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“Affitti brevi, stangata ingiusta”: l’opposizione alza la voce e prova a riscrivere la manovra

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
“Affitti brevi, stangata ingiusta”: l’opposizione alza la voce e prova a riscrivere la manovra

Nelle stanze della commissione Bilancio si respira un’aria più tesa del solito. Le opposizioni hanno deciso di trasformare la legge di bilancio in un vero banco di prova politico, puntando a smontare — pezzo dopo pezzo — quella che definiscono una manovra “senza visione, senza equità e senza coraggio”. Le coordinate dell’azione comune sono chiare: difendere i redditi, bloccare l’aumento delle tasse e correggere le parti più controverse del testo. Ma c’è un punto, più di tutti, su cui Pd, M5S, Avs e Italia Viva si sono trovati improvvisamente allineati: la norma sugli affitti brevi, considerata da tutte le opposizioni il simbolo più evidente di una strategia fiscale che finisce per colpire proprio chi non dovrebbe.

“Affitti brevi, stangata ingiusta”: l’opposizione alza la voce

È qui che in particolare Italia Viva sceglie di affondare il colpo, facendo della misura sugli affitti la propria trincea politica. E lo fa senza mezzi termini.

Affitti brevi, il fronte del “no”: accuse durissime al governo

La proposta del governo di aumentare la cedolare secca dal 21 al 26 per cento è vista come una forzatura che non corregge il mercato immobiliare, ma lo distorce. Per i renziani, infatti, “la norma contenuta nella legge di bilancio che alza dal 21 al 26% della cedolare secca sugli affitti brevi è iniqua e va cancellata”
. La contestazione è diretta, quasi chirurgica: l’aumento non colpisce gli speculatori, non incide sui fondi immobiliari, non blocca gli oligopoli del turismo. Piuttosto — è l’accusa — “si tratta di un aumento delle tasse sulla casa ai danni del ceto medio e di famiglie che provano ad arrotondare stipendi sempre più bassi”.

In commissione, l’argomento ricorrente delle opposizioni è uno solo: questa norma non regolamenta, punisce. E lo fa proprio nel momento in cui l’economia familiare è più fragile, con l’inflazione che ha eroso risparmi, la casa che rappresenta l’unico patrimonio stabile e gli affitti turistici che garantiscono, a molti, quella piccola quota aggiuntiva che consente di sostenere mutui e spese impreviste.

Il tentativo della maggioranza di limitare l’aumento “solo a chi usa le piattaforme” viene definito un espediente comunicativo: “Limitare il rialzo a chi utilizza le piattaforme è una farsa, visto che praticamente tutti si affidano ai portali online”. Il risultato, secondo l’opposizione, è una misura che colpisce tutti, senza distinzione, e che rischia di spingere una parte del mercato verso l’irregolarità — il contrario dell’obiettivo dichiarato.

La strategia politica dell’opposizione: meno tasse e più redditi

L’offensiva sugli affitti brevi è solo il volto più visibile di un’azione più ampia. Lo spiega con nettezza la presidente dei senatori di Italia Viva, Raffaella Paita, che rivendica la convergenza con le altre forze: “Abbiamo scelto condividere con le altre forze di opposizione un lavoro sulla manovra con obiettivi molto chiari. Siamo partiti da una linea per noi molto chiara: no alla patrimoniale e a qualsiasi aumento di tasse, e dire sì a misure concrete per sostenere i redditi, le imprese e le famiglie”.

Nel suo ragionamento emerge un giudizio fortemente critico sull’intera legge di bilancio: “Questa manovra è debole e sbagliata. Con le nostre proposte vogliamo almeno cercare di correggerla cercando di dare risposte a vere e proprie emergenze del Paese: più sostegno ai giovani, al lavoro, alla scuola, alla sanità e alla sicurezza”.

Dietro questa dichiarazione c’è una mappa politica precisa: ridurre le tasse, allargare il margine per chi lavora, evitare nuove pressioni fiscali. Un principio che guida anche la Start Tax, misura simbolo di Iv, che punta “a ridurre le aliquote Irpef per i contribuenti sotto i 40 anni, in modo da agevolare il loro ingresso nel mondo del lavoro e insieme aumentarne il potere d’acquisto”. Una riforma che, secondo i promotori, si sostiene perché “le risorse necessarie possono essere ricavate da una razionalizzazione e revisione della spesa pubblica”.

Sicurezza e fondi per l’Albania: l’altro terreno di battaglia


Altro capitolo che vede una convergenza larga riguarda le risorse destinate ai centri per migranti in Albania. Qui le opposizioni chiedono un cambio radicale di destinazione: “Spostare le risorse utilizzate per i centri in Albania su un pacchetto di misure da attuare in Italia per far fronte all’allarmante situazione che si è venuta a creare sulla sicurezza”. E aggiungono un dato puntuale: “Questo scopo può essere raggiunto destinando 125.492.482 euro all’anno dal 2026”.

I fondi, sostengono, vanno riportati nelle città italiane, dove servono agenti, presidi e infrastrutture urbane.

Sulle metropolitane, la frattura con il governo

Non manca lo scontro sul terreno infrastrutturale, dove Iv denuncia tagli ingiustificati. Per il partito, “è vitale che Roma, Napoli e Milano possano contare su un sistema infrastrutturale all’altezza della dimensione e delle complessità delle tre metropoli”. La richiesta è di rifinanziare i lavori su Metro C, M4 e sul collegamento Napoli–Afragola, ritenuti essenziali per non frenare la crescita delle tre grandi città italiane.

Università, aziende, disabilità: un piano sociale alternativo

Sul terreno sociale emergono due criticità forti. La prima riguarda il sostegno psicologico: “I dati sulla salute mentale nelle università sono in continuo peggioramento. Anche nelle imprese, il sostegno psicologico sta diventando un elemento essenziale per il benessere dei lavoratori”. Da qui la proposta dei fondi per gli psicologi negli atenei e nelle aziende.

La seconda questione è quella della disabilità, sintetizzata così: “C'è troppo poco per migliorare la vita delle persone con disabilità nella legge di bilancio”.

La sintesi politica: un’offensiva per “togliere pesi e dare opportunità”

Paita riassume così il senso dell’operazione: “354 emendamenti alla manovra, oltre al pacchetto presentato con le opposizioni, per modificare una manovra sbagliata, che non aiuta il ceto medio e aumenta le tasse a tutti”. E ancora: “Tutti gli emendamenti presentati seguono un’unica direzione: togliere pesi e dare opportunità”.

Il messaggio finale è quello di una battaglia che non sarà breve, ma che l’opposizione vuole condurre tutta, fino all’ultimo voto: “Meno tasse per famiglie, giovani e imprese, per mettere al centro le persone e migliorare una manovra che continua a ignorare le vere emergenze come salari, sanità, caro vita e sviluppo”.

E proprio sugli affitti brevi, diventati il simbolo della contesa, le opposizioni sono pronte a dare battaglia fino in fondo: un tema fiscale che, nelle loro parole, si è trasformato in un terreno politico. Una sorta di cartina di tornasole del rapporto — sempre più instabile — tra governo e ceto medio.

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