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Fondi Immobiliari, +13% nel 2022 e bene anche il 2023: i grandi investitori credono nel real estate

- di: Barbara Bizzarri
 
Fondi Immobiliari, +13% nel 2022 e bene anche il 2023: i grandi investitori credono nel real estate

La difficile congiuntura economica del 2022 non ha avuto conseguenze negative sul risparmio gestito in immobili attraverso fondi immobiliari e i Reits. Anzi, il patrimonio mondiale è cresciuto del 9% a 4.450 miliardi di euro e le preoccupazioni derivanti dai costi dell’energia e dalle crisi politiche hanno rinforzato negli investitori globali la “voglia di mattone”, purché ben gestito e capace di dare un rendimento. A livello globale il patrimonio di fondi quotati, non quotati e reit continua ad aumentare e alla fine del 2022 ha raggiunto 4.450 miliardi di euro, con un incremento di oltre il 19% rispetto all’anno precedente. L’industria dei patrimoni immobiliari gestiti ha mostrato una buona capacità di tenuta e gli investitori, seppur all’insegna della prudenza, si ritengono decisi a continuare a impiegare i loro capitali nel real estate: ecco alcuni dei dati emersi oggi a Milano dal 42esimo Rapporto 2023 su “I Fondi immobiliari in Italia e all’estero”, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con lo Studio Casadei, che ne ha curato la parte di analisi finanziaria.

Fondi Immobiliari, +13% nel 2022 e bene anche il 2023: i grandi investitori credono nel real estate


“Il settore immobiliare – ha dichiarato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, aprendo il convegno di presentazione del Rapporto – sta dimostrando una notevole resilienza di fronte alla difficile situazione politico-economica che caratterizza questo momento storico. Nonostante le voci di crisi, qualcuna sicuramente interessata, il settore dei fondi continua ad essere resiliente ed attrattivo per gli investitori italiani. Anche durante il Covid la tenuta dei canoni e dei valori è stata buona e non si sono verificati i problemi visti negli States. Lo smart working continua a essere marginale. Le nuove esigenze lavorative del terziario mostrano l’inadeguatezza di ampia parte del nostro patrimonio terziario e come ci sia bisogno di progetti nuovi non solo di costruzione ma anche di progettazione e gestione. In dieci anni il valore del patrimonio gestito in Europa è quasi triplicato mentre il numero dei veicoli, arrivato a 1.895, è cresciuto di 75 unità, trainato dalla crescita delle Opci francesi e dei fondi italiani. E anche le prospettive per il 2023 vanno nella direzione di un proseguimento della crescita”.

 

Anche l’Europa ha dimostrato una buona tenuta del comparto: con 1.895 fondi e 270 reit operativi, il patrimonio complessivo nel 2022 è stato pari a 1.530 miliardi di euro, in crescita di oltre sette punti percentuali. L’andamento espansivo degli ultimi anni si rafforza e nel 2022 il peso dei veicoli del vecchio continente sul patrimonio totale nel mondo ha sfiorato il 35%. Se in Europa il fatturato è cresciuto del 3,5%, nei primi cinque Paesi, Inghilterra inclusa, la variazione è stata di oltre dieci punti percentuali con Germania, Inghilterra e Italia protagoniste della crescita. Nel nostro Paese, infatti, il patrimonio immobiliare detenuto direttamente dai 615 fondi attivi nel 2022 è arrivato a 123 miliardi di euro, con un incremento di circa il 13% sul 2021.

 

Come emerge dal 42esimo Rapporto di Scenari Immobiliari e Studio Casadei, il comparto dei fondi immobiliari italiani continua a crescere in modo sostenuto e il suo peso sul resto dei veicoli europei ammonta a oltre l’undici per cento. Il Nav a fine 2022 ha raggiunto 105 miliardi di euro, con un incremento del 10,2 per cento sull’anno precedente e le previsioni per il 2023 sono per un incremento del Nav del 4,8% e del patrimonio di quasi il 6%, con il numero dei veicoli che potrebbe raggiungere le 635 unità.

 

“Nel nostro Rapporto conclude Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – abbiamo registrato una variazione del peso dei vari comparti a livello di asset allocation del patrimonio gestito italiano, con una crescita del residenziale, della logistica, degli uffici e del commerciale. Dalle indicazioni che abbiamo raccolto tra le Sgr che hanno partecipato alla realizzazione dello studio, emerge che le prospettive per il 2023 si orientano verso un cauto ottimismo, con incremento delle masse gestite e diversificazione dei portafogli rispetto alla composizione attuale. A livello di fatturato complessivo delle Sgr italiane, siamo intorno a un valore di oltre quattrocento milioni di euro nel 2022, con circa 1.100 addetti, mentre il valore del patrimonio medio per le società di gestione è di circa 1,9 miliardi di euro. Nell’ambito delle acquisizioni risulta in crescita l’interesse per il residenziale, a più 4,6%, il retail, a più 3%, e gli uffici, aumentati di 10 punti percentuali”.

  

Il Rapporto è stato presentato da Mario Breglia, (presidente di Scenari Immobiliari), Francesca Zirnstein (direttore generale di Scenari Immobiliari) e Gottardo Casadei (Studio Casadei), e commentato dai rappresentanti delle Sgr che hanno contribuito alla sua realizzazione: Michele Beolchini (INVESTIRE SGR), Alessandro Busci (PRELIOS SGR), Emanuele Caniggia (DEA CAPITAL REAL ESTATE SGR), Riccardo Corsi (FABRICA IMMOBILIARE SGR), Fulvio Delaiti (PIMCO PRIME REAL ESTATE), Giovanni Di Corato (AMUNDI REAL ESTATE ITALIA SGR), Massimo Di Gregorio (REAM SGR), Domenico Giusti (CASTELLO SGR), Gabriella Pelosi (GENERALI REAL ESTATE SGR), Emiliano Ranati (CDP REAL ASSET SGR), Cristiano Rossetto (COIMA SGR), Vincenzo Scerbo (COLLIERS GLOBAL INVESTORS ITALY SGR).

 

L’aggiornamento del Rapporto sui fondi immobiliari sarà presentato il 22 novembre a Roma.

 

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