• 8501 intesa GREEN 25
  • POSTE25 850 1

Anche il Fondo monetario internazionale lancia l'allarme recessione

- di: Redazione
 
Anche il Fondo monetario internazionale lancia l'allarme recessione
Anche il Fondo monetario internazionale sembra avere accettato che la recessione sia lo scenario più probabile per gran parte dei Paesi della zona euro. Una ipotesi che viene confermata anche dagli indici Pmi che, con il relativo indice S&P, segnalano un calo da 48,4 a 47,9, quando il livello di 50 segnala il confine tra crescita e contrazione. L'Fmi, nella sua analisi periodica sulla situazione economica sull'Eurozona, dà molta evidenza a come il settore privato sia troppo esposto alla flessione delle economie. A tale proposito, l'istituto parla di un ''mix tossico di alta inflazione e crescita fiacca'' che grava sul Continente, dove ''questo inverno più della metà dei Paesi nell'area euro sperimenterà una recessione tecnica, con almeno due trimestri consecutivi'' in cui la crescita andrà in terreno negativo.

Il Fondo monetario internazionale lancia l'allarme recessione

Secondo Alfred Kammer, responsabile del Dipartimento europeo del Fmi, Germania e Italia (con tre trimestri consecutivi di contrazione, a partire già dal terzo trimestre di quest'anno) andranno in recessione tecnica, anche perché "la guerra in Ucraina manterrà alta l'incertezza, con la bilancia dei rischi al ribasso per la crescita e al rialzo per l'inflazione''. Secondo le previsioni dell'Fmi il pil italiano, che nel 2023 registrerà una contrazione dell' 0,2 per cento, salirà, l'anno successivo, dell'1,3 per cento. Ci sarà comunque un forte aumento medio del costo della vita, in media del 7 per cento nel 2022 e del 9 per cento il prossimo anno, come conseguenza della crescita esponenziale dei prezzi dell'energia,

Il rapporto dell'Fmi spiega, quindi, che "i consumi privati si sono già contratti nel primo trimestre del 2022 in Francia, Spagna e Italia e, nonostante una ripresa in estate, sono previsti restare deboli nella seconda metà dell'anno". Kammer sembra quindi condividere la politica dell'innalzamento dei tassi primari, una strada iniziata dalla Federal Reserve e su cui si sono ritrovate quasi tutte le banche centrali (con la sola eccezione, anche se con motivazioni nettamente diverse, di Giappone e Turchia). In proposito, per Kammer, sottolinea come "continuare ad alzare i tassi di interesse è al momento un'assicurazione contro rischi che richiederebbero risposte dalle banche centrali ancora più forti e dolorose andando avanti".
Notizie dello stesso argomento
Trovati 86 record
Pagina
4
24/07/2025
Piazza Affari perde slancio mentre l’Europa si divide sul rialzo
Milano chiude in calo tra trimestrali deboli e lo shock STMicroelectronics. Europa spaccat...
24/07/2025
Bce lascia i tassi fermi al 2%, fiducia nella stabilità dei prezzi
Dopo aver tagliato i tassi di riferimento per un totale di 200 punti base nell’ultimo anno...
24/07/2025
Fondi bilanciati obbligazionari, semestre in crescita: Arca, Eurizon e Anima guidano la ripresa
Il segmento dei fondi bilanciati obbligazionari italiani torna a offrire segnali di vitali...
24/07/2025
L’Europa prepara la contromossa: una lista unica di dazi per 93 miliardi
La risposta dell’Unione Europea alle tensioni economiche con gli Stati Uniti prende forma ...
24/07/2025
Saipem: nel primo semestre 2025, ricavi a 7,2 miliardi ed EBITDA a +35,2%
La crescita di Saipem continua anche nel primo semestre del 2025
Trovati 86 record
Pagina
4
  • POSTE25 720
  • 720 intesa GREEN 25