Il ritrovamento di una mummia tebana dotata di cuore artificiale in lega preziosa cambia la prospettiva sull’ingegneria funeraria antica.
Una scoperta che rimescola le carte
L’Egitto continua a stupire: una mummia scoperta nella necropoli di Tebe, nei pressi di Luxor, è stata ritrovata con un cuore artificiale in metallo prezioso, probabilmente oro o una lega pregiata. Il reperto, risalente a circa 2.300 anni fa, proviene da un sepolcro tardo tolemaico già noto per l’eccezionale qualità dei manufatti.
Durante le recenti analisi radiologiche condotte con CT scan e tomografie ad alta definizione, gli studiosi hanno identificato la sostituzione deliberata del cuore biologico con una replica in metallo. L’organo era posizionato nella cavità toracica in modo tecnicamente perfetto, simbolo di anima eterna e coerente con i riti legati ad Anubi e alla psicostasia, la “pesatura del cuore” nell’aldilà.
Tecnologia antica? O genio artigianale?
Le tomografie indicano una struttura solida e fusa su misura. L’impiego di leghe d’oro era noto in ambito funerario decorativo, ma in questo caso la funzione è tecnica e simbolica. Ciò implica una padronanza metallurgica avanzata e una comprensione anatomica del corpo umano, capace di collocare con precisione la “protesi”.
Il ritrovamento amplia la nostra visione sull’ingegneria funeraria dell’Antico Egitto, rivelando capacità complesse e intenzioni rituali raffinate.
Le voci degli esperti moderni
Una fonte vicina al progetto dichiara: “Crediamo di trovarci di fronte alla prima prova concreta di un cuore artificiale eseguito in funzione rituale”.
Non risultano altri casi analoghi, ad eccezione del “golden boy” – un adolescente mummificato con cuore d’oro – anch’egli risalente a circa 2.300 anni fa.
Che cosa cambia nella storia della medicina egizia?
Prima di questa scoperta, era noto che gli Egizi inserivano amuleti, oggetti simbolici e memorie rituali nei corpi. Ma l’idea di una vera protesi cardiaca artificiale introduce una nuova dimensione. Dimostra conoscenze anatomiche, logica prototipale e uno sviluppo che si integra perfettamente con le moderne tecniche di tomografia.
Una svolta che riscrive lo studio della chirurgia funeraria nell’Antico Egitto.
Contesto scientifico e archeologico
- Il cuore era centrale per la credenza della psicostasia.
- La necropoli di Tebe, patrimonio UNESCO, ospita tombe di nobili e artigiani.
- La diagnostica CT ha già rivelato malattie e oggetti interni in altre mummie.
Prossimi passi della ricerca
- Analisi metallografica non distruttiva del cuore artificiale.
- Studio comparativo con altre mummie della necropoli.
- Ricostruzione virtuale 3D per uso scientifico e museale.
- Pubblicazione accademica prevista per l’autunno 2025.
Perché questa scoperta è virale
- Un cuore artificiale egizio è una novità assoluta tra storia e fantascienza.
- Combina ingegneria, medicina e spiritualità antica.
- Ha un impatto mediatico fortissimo: divulgazione, mostre, social media.
Una “protesi dell’anima”
Questo ritrovamento cambia il paradigma della cura del corpo post mortem nell’Egitto antico: non solo conservazione, ma anche ricostruzione funzionale e simbolica. La comunità scientifica attende ora la pubblicazione ufficiale dell’Università del Cairo, ma la portata è già evidente: si tratta di un evento epocale per archeologia, medicina e storia delle tecnologie.