Congiuntura Confcommercio: a maggio lieve recupero dei consumi ma economia ancora fragile

- di: Barbara Leone
 
Da una parte consumi in lieve recupero, grazie alla buona tenuta del mercato del lavoro e ai risultati positivi del mercato turistico, soprattutto quello incoming. Dall’altra la lentezza nel rientro della fiammata inflazionistica e il lieve calo su base mensile del Pil (-0,2%, ma +1,5% su base annua). Sono questi i principali risultati che emergono dalla Congiuntura Confcommercio relativa al mese di maggio 2023, che appunto per i consumi indica ad aprile un lieve aumento rispetto al mese precedente, grazie esclusivamente ai servizi (+4,5% rispetto al -1,5% dei beni).

Congiuntura Confcommercio: a maggio lieve recupero dei consumi ma economia ancora fragile

E se la domanda di autovetture si conferma in ripresa (+16,9% tendenziale) e c’è un lieve miglioramento per abbigliamento e calzature (+0,7% su base annua), resta negativa la dinamica dei consumi alimentari (-3% tendenziale), dell’energia elettrica (-7%) e dei mobili (-7,8%). Ma vediamo nel dettaglio i risultati dell’indagine. A maggio, dopo alcuni mesi di moderata crescita guidata principalmente dai servizi, l’economia dovrebbe aver registrato un lieve arretramento. Secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio il Pil, rispetto ad aprile, dovrebbe subire una diminuzione dello 0,2%. Su base annua questo andamento si tradurrebbe in una crescita dell’1,5%. Ad aprile 2023 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha evidenziato un incremento dello 0,2% sullo stesso mese del 2022.

Il dato è sintesi di un aumento della domanda per i servizi (+4,5%) e di una flessione di quella relativa ai beni (-1,5%). Le famiglie continuano, al di là delle criticità indotte dall’inflazione sui bilanci familiari, nel percorso di recupero della domanda favorendo quelle voci di spesa che considerano più rappresentative della ritrovata “libertà”. Nonostante tutti i progressi, anche i dati dell’ultimo mese confermano le difficoltà dei consumi in volume, calcolati nella metrica dell’ICC, di tornare ai livelli pre-Covid. Per alcuni segmenti le deboli dinamiche degli ultimi periodi sembrano aver contribuito ad aumentare la distanza, ponendo seri dubbi sulla possibilità di tornare nel 2024 sui livelli del 2019. Anche ad aprile 2023 la domanda delle famiglie è stata sostenuta principalmente dal recupero della componente relativa ai servizi (+4,5% nel confronto con lo stesso mese del 2022), situazione favorita anche dal progressivo miglioramento del turismo straniero.

Va sottolineato come per molti servizi (ricreativi, alberghieri e della ristorazione) l’eccezionale caduta rilevata nel 2020 non sia stata ancora recuperata, in quanto la distanza percentuale con i volumi registrati nello stesso periodo del 2019 supera ancora le due cifre. Relativamente ai consumi di beni, dopo la stagnazione di marzo la domanda è tornata a registrare un ridimensionamento nel confronto annuo. Ad aprile la stima per l’aggregato indica un -0,4%. Il settore dell’automotive si conferma il più dinamico, con una variazione tendenziale del 16,9%. I recuperi degli ultimi mesi hanno, comunque, solo parzialmente ridotto la distanza con i livelli di spesa reale del 2019. Tra le altre voci si conferma in netta riduzione, nel confronto annuo, la domanda per l’energia elettrica (-7%), per i mobili (-7,8%), per gli alimentari (-3%) e per gli elettrodomestici (-0,8%).

Relativamente all’abbigliamento e alle calzature il modesto segnale di recupero (+0,7% su aprile 2022) non attenua le difficoltà del settore. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo l’Ufficio Studi stima per maggio un incremento dello 0,5% in termini congiunturali e una crescita del 7,8% su base annua. Nonostante il moderato ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi si confermano le difficoltà dell’inflazione a instradarsi su un sentiero di rapido rientro. Le prime indicazioni di un’evoluzione più contenuta dell’inflazione di fondo, sintomo di un attenuarsi delle tensioni all’interno del sistema, consolidano, comunque, le attese di una parte finale del 2023 più favorevole. Tale evoluzione potrebbe agevolare le famiglie nel percorso di recupero della domanda, favorendo il mantenimento di tassi di crescita dell’economia in linea con quelli registrati nella prima parte dell’anno.

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