Export, Tajani rilancia la sfida: «Verso i 700 miliardi entro il 2027»
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

L’export italiano continua a muoversi in territorio positivo, nonostante un contesto internazionale segnato da tensioni commerciali, conflitti geopolitici e nuove barriere. «I dati dell’export sono molto positivi, continuiamo a crescere in tanti Paesi, ma complessivamente cresce l’export durante quest’anno», ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, a margine della Conferenza nazionale dell’export e dell’internazionalizzazione delle imprese, in corso a Milano. Un segnale che, nelle intenzioni del governo, conferma la solidità della proiezione estera del sistema produttivo italiano.
Export, Tajani rilancia la sfida: «Verso i 700 miliardi entro il 2027»
Alla base di questi risultati, secondo Tajani, c’è il lavoro messo in campo dall’esecutivo. «Funziona il nostro piano d’azione», ha sottolineato il ministro, rivendicando una strategia che punta a rafforzare la presenza delle imprese italiane sui mercati esteri attraverso strumenti diplomatici, commerciali e di promozione integrata. L’orizzonte è chiaro: «L’obiettivo è quello di arrivare a 700 miliardi di export alla fine del 2027», un traguardo ambizioso che mira a consolidare l’export come pilastro strutturale della crescita.
Il prodotto italiano regge ai dazi
Il dato che Tajani considera più significativo è la diffusione geografica della crescita. «In crescita le esportazioni in quasi tutti i Paesi del mondo», ha spiegato, leggendo questo andamento come una conferma della forza del made in Italy. «Vuol dire che il prodotto italiano piace, nonostante i dazi e le difficoltà», ha aggiunto, richiamando un quadro globale in cui il commercio è sempre più condizionato da politiche protezionistiche e da una competizione internazionale più aspra.
Il peso sull’economia nazionale
Nel ragionamento del vicepremier, l’export non è più una variabile accessoria, ma una componente centrale del modello di sviluppo. «L’export rappresenta quasi il 40% del prodotto interno lordo», ha ricordato Tajani, sottolineando come la crescita dell’economia italiana sia ormai strettamente legata alla capacità delle imprese di presidiare i mercati esteri. Un dato che rende evidente quanto il commercio internazionale sia diventato un fattore decisivo di stabilità e resilienza.
Milano come piattaforma economica
Non è casuale la scelta di Milano come luogo da cui rilanciare il messaggio politico sull’export. «Partiamo da Milano, che è la capitale economica del Paese», ha detto Tajani, indicando il capoluogo lombardo come simbolo di un sistema produttivo aperto, internazionale e fortemente orientato all’innovazione. Da qui, l’intenzione di rafforzare il dialogo tra istituzioni e imprese, mettendo al centro l’internazionalizzazione.
Il messaggio alle imprese
Il ministro ha voluto ribadire il sostegno diretto del governo al mondo produttivo. «Il governo crede nell’export, punta sull’export e punta sulle imprese che rappresentano il tessuto connettivo della nostra economia», ha affermato, richiamando il ruolo delle pmi e dei grandi gruppi come motore della presenza italiana nel mondo.
La rete istituzionale a supporto
A chi opera sui mercati internazionali, Tajani ha rivolto un messaggio rassicurante. «Nessun imprenditore italiano che lavorerà fuori dai confini nazionali sarà mai solo», ha concluso. Un’affermazione che richiama il ruolo della rete diplomatica, delle ambasciate, degli uffici Ice e degli strumenti di sistema come leve fondamentali per accompagnare le imprese nei processi di espansione all’estero.
Una sfida di sistema
La sfida dei 700 miliardi di export entro il 2027 si inserisce così in una visione di lungo periodo, che punta a rendere strutturale la vocazione internazionale dell’economia italiana. In un mondo più frammentato e competitivo, il governo scommette sulla qualità del prodotto italiano e sulla capacità delle imprese di adattarsi, con il sostegno delle istituzioni, a un mercato globale sempre più complesso.