C’è una cupola di calore che sta lentamente ma inesorabilmente salendo da Sud verso Nord, e che da oggi fino al weekend trasformerà l’Italia in una distesa rovente. L’anticiclone africano non concede tregua e si impossessa dell’intera Penisola, portando con sé temperature che, secondo i meteorologi, saliranno di 8 o addirittura 10 gradi rispetto alla media stagionale.
Caldo record sull’Italia, l’anticiclone africano piega le città: 42 gradi al Sud, allerta in mezza Penisola
Non è la prima volta, ma stavolta il timbro dell’estate si presenta con mesi d’anticipo. Firenze e Bologna si preparano a toccare i 38 gradi, Roma raggiungerà quota 37, Milano si fermerà a 36. Ma è al Sud, ancora una volta, che si consumerà l’apice della calura: 40 gradi in Sicilia e Puglia, fino a sfiorare i 42 nelle aree interne.
Lorenzo Tedici, volto scientifico de iLMeteo.it, parla apertamente di una fase nordafricana, più che mediterranea. E descrive così l’anomalia: non solo temperature elevate nelle ore diurne, ma anche minime notturne che non scendono mai sotto i 24 gradi, soprattutto in Pianura Padana. Le cosiddette notti tropicali, che non concedono respiro, si sommano a un’umidità crescente e a un’afa che soffoca le città già dal primo mattino. L’effetto percepito – quello che determina la reale sensazione di caldo – sarà ben più alto del valore indicato dal termometro.
Un’estate che mostra il suo volto più estremo
Il quadro meteorologico è destinato a mantenersi stabile per giorni. Il respiro bollente del Sahara ha conquistato l’Europa meridionale, e l’Italia ne è il cuore pulsante. Già nella giornata di oggi si segnalano difficoltà nelle grandi città, con aumento degli accessi ai pronto soccorso per disidratazione e colpi di calore, soprattutto tra gli anziani. Le autorità sanitarie hanno attivato livelli di allerta crescenti. In alcune città si è passati all’arancione, in altre – come Roma, Firenze, Bologna, Milano – il livello giallo segnala comunque la necessità di monitoraggio. Non si esclude un’ulteriore estensione dell’allarme nel fine settimana, quando il caldo raggiungerà il suo massimo.
Nel frattempo, si guarda con preoccupazione al quadro ambientale. Il calore intenso sta già scatenando incendi nelle regioni del Sud. In Sicilia, il fuoco ha colpito numerosi comuni della provincia di Palermo. A Partinico, San Giuseppe Jato, Monreale e Balestrate decine di ettari di vegetazione sono andati distrutti e i vigili del fuoco lavorano senza sosta per contenere le fiamme, mentre squadre forestali e volontari presidiano le aree collinari per evitare che l’incendio riparta. La Calabria non è da meno: anche qui il rischio incendi è ai massimi livelli e alcuni sindaci hanno ordinato evacuazioni preventive nelle zone più esposte.
Il respiro del Nord e l’incognita di lunedì
Se l’Italia intera brucia, il Nord prova ad aggrapparsi alla speranza di un break. Lunedì prossimo, dicono le proiezioni, l’alta pressione potrebbe cedere. Ma non sarà un ritorno alla normalità serena. L’arrivo di correnti fresche settentrionali – provenienti da Francia e Germania – potrebbe innescare fenomeni violenti. Temporali improvvisi, grandinate e persino trombe d’aria potrebbero colpire il Nord e parte del Centro, in un mix pericoloso tra calore trattenuto e aria fresca in arrivo. Si tratta di un’ipotesi tutt’altro che remota, che le autorità stanno già valutando.
Eppure, anche con questa ipotetica tregua, l’ondata in corso rappresenta molto di più di un semplice episodio meteorologico. È la fotografia nitida di ciò che le estati italiane stanno diventando. Dopo le stagioni record del 2003, del 2017 e del 2022, l’estate 2025 rischia di fissare nuovi picchi. L’anticiclone africano non è più un evento straordinario, ma una componente regolare dell’estate italiana. Non si tratta più di chiedersi se arriverà, ma quanto durerà e quanto sarà intensa l’onda.
Un Paese da proteggere, anche dal cielo
Di fronte a questi fenomeni, le amministrazioni comunali e regionali stanno attivando piani di emergenza. Le città vengono monitorate minuto per minuto, le sale operative della Protezione civile restano aperte h24. E gli appelli alla popolazione si moltiplicano. La parola d’ordine è prudenza. Se il caldo sta diventando una nuova normalità, il comportamento quotidiano va ripensato. Le fasce più fragili – anziani, bambini, persone affette da patologie – sono le più esposte. Ma l’afa e la temperatura estrema colpiscono tutti, senza distinzione. Dalla pianura alle colline, dalle metropoli alle coste, l’Italia deve ancora una volta stringersi contro un nemico invisibile ma concreto: il calore che non dà tregua.
Nel cielo terso e limpido di questa settimana non c’è pace, solo sole a picco e termometri che sembrano sfidare i limiti del possibile. La stagione è appena iniziata, ma ha già mostrato il suo volto più duro. E da qui in avanti, sarà sempre più difficile distinguerlo da quello dell’inizio di un’emergenza climatica permanente.