Hai superato i 70? Ecco perché il tuo cervello può battere un trentenne
Il cervello over 70 in forma smagliante: plasticità, riserve e qualche trucco per emergere.
Il cervello non invecchia tutto insieme
Finora si pensava che il cervello desse il massimo intorno ai 20 anni, poi lentamente declinasse. Oggi sappiamo che è molto più complesso: alcune funzioni calano, altre no, e alcune addirittura migliorano con l’età.
Plasticità anche dopo i 70
Nonostante la perdita di sinapsi, il cervello over 70 mantiene una notevole capacità di riorganizzazione. È quello che in neuroscienze si chiama plasticità: anche in tarda età il cervello può “allenarsi”, rafforzando percorsi alternativi per portare a termine i compiti.
Un celebre studio ha dimostrato che persone tra i 60 e gli 80 anni elaboravano compiti mentali sfruttando percorsi diversi dai trentenni, ma con uguale efficacia, segno di adattamento intelligente del cervello.
Le funzioni cognitive che reggono (e talvolta superano) i trentenni
- Memoria semantica e vocabolario: il bagaglio di conoscenze cresce con l’esperienza, con punte di performance superiori rispetto ai giovani.
- Ragionamento globale e problem solving: grazie alla rete di connessioni tra vaste aree corticali, il cervello anziano analizza meglio contesti complessi.
- Processi automatici e integrazione sensoriale: in compiti di percezione automatica, alcune persone anziane mantengono performance simili ai giovani.
Uno studio su 206 adulti tra 65 e 85 anni ha mostrato che una vita attiva (intellettuale, fisica e sociale) mantiene alte le performance cognitive.
I “superagers”: un modello da imitare
Il termine “superager” indica chi ha ≥80 anni ma mente da cinquantenne. Queste persone mostrano capacità mnemoniche e strutture cerebrali simili a quelle di chi ha 30–40 anni in meno.
Studi osservazionali confermano che i superagers mantengono meglio la sostanza grigia e hanno stili di vita attivi: apprendimento continuo, attività sociali e movimento sembrano i fattori chiave.
Decisivo anche il ruolo della “cognitive reserve”, ovvero quella riserva mentale che compensa danni e mantiene alte le performance.
Come superare un trentenne (o perlomeno dargli filo da torcere)
- Mantieni un’attività cerebrale intensa: leggi, impara lingue, suona strumenti: sono tutte attività che rafforzano la riserva cognitiva.
- Fai regolarmente esercizio aerobico: correre o camminare per almeno 30 min al giorno stimola la crescita di sostanza grigia e migliora memoria, controllo e flessibilità mentale.
- Rimani socialmente connesso: attività di gruppo riducono significativamente il declino cognitivo.
- Sfrutta app e training deliberato: videogame cognitivi e app di brain training offrono miglioramenti misurabili, anche dopo i 70 anni.
- Stile di vita sano: dieta mediterranea, niente fumo o alcol e sonno di qualità aiutano il cervello a restare lucido.
Cosa dicono gli esperti
“La plasticità del cervello in tarda età è regolata dal contesto e dall’uso – non è continua come nei giovani, ma esiste”
“Il cervello anziano compensa utilizzando percorsi alternativi: non è meno capace, lavora diversamente”
Superare i 70 non significa accettare una mente in declino: anzi, può rappresentare un punto di forza. Le competenze accumulate, unite a plasticità, riserve cognitive e buone abitudini, possono generare performance superiori a quelle di chi ha molto meno anni. È il momento di scuotere pregiudizi e riscoprire un cervello che, con il giusto approccio, può davvero battere un trentenne.