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Osservatorio Confimprese-Ey, consumi agosto +9,8%: è il miglior mese dalla fine delle restrizioni

- di: Barbara Leone
 
Osservatorio Confimprese-Ey, consumi agosto +9,8%: è il miglior mese dalla fine delle restrizioni
Una crescita a due cifre, che regala uno spiraglio di luce in uno scenario peraltro complesso e assai buio. E’ quanto emerge dagli ultimi dati dell’Osservatorio  Confimprese-EY, che analizza l’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento-accessori e retail non food. Il report esamina i dati di agosto 2022 vs agosto 2021 ed evidenzia un netto miglioramento del totale mercato, che chiude a +9,8% il mese più positivo dalla fine delle restrizioni. I buoni risultati sono dovuti alla ripresa del turismo, soprattutto dei turisti americani considerati top spender nel nostro Paese, e a un generale ritorno al consumo. Nei settori merceologici la ristorazione traina la ripresa con +20,3% su agosto 2021. Positivi anche abbigliamento-accessori a +5,7% e altro non food che sfiora il +5%.

Osservatorio Confimprese-Ey, consumi agosto +9,8%

Nei canali di vendita, i dati rispecchiano la forte impennata del turismo nel mese di agosto 22 vs agosto 21 con il travel in costante ripresa a +40,8%. Bene anche le high street a +12,8%, in flessione rispetto ai mesi precedenti altre località (aree periferiche delle metropoli e cittadine di provincia) che chiudono a +6,6%. Nelle aree geografiche si segnala la buona performance del Centro con +14%, seguito da Nord-Ovest +9,7% e Nord-Est +9,5%. Fanalino di coda il Sud che chiude a +6,4%, comunque quasi a livelli pre-covid. Nelle regioni e città si registrano i medesimi andamenti delle aree geografiche. Il turismo italiano e straniero ha privilegiato le mete che coniugano arte e villeggiatura. Lazio e Toscana sono le meglio performanti e chiudono entrambe agosto 2022 vs agosto 2021 a +15,9%. Firenze si riprende lo scettro di migliore città con una crescita del +39,3%.

“Il mese di agosto chiude con una crescita a due cifre verso il 2021 disprezzata ha affermato Mario Maiocchi, direttore Centro studi Confimpresee regala una nota positiva in uno scenario peraltro complesso. Non bisogna invece farsi ingannare dal progressivo annuo a +28,1% poiché tale dato integra le performance dei primi 5 mesi dell’anno (+53,4%) che nel 2021 avevano sofferto per le restrizioni legate alla pandemia. In realtà nei mesi comparabili, a partire quindi da giugno, le performance mostrano sì una crescita ma solo a un mid digit (+5,4%) che comunque, nel contesto geopolitico attuale, non va. Il trend è dunque positivo, si avanza rispetto allo scorso anno con una progressione mese dopo mese. Il consumo, almeno fino a oggi, non manca, ma l’attenzione si sposta sui costi di gestione, in particolare affitti ed energia, e sui prossimi mesi, che saranno cruciali per l’impatto inflattivo sul potere di spesa dei consumatori”. Con le elezioni alle porte, i problemi energivori e l’inflazione che continua a salire, dunque, è necessario attendere i prossimi mesi per potere tracciare un quadro dell’evoluzione dei consumi.

“I consumi degli italiani durante il mese di agosto 2022 - ha commentato Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di EY in Italia - sono stati molto positivi in termini di fatturato rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, con un andamento positivo del +9,8% che porta il confronto sul progressivo anno al +28%. Significativo è il trend che conferma la ristorazione tra i settori più dinamici, insieme alla ripresa delle città turistiche. Inoltre, il dettaglio dei format di vendita ci conferma che, con le restrizioni sanitarie alle spalle, gli italiani hanno finalmente ripreso a frequentare i luoghi classici dello shopping, come i centri città (cresciuti ad agosto 2022 del +15% rispetto ad agosto 2021) e i centri commerciali (che registrano una crescita del +13% ad agosto 2022 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Questi dati - ha detto in conclusione - mostrano quindi un forte decremento degli effetti della pandemia e una stagione estiva spinta verso livelli di normalità. Cruciale resta però la reazione agli effetti inflattivi, all’efficienza operativa e alla definizione dei prezzi, per non perdere volumi impattando sulla propensione al consumo”
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