ENEL leader della transizione energetica: decarbonizzazione, elettrificazione e digitalizzazione

- di: Redazione
 

L’impegno ad anticipare di dieci anni l’obiettivo ‘Zero Emissioni’, le scelte strategiche e le direzioni concrete intraprese sulla strada della transizione energetica, il piano industriale ambizioso anche dal punto di vista economico-finanziario, il ruolo del gruppo nella crisi energetica dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. A colloquio con Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale della più grande azienda elettrica del Paese.

Intervista all’Ad e Direttore Generale di Enel, Francesco Starace

Ingegner Starace, la strategia del Gruppo Enel e il suo posizionamento previsto nel 2030 dovrebbero consentire di anticipare di 10 anni l’impegno per le zero emissioni, dal 2050 al 2040. Conferma questo impegno?

L’anno scorso vedevamo l’uscita dal fossile avanzare di 10 anni, quindi dal 2050 al 2040, senza avere contezza che si stava entrando in un momento in cui questi combustibili fossili avrebbero creato il disagio che hanno creato; ora ne usciamo rafforzati. Se ci fosse una variazione rispetto a quello che prevedevamo direi che è probabile un anticipo e non certo un allungamento dei tempi del zero emissioni: quindi prima del 2040 e comunque non certo dopo tale data. Questo pensiero è ormai abbastanza diffuso non solo da noi, ma comincia a diventare un’ovvietà. Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili è infatti fondamentale e a questo proposito ci sono varie direzioni: elettrificare i consumi di energia primaria e pertanto diminuire la dipendenza da combustibili fossili per quanto riguarda il riscaldamento e la mobilità. Quindi pompe di calore e diffusione di attrezzature che facciano uscire dalla dipendenza dal gas i nostri clienti a casa, sistemi di ricarica di auto elettriche in modo da permettere una maggiore diffusione della mobilità elettrica, che a sua volte riduce la dipendenza dai combustibili fossili, e spingere sulle rinnovabili per quanto riguarda la produzione dell’energia elettrica in modo da ridurre la dipendenza da gas; poi ci sono altre azioni, come ad esempio ad esempio quella che attueremo nella nostra Gigafactory in Sicilia per la generazione di 3mila Megawatt da pannelli solari. Un’operazione che, peraltro, ridurrà la nostra dipendenza dall’importazione dall’Asia di questi pannelli, che saranno così importanti nel prossimo futuro.

Collegandoci alla domanda precedente, quali sono i cardini del Piano industriale 2023-2025? Quali le scelte chiave, quali anche gli andamenti previsti in termini di ricavi, vendite e margini?

Si tratta di un piano che ha degli obiettivi finanziari molto chiari, molto stringenti e direi anche molto ambiziosi dal punto di vista del ritorno monetario per gli azionisti. Però ci sono altre dimensioni che da molto tempo stiamo perseguendo che riguardano altre metriche non puramente finanziarie, ma che ci aiutano a capire come la traiettoria dell’azienda sia più sostenibile e meno rischiosa.

Quindi l’obiettivo della sostenibilità va coniugato con un grado di rischio: quanto vogliamo diventare rischiosi? E quando dico ‘rischiosi’ intendo dire sconnessi dai bisogni della società in cui viviamo. Il rischio delle aziende che si sconnettono dalla realtà in cui vivono è enorme e imponderabile, quindi l’accento sulla sostenibilità e sull’attenzione ai cosiddetti ‘stakeholders’, non solo gli azionisti ma anche la società in senso lato che noi serviamo, è fondamentale.

Qual è il ruolo di Enel e come sta operando il Gruppo nella crisi energetica che si è determinata in seguito alle note vicende geopolitiche?

Durante tutto quest’anno ci siamo preoccupati di proteggere i nostri clienti dalla volatilità dei prezzi del gas che impatta sull’energia elettrica, e pensiamo che andare avanti così riduca il rischio di essere considerati parte non integrante della società.

Questo è il nostro impegno: decarbonizzare progressivamente, con un’attenzione verso i clienti, quindi proteggerli e aiutarli nella transizione energetica che ognuno di loro sta vivendo, e anche un’attenzione verso i nostri colleghi, quindi far sì che anche loro si sentano parte integrante di questo viaggio e guardino con maggiore attenzione verso la propria crescita professionale. Far sì, insomma, che sia chiaro il purpose che orienta il Gruppo, in modo che tutti se ne sentano parte.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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