Roma si veste di teatro. Non solo quello dei palcoscenici, ma anche quello delle stoffe, delle silhouette, delle linee immaginate da Yves Saint Laurent. Alla Fondazione Nicola Del Roscio, fino al 7 marzo 2025, è in corso En Scène. Yves Saint Laurent. Costumi e scene per balletto, teatro e music-hall, una mostra che illumina un lato meno noto, ma incredibilmente affascinante, del celebre couturier francese: il suo ruolo di costumista e scenografo.
Yves Saint Laurent e il Teatro: L’Arte del Costume in Mostra a Roma
Il rapporto di Saint Laurent con il teatro è qualcosa che affonda le radici nella sua infanzia. Cresciuto con una passione smisurata per il mondo della scena, all’età di 14 anni, dopo aver assistito a una rappresentazione de L’école des femmes di Molière a Orano, in Algeria, creò il suo Illustre Petit Théâtre, un piccolo palcoscenico di marionette in cui ogni dettaglio – dai costumi alle scenografie – portava la firma della sua inesauribile immaginazione.
Questa inclinazione non rimase un semplice gioco giovanile. Già alla fine degli anni Cinquanta, il giovane stilista mise il proprio talento al servizio del balletto e del teatro, collaborando con alcuni dei più grandi coreografi e registi del tempo.
Roland Petit, Zizi Jeanmaire e il Balletto
Uno dei primi a credere nel talento di Saint Laurent fu Roland Petit, maestro del balletto moderno, che gli affidò nel 1959 la creazione dei costumi per Cyrano de Bergerac. Questa collaborazione segnò l’inizio di un sodalizio che si sarebbe ripetuto più volte nel corso degli anni. Nel 1965, all’Opéra di Parigi, Saint Laurent firmò i costumi di Notre-Dame de Paris, mentre nel 1973 realizzò quelli per La Rose Malade, entrambi balletti coreografati da Petit.
A legarlo ulteriormente a questo universo fu Zizi Jeanmaire, ballerina e musa di Petit, per la quale nel 1961 disegnò un costume destinato a diventare iconico: un abito di piume rosa e nere per Mon truc en plumes, che la trasformò in una visione onirica sul palcoscenico del Casino de Paris.
Cinema e Teatro: Buñuel, Truffaut e Cocteau
Non solo danza. Saint Laurent seppe mettere il suo talento anche al servizio del cinema e del teatro. Nel 1967, Luis Buñuel gli commissionò gli abiti indossati da Catherine Deneuve in Bella di giorno, film che consacrò la diva francese come icona di stile. Due anni dopo, vestì Jean Seberg per La mia droga si chiama Julie di François Truffaut.
Nel 1978, l’amore per il teatro trovò una nuova espressione con la realizzazione dei costumi per L’Aigle à deux têtes di Jean Cocteau, portata in scena al Théâtre de l’Athénée di Parigi.
La Mostra: un Viaggio tra Bozzetti e Sogni di Carta
L’esposizione alla Fondazione Nicola Del Roscio si concentra su questi aspetti meno esplorati della carriera di Saint Laurent, presentando una selezione di sessanta disegni e bozzetti realizzati tra il 1959 e il 1978. Curata dal designer francese Stephan Janson, la mostra permette di entrare nel processo creativo dello stilista, attraverso schizzi vibranti di colore, studi di silhouette e campioni di tessuto applicati direttamente sulla carta.
Tra i pezzi esposti, spiccano i bozzetti per Le Nozze di Figaro (1964), quelli per lo spettacolo di music-hall Zizi Je t’aime! (1972) e per il tableau Venise, un trionfo di piume e suggestioni barocche.
Conclusione: Yves Saint Laurent, il Couturier delle Scene
Se la moda è un teatro in cui gli abiti recitano la loro parte sulla passerella, il legame tra Yves Saint Laurent e il palcoscenico è sempre stato scritto nel destino. La sua visione scenografica, il senso del colore, la capacità di trasformare il corpo attraverso il tessuto lo rendono non solo uno dei più grandi couturier del XX secolo, ma anche un artista che ha saputo raccontare storie attraverso l’abito.
Questa mostra, la prima in Italia dedicata alla sua carriera di costumista e scenografo, è un’occasione imperdibile per riscoprire un maestro dell’eleganza in una veste inedita: quella di architetto del sogno teatrale.