostri principali concorrenti, e agli spagnoli. All’estero dunque finiscono più di 4 bottiglie su 10 con il vino che è il prodotto nazionale più presente sulle tavole straniere. A fare da traino alle esportazioni italiane ci sono gli spumanti che – evidenzia Coldiretti – segnano un +19% in valore, con il Prosecco, il vino italiano più consumato al mondo, che segna addirittura un +22%. Buona crescita – continua Coldiretti – anche per i grandi vini rossi e bianchi Docg e Doc da nord a sud del Paese, dal Piemonte alla Puglia, dal Veneto alla Sicilia, dall’Emilia Romagna all’Umbria, dalla Toscana alla Calabria. Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato delle bottiglie italiane – sottolinea la Coldiretti – per un valore di quasi 1,9 miliardi di euro in crescita del +8% nel 2022. Nel vecchio continente invece – sottolinea Coldiretti – il vino italiano spopola sulle tavole tedesche con una spesa di circa 1,2 miliardi di euro (+5%). Il successo delle bottiglie Made in Italy è confermato dal balzo del +25% delle esportazioni in Francia per un valore di oltre 289 milioni di euro, trainato dagli spumanti italiani che valgono da soli oltre di 107 milioni di euro e con una crescita del 29% fanno concorrenza in casa al famoso Champagne. Nonostante la burocrazia doganale creata dalla Brexit e l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, gli inglesi confermano il loro amore per il vino italiano per il quale nel 2022 hanno speso 812 milioni di euro (+9%), di cui circa la metà per spumanti e prosecco che registrano un balzo di quasi il 17% nei calici britannici, mentre frena la Cina a 112 milioni di euro contro i 127 milioni dell’anno precedente con un crollo di quasi il 12%. Un successo nel mondo cresciuto grazie alla strada della qualità intrapresa dalle bottiglie made in Italy che – conclude la Coldiretti – sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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