Cina: timori di un rallentamento dell'economia

- di: Redazione
 
Le ombre di un rallentamento della crescita si stanno allungando sull'economia cinese, che registra il fallimento di molte piccole imprese, che hanno pagato il prezzo più alto alla pandemia. Il timore che, nei prossimi mesi, si assista ad una economia che non marcia più come prima prende sempre più corpo, come confermano i dati più recenti per la Cina.

Cina: si teme un forte rallentamento dell'economia dopo il fallimento di diverse imprese

Se i numeri dei primi tre trimestri dello scorso anno erano molto positivi (con un incremento del 9,8 per cento del Prodotto interno lordo), quelli dell'ultimo trimestre inducono ad un certo pessimismo. Ancora niente di ''ufficiale'', ma la tendenza sembra essere quella di un'economia che deve prendere fiato dopo gli exploit di mesi passati. La Cina si prepara quindi a una crescita più debole con i numeri ufficiali del 2021 che saranno resi noti il 17 gennaio.

L'economia continuerà comunque a crescere, ma con livelli nettamente inferiori. Secondo gli esperti dovrebbe aggirarsi intorno all'8%. Peraltro, per il 2022 - secondo le previsioni pubblicate dalla Banca Mondiale nello scorso dicembre - la situazione viene prevista come non catastrofica, ma probabilmente registrerà una crescita nettamente inferiore: 5,1%. Due i fattori di rischio per la crescita dell'economia cinese, secondo la Banca mondiale: una ripresa dell'epidemia di Covid-19, con conseguenti "maggiori perturbazioni dell'attività economica", e la crisi che sta colpendo il settore immobiliare.

Ma c'è invece chi accredita l'economia cinese di una ancora forte tendenza alla crescita, per via delle aperture del governo di Pechino per una politica fiscale e monetaria più accomodante. Anche la crisi del settore immobiliare, sebbene grave (come dimostrano le vicende del gruppo Evergrande) viene vista come sotto controllo.

C'è anche la previsione che le esportazioni rimarranno forti nel 2022, trascinando l'economia. Cosa che non fa piacere al Governo, che vorrebbe maggiori consumi. Secondo le previsioni del governo, il commercio (export e import) dovrebbe avere raggiunto nel 2021 i 6 trilioni di dollari, con un balzo del 24% rispetto al 2019, cioè a prima della pandemia.
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