Indagine Centro studi Integratori & Salute: settore resiliente nonostante le sfide della pandemia e del nuovo contesto geopolitico

- di: Barbara Leone
 
Il mercato italiano degli integratori alimentari si dimostra essere, pur in uno scenario globale critico, dinamico e vivace, in grado di affrontare le numerose sfide dovute alla costante evoluzione del contesto geopolitico e sanitario. È quanto emerge dai risultati dell’indagine di settore “Aggiornamenti sull’impatto della pandemia da Covid-19 sul mercato” a cura del Centro Studi Integratori & Salute, l’associazione nazionale che rappresenta il comparto degli integratori alimentari e che è parte di Unione Italiana Food, associazione aderente al sistema Confindustria. L’evento di presentazione dei dati della ricerca ha visto la partecipazione della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e dell’Area Studi Mediobanca. L’indagine, a cui hanno risposto 84 aziende associate di prodotti a marchio (69% delle rispondenti), in conto terzi (26%) o entrambi (5%), è nata con l’obiettivo di valutare l’impatto dovuto alla persistenza della pandemia da Covid-19 sul mercato degli integratori nel 2021, le esigenze e le aspettative delle aziende per il futuro tenendo conto del contesto geopolitico attuale. “Le imprese - ha spiegato Giovanni Foresti, Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo -, dopo una buona tenuta nel 2020, hanno mostrato un’accelerazione nel 2021, grazie a una crescita diffusa di tutte le classi dimensionali e al traino delle imprese di più recente costituzione le aziende fondate dopo il 2010 hanno, infatti, registrato un aumento del fatturato in termini mediani pari al 26,6% tra il 2019 e il 2021.

Al contempo la marginalità e la patrimonializzazione si sono ulteriormente rafforzate: nel 2021 la mediana dell’EBITDA margin ha toccato il 13,2%, mentre il patrimonio netto in percentuale del passivo è salito al 45%; si tratta di livelli di assoluta eccellenza nel panorama economico italiano”. Gli fa eco Gabriele Barbaresco, Responsabile Area Studi Mediobanca che ha commentato così il report: “L’Italia - ha detto Barbaresco - vanta importanti primati, tra cui quello di avere il più grande mercato degli integratori alimentari in Europa, oltre un quarto del suo totale, con attese di sfiorare i 5 miliardi di vendite nel 2025. In effetti, per gli integratori alimentari, le prospettive di crescita mondiale sono molto favorevoli: quasi l’8% di crescita media annua, per un mercato globale vicino ai 240 miliardi dollari nel 2027. La finanza è interessata a sostenere questo processo: il 2021 ha segnato negli Stati Uniti il record di operazioni nel settore degli integratori, con i fondi di private equity che da soli hanno originato oltre il 30% dei deal. I multipli sono generosi: 11,5 volte l’ebitda, ma nel caso di eccellenze ci si avvicina a 20 volte”. Mentre Germano Scarpa, Presidente Integratori & Salute, ha sottolineato che “nel processo di sviluppo, le aziende sono consapevoli che dovranno tener conto anche di nuove sfide determinate da: emergenza ambientale, espansione dei processi di digitalizzazione, e-commerce ed evoluzione della comunicazione sempre più proiettata all’omnicanalità. La nostra filiera si è mostrata resiliente e in salute, evidenziando dinamiche positive nel fatturato, nella produzione in generale, nell’occupazione e negli investimenti, in particolare in ambito digitale. Tuttavia, il nuovo contesto geopolitico legato alla guerra Russia-Ucraina continuerà ad avere fortissime ripercussioni su tutti i comparti industriali e produttivi. Per il nostro settore quindi l’aumento di costi/tempistiche legati alla produzione degli integratori, la logistica, la sostenibilità e la digitalizzazione rappresentano le principali sfide del futuro”. Entrando nel dettaglio dell’indagine si evince che il mercato italiano degli integratori alimentari ha raggiunto ormai i 4 miliardi di euro e, peraltro, rappresenta un’eccellenza in termini di occupazione femminile ad alta professionalizzazione, know-how produttivo e ricerca & sviluppo.

Dall’indagine è emerso che nonostante il 70% del campione dichiari che la pandemia abbia ancora un impatto sulla propria azienda, il 52% ha riportato una dinamica positiva del fatturato. L’emergenza sanitaria ha sicuramente accelerato i processi di digitalizzazione e innovazione di molte aziende italiane, tra le quali anche quelle operanti nel settore degli integratori alimentari; ben il 61% infatti, ha dichiarato di aver investito a livello industriale. Tra gli ambiti di azione, al primo posto le aziende mettono l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguito dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazioni medico-scientifica (28%), internet delle cose e delle macchine (20%), strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%). Risultati che confermano l’atteggiamento positivo delle aziende davanti alle sfide del futuro arrivano anche dalle assunzioni. Il 71% delle aziende dichiara, infatti, di aver ampliato il proprio organico nel 2021. Nonostante la pandemia abbia comportato ritardi (38%), riadattamenti (23%) e in alcuni casi interruzioni (6%) di lanci di prodotto, il 33% delle aziende non ha subito battute d’arresto, continuando a lavorare su nuove soluzioni. Ma qual è l’approccio dei consumatori di integratori alimentari? Dall’indagine si evince che i consumatori, attenti e responsabili, preferiscono il consiglio del farmacista. Il consumo di questi prodotti è sostenuto, infatti, nella maggior parte dei casi dal parere di esperti. Farmacista (45%) e medico (36%) rimangono le principali fonti informative a cui ci si rivolge1. La ricerca di settore ha evidenziato infatti che il 51% delle aziende rispondenti non utilizza l’e-commerce per la vendita dei propri prodotti e il 46% non prevede l’utilizzo di questo canale neanche in futuro, mentre il restante 54% si dimostra aperto all’opportunità: attraverso il sito aziendale (22%), marketplace (16%) o portali specializzati (16%). Chi nel 2021 ha, invece, abbracciato il canale online afferma di averlo utilizzato per la vendita di integratori su diversi mercati: italiano (30% dei rispondenti), estero (4%), entrambi (15%).

“I nostri consumatori - ha spiegato il Presidente di Integratori & Salute Germano Scarpa - sono estremamente attenti alle indicazioni e ai suggerimenti dati dagli esperti per cui, pur accogliendo la spinta alla digitalizzazione, il trend evidenziato è che il canale offline delle aziende rimane al primo posto, segno del ruolo incontrastato del canale farmacia e parafarmacia. La pandemia comunque ha certamente portato a un’accelerazione digitale mantenendo costante il ruolo di primo piano della relazione tra il consumatore e il proprio farmacista o medico curante”. Di certo dall’indagine emerge una maggiore sostenibilità ambientale e sociale delle aziende del comparto. Per l’84% delle aziende rispondenti, infatti, la sostenibilità è un tema cruciale e per il 52% avrà un ruolo sempre più rilevante in futuro. Nel corso del 2021, gli investimenti sono stati soprattutto a livello di packaging (27%), sicurezza e salute dei dipendenti (24%), seguiti da interventi in termini di processo produttivo (16%), materie prime (16%) e welfare aziendale (15%). Questo evidenzia un generale impegno delle aziende del settore a perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile, in particolare attraverso azioni di responsabilità sociale e di riduzione dell’impatto ambientale. Guardando al futuro, infine, l’indagine evidenzia che il nuovo contesto geopolitico legato al conflitto Russia-Ucraina, peraltro aggiuntosi all’emergenza sanitaria, ha determinato nel corso dell’anno dei cambiamenti ormai strutturali. Le aziende dovranno infatti far fronte a un aumento dei costi sia a livello energetico di produzione, trasporti, materie prime e packaging che di analisi sulla qualità delle materie prime per garantire sicurezza e conformità alle normative. Allo stesso tempo la crisi impatta anche le tempistiche di produzione e l’approvvigionamento delle materie prime rendendo il quadro generale quanto mai complesso e articolato. 
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