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Draghi da Bruxelles parla di Ucraina, ma pensa alla situazione italiana

- di: Diego Minuti
 
Draghi da Bruxelles parla di Ucraina, ma pensa alla situazione italiana
Mario Draghi è tornato a prendersi la scena, dopo giorni in cui ha manifestato abbastanza chiaramente il timore che le fibrillazioni che ci sono dentro il governo (vedi: Lega, Forza Italia e Cinque Stelle) ne possano condizionare a tal punto l'operatività da rendere difficile raggiungere gli obiettivi per i quali il suo esecutivo è nato. Draghi ha colto l'occasione del Consiglio europeo straordinario per mettere in fila una serie di argomenti e considerazioni che sono sembrati essere una sorta di conferma dei suoi programmi, soprattutto alla luce del ruolo che l'Italia ha in Europa, sia per esserne uno dei Paesi più importanti, sia per un rinnovato prestigio, dopo anni di basso profilo e relativa considerazione.

L'Italia che Draghi ha disegnato, per le posizioni che ha assunto in Europa e anche per come si sta muovendo  in una difficilissima prospettiva di pace in Ucraina, è però un Paese che sa di avere davanti delle grandi difficoltà perché, ma è solo l'ultimo esempio, la crisi energetica globale è andata a impattare con violenza sulla nostra economia che dopo la pandemia stava riprendendo a camminare, e forse anche a correre, e che ora deve fare i conti con costi soprattutto energetici che si ha grande difficoltà a fronteggiare. 

E' un problema comune all'Europa, ma per l'Italia è difficile ancora di più dovendo recuperare una condizione che non la lasci più ostaggio di ricatti energetici, come accade oggi dopo esserci ''consegnati'' a Paesi produttori che, come nel caso della Russia, hanno ritenuto che questa condizione ci arruolasse d'ufficio tra i suoi amici, anche davanti ad una guerra d'aggressione, come quella portata in Ucraina.     

Di certo Mario Draghi non ha voluto - né avrebbe potuto fare diversamente - minimizzare gli effetti di una guerra che, sebbene da tempo aleggiasse sull'Ucraina, ha avuto effetti devastanti per l'economia europea. Ma sull'esito della guerra il primo ministro italiano è tornato ad indossare le vesti del difensore dei diritti dell'Ucraina dicendo che il Consiglio europeo ha semplicemente ribadito che ''Putin non possa e non debba vincere questa guerra'', il cui esito, in termini di condizioni di pace, deve essere deciso dall'Ucraina, perché, ha spiegato Draghi, ''una pace forzata non sarebbe sostenibile''. 

Tra le mille insidie di questo conflitto si insinua comunque una sola certezza: la guerra avrà conseguenze che dureranno molto nel tempo, cambiando, per effetto delle pesanti sanzioni imposte alla Russia, le linee commerciali. Ma un risultato  Draghi l'ha voluto rivendicare, come riconoscimento della linea portata avanti dall'Italia: parlando del tetto dei prezzi energetici, ha detto ''noi siamo stati accontentati nelle conclusioni'' del Consiglio d'Europa, dove ''c'è un riferimento esplicito al tetto e ora la Commissione ha ricevuto io mandato di studiare la fattibilità''.

Sarà, quindi, una estate difficile quella che il nostro Paese dovrà affrontare, una sorte comune al resto d'Europa e questo Draghi non l'ha certo voluto minimizzare. L'Italia dovrà portare un pesante fardello economico perché i rincari dei prezzi energetici potranno forse rallentare e fermarsi, ma mai tornare, in tempi stretti, ai livelli di appena pochi mesi fa. Anche perché, sebbene alcuni Paesi abbiano già attuato o annunciato un aumento della pressione fiscale sugli extra-profitti, i giganti energetici continuano a macinare introiti assolutamente inattesi. Come accade per la Norvegia che, grazie al suo petrolio, sta saturando la sua cassaforte, che ha reso il suo fondo sovrano, ancora di più, quello con la maggiore dotazione di denaro.

Ma l'Italia è lontana dalla Norvegia, da ogni punto di vista, e quindi occorre prepararsi a tempi in cui tutto il Paese dovrà farsi carico dell'ennesima situazione emergenziale. Certo, se Draghi potesse contare su un governo reso forte da una maggioranza degna di tale nome forse il cammino, sebbene pieno di insidie, potrebbe essere affrontato con un pizzico in più di fiducia. La situazione purtroppo rimane questa e Draghi più che mostrare la consapevolezza delle difficoltà non può fare. 
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