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Borse asiatiche in corsa, aperture spinte dalla Fed

- di: Matteo Borrelli
 
Borse asiatiche in corsa, aperture spinte dalla Fed
Tokyo sfiora i 50 mila punti, Cina e Hong Kong inseguono, Mumbai si prepara a un avvio positivo. Oro oltre i 4.100 dollari, petrolio in lieve calo, futures europei più cauti dopo i record delle ultime sedute.

Le aperture delle Borse asiatiche di oggi giovedì 27 novembre si muovono compatte in territorio positivo, in scia al quarto giorno consecutivo di rialzi a Wall Street e alle scommesse ormai diffuse su un taglio dei tassi della Federal Reserve nella prossima riunione. Tokyo guida il movimento, mentre Cina, Hong Kong, Seul, Sydney, Singapore, Taipei e Mumbai si allineano a un clima che resta improntato al rischio ma con un occhio fisso ai dati macro in arrivo.

Sullo sfondo, il dollaro si indebolisce leggermente contro lo yen, il petrolio corregge dopo le ultime tensioni geopolitiche e l’oro consolida sopra quota 4.100 dollari l’oncia. La fotografia di inizio giornata è quella di un’Asia che prova a sfruttare la finestra di ottimismo sui tassi, sapendo che ogni sorpresa dall’economia statunitense può ribaltare lo scenario in poche ore.

Tokyo guida il rimbalzo asiatico

Alla campanella di apertura, la Borsa di Tokyo parte in rialzo di circa lo 0,76%, con l’indice Nikkei che si porta intorno a 49.938 punti, aggiungendo quasi 380 punti rispetto alla chiusura precedente. Il listino beneficia degli acquisti sui titoli tecnologici e della scia positiva lasciata dai grandi indici americani.

Il quadro valutario conferma il cambio di umore: lo yen si apprezza sul dollaro, attestandosi in area 156,1, mentre si indebolisce intorno a 181 contro l’euro. Il movimento riflette l’idea ormai radicata che la Fed stia preparando il terreno a un ciclo di riduzione dei tassi, mentre la banca centrale giapponese procede con estrema prudenza sulla normalizzazione della sua politica monetaria.

In questo contesto, i desk azionari di Tokyo parlano di un mercato ancora dominato dai temi dell’intelligenza artificiale, dei semiconduttori e dell’export verso Stati Uniti ed Europa. Un gestore interpellato in avvio sintetizza così il sentiment: “La parola chiave è aspettativa di tagli dei tassi, non euforia: il mercato compra tecnologia, ma resta pronto a ridurre il rischio al primo dato negativo”, osserva un operatore di un grande fondo domestico.

Cina e Hong Kong tra rally tech e nodi immobiliari

Più a sud, le Borse cinesi aprono in moderato rialzo. A Shanghai, l’indice principale si muove in progresso di circa mezzo punto percentuale, mentre l’indice che aggrega Shanghai e Shenzhen guadagna fra lo 0,5% e lo 0,7%. Il motore della seduta è ancora una volta la tecnologia e l’industria di alta gamma, sostenute dalle aspettative di nuovi stimoli mirati da parte di Pechino.

A Hong Kong, l’Hang Seng apre in progresso di quasi lo 0,4% e si riavvicina ai massimi delle ultime due settimane. Il comparto tech rivede acquisti, mentre i titoli legati al mattone restano sotto pressione per via dei problemi irrisolti nel settore immobiliare. Un analista locale riassume così la situazione: “Gli investitori vogliono cavalcare il rimbalzo, ma finché non vedranno segnali convincenti sulla ristrutturazione del real estate cinese, nessuno parlerà di vera svolta strutturale”, spiega un strategist di una casa d’investimento con sede nella città.

Nel complesso, il blocco Cina–Hong Kong contribuisce a mantenere l’Asia in territorio positivo, ma continua a rappresentare anche uno dei principali potenziali fattori di volatilità: ogni novità sui piani di sostegno statale, sulla gestione dei debiti delle grandi società immobiliari o sulle esportazioni può cambiare rapidamente l’umore degli investitori globali.

Seoul, Sydney, Singapore e Taipei: il resto della regione

A Seul, il Kospi apre con un guadagno di oltre l’1%, in alcuni momenti spingendosi più in alto, e torna ad avvicinare la soglia psicologica dei 4.000 punti. A trainare sono soprattutto i grandi nomi dei chip e dell’elettronica, che beneficiano del rally dell’intelligenza artificiale e delle prospettive di tassi più bassi negli Stati Uniti.

A Sydney, l’indice S&P/ASX 200 parte in lieve rialzo, intorno a uno 0,1%, in una seduta condizionata da volumi ridotti per la settimana corta americana e dall’attesa per le prossime mosse della banca centrale australiana. Il comparto minerario resta sensibile a ogni movimento dei prezzi delle materie prime e dei dati sulla domanda cinese.

Singapore vede il suo indice principale in rialzo di circa lo 0,3%, con il settore finanziario in evidenza e i titoli legati alla logistica e al commercio globale che scontano l’idea di una moderata ripresa degli scambi nel 2026. A Taipei, l’indice TAIEX si mantiene su livelli storicamente elevati, sostenuto dai colossi dei semiconduttori che continuano a beneficiare della domanda globale di chip avanzati.

Anche le Borse di Wellington, Jakarta e Bangkok mostrano aperture prevalentemente positive o in lieve rialzo, in linea con il quadro di una regione che, pur con andamenti differenziati, continua a oscillare attorno al tema dominante: quanto e quanto in fretta le principali banche centrali taglieranno i tassi.

Mumbai e il segnale del GIFT Nifty

Sul fronte dell’Asia meridionale, i riflettori sono puntati su Mumbai. Dopo il forte rimbalzo della vigilia, con Sensex e Nifty 50 risaliti a ridosso dei massimi storici, la seduta di oggi si apre di fatto sul segnale proveniente dal GIFT Nifty, il future negoziato nella nuova piazza finanziaria del Gujarat.

In avvio di giornata, i contratti sul GIFT Nifty mostrano un progresso di circa lo 0,2%, proiettando il benchmark indiano oltre i 26.400 punti e suggerendo un’apertura positiva per Dalal Street. La dinamica riflette la combinazione di fattori globali e domestici: da un lato le aspettative di un taglio dei tassi Fed, dall’altro la previsione di una mossa espansiva da parte della banca centrale indiana già a inizio dicembre.

Un gestore locale sintetizza il messaggio che arriva da Mumbai: “Finché la narrativa resta quella di tassi in discesa sia negli Stati Uniti sia in India, il mercato azionario continuerà a premiare i titoli growth e i bancari, anche se le valutazioni sono ormai tirate”, sottolinea un analista che segue i flussi esteri sul listino.

Valute, oro e petrolio: la bussola dei trader

Sul fronte valutario, lo yen si muove in un corridoio che resta delicato per le autorità giapponesi: il cambio con il dollaro oscilla nella parte bassa della fascia 156, mentre contro l’euro la divisa nipponica si mantiene intorno a 181. Il dollaro, dal canto suo, appare meno tonico rispetto alle scorse settimane, proprio perché il mercato sconta con sempre più convinzione l’idea che il picco dei tassi americani sia alle spalle.

L’oro resta stabilmente sopra la soglia dei 4.100 dollari l’oncia, confermandosi come copertura privilegiata in una fase in cui gli investitori vogliono partecipare al rally azionario ma non intendono rinunciare alle difese. “L’oro sta diventando l’assicurazione preferita contro l’eventualità che il soft landing sfugga di mano”, commenta un analista specializzato in materie prime.

Il petrolio si muove invece in leggero calo: il Brent scende intorno a 62,9 dollari al barile, mentre il WTI si attesta poco sotto i 58,5 dollari. Il mercato prezza la possibilità di un allentamento delle tensioni su alcuni fronti geopolitici e una maggiore disponibilità di offerta, fattori che spingono al ribasso le quotazioni pur in presenza di un ciclo economico globale che non appare in recessione imminente.

Sul gas naturale, i benchmark europei restano in area 30 euro/MWh, ben distanti dai picchi delle crisi energetiche degli anni scorsi, mentre i prezzi dell’LNG in Asia si muovono su livelli intorno alla fascia degli 11 dollari per MMBtu. Numeri che, nel complesso, contribuiscono a ridurre la pressione sui costi energetici di famiglie e imprese, pur mantenendo alta la sensibilità dei mercati a qualunque imprevisto su rotte e forniture.

I futures europei e il passaggio di testimone

Mentre l’Asia macina le prime ore di scambi, lo sguardo degli operatori si sposta già sui futures delle Borse europee, che anticipano l’apertura di metà mattina nel Vecchio Continente. I contratti sull’Euro Stoxx 50, sul Dax tedesco e sul Ftse 100 londinese indicano un avvio leggermente negativo o poco mosso, dopo la serie di massimi storici toccati nelle ultime sedute.

Lo stesso vale per i futures su Piazza Affari, che prefigurano una partenza cauta per il Ftse Mib, in un contesto in cui banche, utilities e titoli industriali hanno già incorporato molta parte delle buone notizie in arrivo dalla traiettoria dei tassi. In parallelo, i futures sugli indici americani si muovono senza strappi, segno che il mercato preferisce una pausa di consolidamento dopo il rally degli ultimi giorni.

Come sintetizza un trader europeo: “L’Asia ci consegna una seduta chiaramente positiva, ma l’Europa ha meno spazio per correre dopo i record recenti: qui il tema non è seguire la festa, è capire quanto sia sostenibile nel tempo”. Per ora, tuttavia, la fotografia delle aperture asiatiche è inequivocabile: gli investitori stanno scegliendo di credere nella combinazione di aterraggio morbido e tagli dei tassi. Saranno i dati delle prossime settimane a dire se questo scenario reggerà oppure no.

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