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Fipe-Confcommercio: "A rischio 30.000 imprese fra ristorazione e pubblici esercizi"

- di: Daniele Minuti
 
Fipe-Confcommercio: 'A rischio 30.000 imprese fra ristorazione e pubblici esercizi'
Si è tenuta l'annuale assemblea di Fipe-Confcommercio, durante la quale è stato tracciato un quadro che lancia segnali contrastanti per le imprese italiane: se la ripresa del turismo ha aiutato l'economia italiana, la grande incertezza legata al conflitto in Ucraina, ai contagi legati alla pandemia, al rincaro di energia e materie prime, accompagnato dall'impennata dell'inflazione e il rischio recessione mettono a rischio il sistema.

Fipe-Confcommercio lanciano l'allarme per la sopravvivenza di 30.000 imprese fra ristorazione e pubblici esercizi

Sono 30.000 le imprese a rischio chiusura, cosa che mette contestualmente in pericolo di almeno 130.000 posti di lavoro. Numeri drammatici che aggraverebbero la già difficile situazione di occupati nel settore.

C'è quindi la necessità di muoversi in fretta per mettere al sicuro il futuro delle imprese, ormai continuamente sottoposte a shock difficili da assorbire. Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio (nella foto), ha così commentato: "Un settore come il nostro uscito dall’emergenza in gravissime condizioni, va sostenuto con provvedimenti emergenziali di rafforzamento e di estensione temporale dei crediti d’imposta sui costi energetici, la rateizzazione delle bollette e nuovi interventi di sostegno alla liquidità delle imprese, anche con gli strumenti di garanzia pubblica. Inoltre va definito un Piano energetico nazionale che preveda la diversificazione delle fonti e dei fornitori, con l’implementazione di un “Recovery Fund Energetico” europeo, capace di correggere anche il perverso meccanismo di determinazione del prezzo dell’energia. Ma il settore ha bisogno anche di misure che affrontino i nodi strutturali emersi durante la pandemia. Per primo il lavoro, tema centrale per un settore che fa del servizio l’elemento premiante della sua offerta. Sono necessarie politiche attive in grado di riqualificare, innovare e investire sulle competenze – vecchie e nuove – e percorsi di orientamento per i giovani verso percorsi formativi e scolastici in grado di dare prospettive occupazionali, contrastando anche il dumping contrattuale che interessa il settore. Senza dimenticare il riordino delle norme che regolano il mercato, per dare corpo al principio “stesso mercato, stesse regole”".

C'è quindi urgenza di politiche di rigenerazione urbana che considerino i pubblici esercizi come una risorsa e non un peso, ben consci che però le politiche non sono l'unica soluzione: le imprese devono quindi riorganizzare i loro processi con un occhio alla sostenibilità, guardando a lungo termine.

“È in momenti come questo" - conclude il presidente Stoppani - "che diviene tanto più necessario intervenire sui processi, sulla logistica, sugli orari e i tempi di servizio, sulla organizzazione e gestione del personale, sulla determinazione dei prezzi, e sull’implementazione di nuovi servizi. Nessuno, se non noi stessi, possiamo risolvere il problema della bassa marginalità, che a sua volta nasce dalla difficoltà di associare il prezzo al valore dell’offerta impedendo di trasferire correttamente sui listini le dinamiche dei costi e le legittime aspettative di profitto. Fipe è impegnata con responsabilità a sostenere le istanze dell’ampio a articolato mondo della ristorazione, dell’intrattenimento e del turismo con l’obiettivo di accrescerne le competenze e accompagnalo ad uscire prima e meglio dalle tante crisi che continuano a susseguirsi".
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