Perché l’Asia ha aperto col vento in poppa
Le Borse asiatiche hanno iniziato la settimana in rialzo grazie a due motori ben definiti: la crescente convinzione che la Federal Reserve taglierà i tassi a settembre e l’euforia legata al settore tecnologico cinese, in particolare ai semiconduttori e all’intelligenza artificiale.
Le parole di Powell e la spinta sui tassi
Il primo fattore è arrivato da Jackson Hole. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ammesso che il mercato del lavoro americano mostra segnali di raffreddamento, aprendo la porta a una politica monetaria meno rigida. “La nostra attenzione resta sull’inflazione, ma la resilienza del mercato del lavoro non è infinita”, ha dichiarato il 23 agosto 2025, lasciando intendere che un taglio di 25 punti base a settembre sia ormai sul tavolo.
Il CME FedWatch segnala che le probabilità di un allentamento a settembre sono balzate oltre l’80 %. Per i mercati asiatici, abituati a soffrire quando il dollaro si rafforza e i rendimenti Usa salgono, questo è ossigeno puro: più capitale estero e più fiducia nel ciclo economico regionale.
L’euforia cinese su chip e intelligenza artificiale
Il secondo motore è la Cina. Negli ultimi giorni, gli indici di Shanghai e Shenzhen hanno aggiornato i massimi dal 2022, mentre Hong Kong ha sfiorato i livelli più alti in quattro anni. La scintilla è arrivata dal comparto tech: Pechino ha ribadito il sostegno all’autosufficienza nei chip, invitando le aziende locali a preferire componenti nazionali proprio mentre Nvidia ha ottenuto il via libera a riprendere la vendita del suo chip H20 in Cina.
Il rally ha coinvolto i big dei semiconduttori: Semiconductor Manufacturing International Corp ha guadagnato oltre il 6 % a Hong Kong, Hua Hong Semiconductor ha toccato i massimi quadriennali, mentre Cambricon Technologies ha messo a segno un +8,3 % a Shanghai, record storico. A rafforzare la fiducia è stato anche l’aggiornamento del modello di intelligenza artificiale di DeepSeek, descritto come più adatto ai chip domestici.
Effetto combinato: rally regionale
L’incrocio di queste due dinamiche ha trascinato l’intera area: Nikkei in rialzo di circa lo 0,7 %, Kospi di Seul +1 %, Straits Times di Singapore in territorio positivo, mentre anche l’Australia ha proseguito in lieve progresso. In un contesto dove liquidità e aspettative contano più dei dati immediati, la combinazione di tassi Fed più bassi e boom tecnologico cinese appare la miscela perfetta.
Un rialzo non casuale
Il rialzo delle Borse asiatiche non è stato casuale, ma l’esito di due spinte precise: l’America che allenta e la Cina che accelera. Da un lato, l’orientamento più morbido della Fed promette ossigeno ai flussi di capitale; dall’altro, l’intelligenza artificiale e i semiconduttori cinesi regalano al continente un nuovo polo di attrazione. Una miscela che, almeno per ora, ha rimesso l’Asia al centro del palcoscenico finanziario globale.